In questi tempi così incerti, a volte giova ritornare ad un sano esame di realtà sulla situazione delle casse di previdenza.
In questa tabella, composta da informazioni tratte dal Sole24Ore del 24 Giugno 2011 e completata da altre reperite sui siti istituzionali, potete trovare una lista delle Casse Previdenziali per i liberi professionisti, classificate per sistema (retributivo/misto o contributivo) e per entità del versamento richiesto agli iscritti. La fonte è autorevole e fotografa quasi tutte le casse previdenziali esistenti. Oggi ne scriviamo, ma le informazioni sono già vecchie: è di pochi giorni la notizia che l’ENPAM ha aumentato sia i contributi che l’età di pensionamento per i propri iscritti.
Per chi ritiene che l’ENPAP sia il peggiore dei mondi possibili, è interessante farsi un paio di conti e osservare un paio di dati di realtà:
1) gli psicologi si collocano al minimo della contribuzione degli enti di previdenza, e questo equivale ad una maggiore libertà di scelta personale su come investire il proprio denaro. In Italia siamo in pochi a versare contributi previdenziali così bassi, forse è il caso di non lamentarsi troppo e di non dirlo ad alta voce: da un giorno all’altro potremmo essere espropriati del nostro potere di decidere quanto versare.
2) a versamenti bassi, corrispondono pensioni basse. Si chiama sistema contributivo, è obbligatorio per chiunque abbia iniziato a lavorare dopo il 1995 (Riforma Dini) ma riguarda ancora una percentuale molto ridotta di pensionati. Fra molti anni non saremo gli unici a non avere una pensione dignitosa. I correttivi sono molti, ma la parola d’ordine è autonomia: dobbiamo mantenere la possibilità di scelta su come gestire il nostro patrimonio.
Ed ora, ecco la classifica delle casse di previdenza più rappresentative:
PROFESSIONE | Contributo Soggettivo (% reddito netto) | Contributo Integrativo (% reddito lordo) |
EPAP |Attuari, Chimici, Agronomi, Geologi | 10% [+0,2%] | 2% |
ENPAIA | Agrotecnici, Periti Agrari | 10% | 2% |
CASSA FORENSE | Avvocati | 13%+3%+fisso | 4% |
ENPAB | Biologi | 10% | 2% |
ENPACL | Consulenti del Lavoro | Fisso da Euro 1325 a 4370 [per anzianità di iscrizione] | 2% |
CASSA COMMERCIALISTI e REVISORI | Dal 10% al 17% | 4% |
CASSA RAGIONIERI & PERITI COMM. | Da 8% a 15% | 4% |
ENPAF | Farmacisti | Fisso 2011 di 4111 Euro [con alcune possibilità di riduzione] | |
CASSA GEOMETRI | 11%+3,5% | 4% |
INPGI | Giornalisti | 10%+5% | 2% |
ENPAPI | Infermieri | 10% | 2% |
INARCASSA | Ingegneri & Architetti | 11,5%+3% | 2% |
ENPAM | Medici & Odontoiatri | Fisso per età+12,5%+1% | |
CASSA NAZIONALE NOTAI | 30% sul repertorio notarile/mese | |
ENTE PERITI INDUSTRIALI | 10% | 2% |
ENPAP | Psicologi | Dal 10% al 20% | 2% |
ENPAV | Veterinari | Dal 10,5 al 24,5% + 3% | 2% |
INPS | Gestione Separata per Professionisti e Consulenti senza Albo | 26,72% |
Ma allora proprio non si vuole capire qual’è il problema!!!!
Il problema non è pagare meno degli odontoiatri o degli architetti. Chissenefrega degli odontoiatri e degli architetti! IL PROBLEMA E’ ESSERE OBBLIGATI A PAGARE …. essere obbligati a versare i nostri soldi ad una cassa che ce li amministra!
Io il mio piano pensionistico lo voglio fare come mi pare e con chi mi pare.
Gli ordini devono essere aboliti. Tutti. E con essi le casse mutue pensionistiche connesse.
Gli ordini devono trasformarsi in associazioni libere.
Non obbligatorie.
Queste faranno delle offerte per piani previdenziali. CIASCUNO DI NOI SCEGLIERA’ LIBERAMENTE QUAL’E’ L’OFFERTA MIGLIORE. E farà il suo piano pensionistico diventando socio dell’associazione ad esso connessa. Lo farà decidendo dove e come nel suo interesse! Che poi si chiami ENPAP o INPS, che vuoi che interessi? Ognuno sia libero di decidere coi suoi soldi! Questo interessa.
Naturalmente per offrire una cosa ad un prezzo più conveniente quei parrucconi dell’ENPAP che amministrano i nostri denari (che sono colleghi prestati alla politica e agli inciuci di palazzo) dovranno tirare la cinghia e fare qualcosa di realmente conveniente per noi se vogliono continuare ad esistere. Vi siete mai chiesti perchè investono in tutte quelle aziende italiane decotte e in via di fallimento? Perchè non investono in Bund tedeschi, il titolo più solido sul mercato da una decina d’anni a questa parte? Se devi fare una pensione ad una persona ti devi preoccupare del suo futuro e del fatto che quei soldi in qualche maniera gli debbano rientrare tra 10, 20, 30 anni… O si deve pensare che quelle aziende …..in qualche maniera…. influenzino la scelta su dove investire….
Dai Monti … spazza via tutte queste cricche!
Cancella tutti gli ordini e i loro assurdi obblighi che limitano l’iniziativa. Restituiscici la libertà e la libera concorrenza.
Chi è più bravo vada avanti e chi fa questo lavoro solo per percepire uno stipendio a fine mese (vedi tutti coloro che lavorano nelle aziende statali … e che escogitano di tutto per non fare un tubo, tipo farsi eleggere nell’ordine o nell’ENPAP per fare i loro inciuci) si trovi un altro lavoro e lasci il posto ai giovani.
Siete finiti. Dinosauri in via di estinzione!
Sai quale sarà il problema … che quando aboliranno gli ordini (e lo faranno di sicuro perchè esistono solo in Italia per bloccare il mercato!) e le casse mutue pensionistiche, tutti i nostri soldi versati finiranno nel calderone dell’INPS che oltre alle pensioni (di anzianità, di vecchiaia, baby e quanto di altro) li usa per la cassaintegrazione, le pensioni d’invalidità i tiket per i lavori socialmente utili etc… . E non li rivedremo mai più!!!!
Speriamo che poi però ognuno possa essere libero di mettere i propri contributi dove vuole lui (anche sotto il mattone – che di questi tempi è il posto più sicuro!).
Quanto ai colleghi che temono per l’estinzione degli ordini dico:
ragazzi, non temete, TUTTI GLI ORDINI DOVRANNO ESSERE ABOLITI – NON SOLO IL NOSTRO … ANCHE QUELLO DEI MEDICI … e allora il campo sarà veramente libero!!!!
Piangerà un po’ chi lavora nel comparto statale …. mi spiace … a loro dico: rallegratevi colleghi … fin ora avete mangiato oltremisura .. un po’ di dieta tonificante non dovrebbe farvi male … rimettersi in gioco non è poi una cosa così negativa … rendersi conto che se non sai risolvere i problemi degli altri è meglio dedicare un po’ di tempo alla tua formazione (non con quella stupidaggine dei corsi obbligatori ECM fatti solo per pura forma con docenti raccattati a destra e manca) spendendo soldi in corsi -seri- con didatti di alto livello … come dire … ringiovanisce!
Vai Monti …vai.. anche se ci farai ingoiare una medicina amara … vai avanti .. togli tutto questo marciume…. sei l’ultima speranza per questo paese!
Tu vivi in un mondo tuo, dove lo stato non esiste e le leggi sono un optional. Quando mai un settore importnte come quello delle pensioni può essere lasciato al libero mercato? abbiamo appena votato per avere l’acqua pubblica e non privatizzata, ed ora arriva il genio dell’economia a dire che le pensioni devono essere roba affidata ai privati e alla libera scelta. Beh, se esistesse davvero la totale libertà di scegliere le pensioni, io non vorrei proprio essere concittadino di uno come te, che con la comprensione che si ritrova per l’interesse pubblico potrebbe finire per pesare sui miei, di contributi.
Se non vuoi regole, vai a vivere in Burundi e fatti il tuo piano pensionistico coltivandoti ananas e banane, sperando che nessuno ti porti via il raccolto sotto gli occhi a colpi di machete. Sei capace solo di far proclami fuori dal mondo, se è questo il senso critico che trasmetti ai clienti è meglio che cambi mestiere.
Caro Gianni,
a parte la “brutta” risposta – forse ti senti punto… ? – io credo che la “reazione” di Carlo non sia frutto di solo rabbia,anarchia e libertarismo. Riguarda,semmai,il grado di “fiducia” che nella professione si sono guadagnati i vertici passati,presenti..e forse futuri ( se questi saranno di Altra Psicologia). Demagoghi a caccia di consenso,cavalcando la naturale delusione dei ns. giovani,si annidano dovunque ci sia falso “senso di realtà” e della “cosa pubblica”.Io ho 66 anni e sono pensionato ENPAP dopo 16 di contributi.. e 35 di “libera”professione prendo 153 euro mensili di pensione.-
Se invece li avessi messi in INPS o in altro Fondo pensione libero avrei avuto circa 35.000 euro di capitale o un minimo di 530 euro di pensione….! Ora che Altra Psicologia difenda il ns. Ente di Previdenza così come è e come è stato gestito..mi meraviglia molto :conosco e mi ricordo le battaglie contro i vertici dell’ENPAP/AUPI…!Meno meraviglia mi appare invece la sua difesa corporativa della professione. Questi, purtroppo per A.P, sono tempi brutti per tale tipo di difesa. Certo dopo 20 dalla nascita dell’Ordine e 40 di attesa per averlo…fa rabbia..ma è così : noi psicologi siamo nati in ritardo ( qualcuno anche ritardato,scherzo!) subiamo le conseguenze della Storia della Psicologia in Italia ( grazie alle due “Chiese” : la Cattolica,con P. Gemelli e quella Comunista Sovietica..).
Fa bene chiunque farà diventare l’Ente un soggetto Privato con controllo dell’ISVAP o altra Autorità di controllo per far divenire il cospicuo patrimonio un Fondo chiuso riservato a Psicologi che possono usufruire della flessibilità e della gestione oculata ma non “politica”( è una vita che altre Casse come quella dei medici sono divenuti centri potere e di malaffare..!). I soldi corrodono l’anima ma anche l’etica ed il senso morale….! Quindi le idee provocatorie fanno bene perchè smuovono gli animi delle persone in buona fede ,diventano quotidiano esercizio dialettico contro il conformismo, i nani e le ballerine..di Accademica e Professionale memoria.
Sul destino degli Ordini non so come andrà l’esercizio di lobbing ( confiderei su Medici ed Avvocati),ma credo sia meglio farli divenire delle “forti” e libere associazioni professionali che dovranno richiedere serie regole di accreditamento di qualità e competenze professionali ed etiche ( giusta la citazione della buffonata ECM) in entrata ed in itinere ( come fanno quelle di lingua anglosassone).
Senza offesa per nessun con il massimo rispetto per le opinioni divergenti.
Caro Nello,
a parte i calcoli pensionistici che ci porti qui, su cui ci sarebbe da approfondire “carte alla mano”, e che anche se veritieri non potrebbero comunque rappresentare una legge generale, dalla riforma Dini (’95) chiunque inizia a lavorare entra nel sistema contributivo: più verso, più pensione ho. Il calcolo è fatto sulla base di un coefficente stabilito a livello ministeriale che si applica indistintamente a tutti i cittadini.
Quello che invece vorrei chiarire è che Altrapsicologia non appoggia affatto questa gestione ENPAP, semmai l’istituzione delle casse previdenziali private nel loro complesso. Speriamo di poter uscire da una logica del tutto intracategoriale che vede psicologi contro psicologi, mentre il resto del mondo va per la sua strada.
L’attuale gestione dell’ENPAP da parte del sindacato AUPI, presentatosi sotto falso nome (Costruire Previdenza) rileva ad ogni consiglio falle gestionali e di progettualità che non abbiamo mai mancato di sottolineare, caso UNICO nel panorama italiano della psicologia: mentre tutti fanno proclami indiscriminatamente “contro”, che alla fine diventano un lamento scontato e improduttivo, noi interpretiamo il nostro ruolo di consiglieri con rigore e metodo, criticando esattamente dove serve e pubblicamente (non mandiamo mail segrete agli amici per sparlare dell’AUPI, se abbiamo da dire lo diciamo pubblicamente e lasciamo libertà di replica).
Proprio perché entriamo nel merito della politica previdenziale, sappiamo che è possibile una diversa gestione delle casse. E sappiamo anche che, qualunque cosa se ne dica, le casse private posseggono un patrimonio attivo che hanno saputo gestire. Alle casse giovani come la nostra manca però gente con le palle (perdonate il francesismo) che le sappia condurre verso una logica di assistenza e previdenza moderna, libera da troppi vincoli ministeriali, ma forte della compattezza della categoria e dei legami con le casse più antiche ed esperte (INPGI, ENPAM, Cassa Forense, Inarcassa solo per citare le più rappresentative).
Ai detrattori delle casse private chiedo invece di fare una prova dal vivo: chiedete a chiunque abbia fatto l’artigiano negli anni ’70-’80 se era meglio la cassa artigiani (ora chiusa) oppure l’INPS…
Poi, per carità, se qualcuno dei super-liberisti all’ascolto ha un buon piano pensionistico privato da suggerire ai lettori ben venga… ma sono prodotti finanziari con pregi e difetti, con un difetto di base: sono complessi, nel senso che sono composti da indici a loro volta composti da prodotti finanziari azionari, derivati o obbligazionari (semplificando molto). Insomma, è come comprare l’omogeneizzato di frutta per il pargolo: ti dicono che c’è mela e banana, ma non sai mai bene tutto quel che c’è dentro…
La tua risposta Nello la trovo molto intelligente, il rispetto per le idee altrui prima di tutto, rispetto anche a chi dice che “qualcuno non sarebbe adatto a fare lo psicologo” quando è lui che non riesce a confrontarsi con un’idea divergente dalla propria! Anch’io credo che debba esserci maggiore concorrenza, prendere 150 euro al mese è come non prendere niente. Io devo ancora iniziare la libera professione, speriamo che i nostri rappresentanti, soprattutto quelli contro queste inefficienze, possano portarci a un miglioramento della situazione.
Con rispetto per le idee di tutti!
fai attenzione Carlo siccome hai detto “chissenefrega” ora verrai accusato di essere un adolescente “in…cato”…qua dentro c’è gente grigio-vestita che ovviamente è al servizio della casta e dell’ordine…condivido appieno il tuo ragionamento e spero che la maggior parte degli psicologi capisca che questi baroni si vogliono appropriare della nostra libertà…
Bravo!! Pienamente d’accordo! Con Monti finalmente è giunta l’ora di levarci da tutta questa roba obsoleta ed inutile ai fini della “crescita professionale”. La tutela? Ognuno si tutela a suo modo in modo differente!
un rendiconto onesto, quindi un confronto valido, mostra sia quello che paghiamo sia quello che incassiamo in proporzione. Il confronto da voi pubblicato è parziale e fuorviante
In generale vedo tre punti discutibili:
1) la libertà di versare i contributi ad una cassa o agenzia che offra il vantaggio migliore
2) la libertà di designare l’erede, anche per chi non fosse sposato
3) il problema della solidarietà che nel nostro ordine penalizza decisamente i maschi
Gentile Alfonso,
il rendiconto pubblicato è dichiaratamente relativo ai contributi richiesti. Non comprendo come possa essere parziale o fuorviante. Se vuoi sapere “quello che incassiamo in proporzione”, dovresti spiegarmi meglio che dato ti interessa: il reddito medio degli iscritti ENPAP? le pensioni erogate? l’incasso generale dell’ENPAP?
Sugli altri tre punti:
– il punto 1 è pura utopia: non avverrà mai che uno Stato lasci piena libertà di scelta ai cittadini rispetto alla contribuzione previdenziale obbligatoria, che esiste ovunque. Si tratta di attività di interesse sociale, come ospedali e scuole, per cui abbandonerei questa prospettiva. In altre parole, fa male ma ci tocca pagare: anche per me è fastidioso sapere che i rendimenti del mio montante sono vincolati al PIL, ma il problema non è della nostra categoria o dell’ENPAP, ma dei paesi ad economia sviluppata in cui la gente sopravvive fino a tarda età.
– sul punto 2: concordo sul principio, e per me sarebbe vantaggioso perché come molti ho figli e una compagna, ma non sono sposato. Gli enti previdenziali privati servono proprio per tarare questo genere di regole, anche se esistono forti limitazioni a livello normativo. Ad esempio: se una cassa di previdenza mettesse a regolamento che gli iscritti possono designare per la reversibilità una persona qualsiasi, i ministeri vigilanti probabilmente non lo permetterebbero perché questo non è contemplato nella normativa generale dello stato. In altre parole: le casse possono fare molto ma non tutto.
– mi trovo abbastanza d’accordo sul 3, ma occorre ricordare che l’80% delle iscritte è donna e quindi è inevitabile che la solidarietà vada tarata su questo dato.
Pienamente in accordo con Carlo, Nello e Paolo.. voglio inoltre sottolineare la progressiva perdita di credibilità di AP (con il suo AltroAttaccamentoAll’Ordine) da parte della nuova generazione di colleghi, oltre all’aumento del divario tra dipendenti pubblici e liberi professionisti (che vedono, per la prima volta nella storia, diminuire il loro reddito anno dopo anno).. non parliamo dei nuovi giovani colleghi per i quali il precariato è ormai un miraggio irraggiungibile.. mi sembra evidente che chi parla come Gianni non vive la tragica situazione di emergenza e povertà estrema della nuova generazione.. chi ha un reddito di 3/5mila euro l’anno non può in alcun modo accettare l’idea di dover pagare centinaia di euro di contributi a “fondo perduto”, semplicemente perché con quel reddito non riesce minimamente a sopravvivere, e difficilmente potrà vederlo aumentare negli anni. In una situazione di tale emergenza per i più giovani non ha più alcun senso parlare di pensioni..
Vedo che i soliti disinformatori sono bene all’opera… solita tecnica, due-tre persone che postano una decina di interventi a testa con nomi diversi, ripetendo le stesse cose per cercare di creare l’impressione di una ostilità diffusa a quanto riportato da AP (la quale è di suo troppo ingenua, perchè permette queste raffiche di commenti chiaramente artificiosi delle solite due o tre persone, senza nemmeno un filtro di registrazione). Siete divertenti, anche se ripetitivi fino alla banalità.
e tu sei affetto da disturbi paranoidi …fino alla ripetitività!!!
Non per fare il saputello…
Ma da quanto so ci sono degli errori nelle affermazioni degli amici che hanno scritto
primaditutto divendere in modo radicale il liberalismo estremo significa non avere puu nessuna garanzia, andatelo a chiedere ai possessori di quote di fondi privati quanto hanno perso in qquest’ ultimo anno . l’enpap mi pare che sia semipubblica ovvero privata a controllo statale e quindi mal che vada anche se la chiudono la pensione e’ garantita dallo stato
Poi il collega che dice che versando all inps avrebbe pro di piu non dice il vero …ovvero se avesse versato di piu avrebbe preso piu….dal 93 infatti col sistema contributivo si prende indietro solo quello che si versa..
Versi di piu prendi di piu .
Una nota sugliordini, quando li faranno sparire rimarranno sicuramente i medici e tutti quegli ordini che hano la legge europea che li difende. Gli psicologi spariranno sicuramente cosi l’aupi tornera’ ad essere di nuovo il centro della professione..sen la dialettica che qlmeno oggi c’e’ all’intno degli ordini degli psicologi……consideriamo pure che la lombardia e’ in mano ora ad altrapsicologia….
…ma del monopolio delle OS ne vogliamo parlare?
..e del fatto che l’MMPI costa uno sproposito e ogni volta devo ricomprarlo?
…come se ogni volta che accendete il pc dovreste ricomprare windows…roba da matti…!!
E NESSUNO NE PARLA!!!
tra l’altro è robaccia…vi sono alcuni test che non so proprio come abbiano fatto ad arrivare ad un tale successo…vi sono errori grossolani e da principiante nella formulazione di alcuni item di diversi test..
almeno un minimo di studio delle tecniche del questionario me lo sarei aspettato dai baroni, o quantomeno un controllo prima di mettere in giro certe castronerie.
come ad esempio le doppie affermazioni in questionari a risposta dicotomica o likert…roba da pivelli..!!
ma è chiaro…sono stati fatti dai pivelli o pivelle dei baroni per poi essere rivenduti dai baroni e mantenere cosi il loro status quo..ma almeno un controllo che diamine!!!
Scusa, ma mi permetto perchè mi viene dal cuore. La prima cosa che ho pensato leggendo l’articolo e soprattutto la tabella è stata: ma di cosa stiamo parlando? Purtroppo la professione dello psicologo non è avvicinabile a quella dell’architetto (ne ho uno in casa), dell’avvocato, del medico, ma nemmeno del geometra o degli altri nell’elenco quanto a guadagno. A meno di situazioni particolarmente fortunate, lo psicologo è lontanissimo dai guadagni degli altri professionisti, soprattutto se si parla di giovani (quale io sono) che non raccimolano nemmeno uno stipendio sufficiente per fare la spesa in fondo al mese. Una cosa è il 10 o 12% di 20.000 all’anno un’altra è calcolarla su 3/5mila (il nulla!) come diceva Andre. Per forza ci lamentiamo, non c’è lavoro e paghiamo un sacco di soldi tra iscrizione all’Ordine, Enpap, ECM, quando molti di noi non guadagnano nemmeno i soldi per andare a comprare il pane…
Una triste realtà. Non c’è mai limite al peggio, questo è certo, ma se devo anche ringraziare per i soldi che non ho e mi sento rubare di tasca…
Cara Elisa,
il problema dei redditi bassi è certamente reale, ma non è un problema dei soli psicologi: molte categorie professionali con limitata selezione all’accesso (gli avvocati, ad esempio) hanno il medesimo problema che segnali, e cioè che in valore assoluto il guadagno iniziale non copre le spese.
Peraltro, è il problema iniziale di ogni attività commerciale: all’inizio gli incassi non coprono l’investimento. Se pensiamo all’apertura di un piccolo negozio in franchising, ad una cooperativa o ad un’impresa di pulizie, ci troveremo di fronte ad una situazione molto simile. La differenza, perdona il gioco di parole, è ‘psicologica’: noi psicologi non siamo a mio avviso sufficientemente consapevoli degli aspetti economici dell’attività, e quando li incontriamo è traumatico.
Qualunque persona che avvia un’attività commerciale mette in conto almeno uno-due anni di perdita, dovuta anche al fatto che comunque alcuni contributi sono dovuti (previdenza, assicurazione infortuni, alcune imposte sono comunque obbligatorie per tutti, anche se l’attività è in perdita) e che ci sono spese vive iniziali ed un tempo fisiologico di avvio dell’attività.
In questo, credo che l’Università abbia una doppia responsabilità: fioriscono come funghi facoltà di psicologia che inflazionano il mercato di giovani professionisti, e non forma alla gestione amministrativa. Ci si trova buttati sul mercato, sguarniti di strumenti per comprenderlo, sentendosi soli e vessati dalle nostre stesse istituzioni, senza una visione globale del mondo delle professioni.
In ogni caso, il reddito medio degli psicologi iscritti ENPAP (quindi, esclusi i dipendenti pubblici e privati) nelle regioni del Nord si aggira intorno ai 15.000 euro annui (cito a memoria il bilancio, ma mi pare che la cifra sia più o meno quella). Un dato che non entusiasma di certo, ma che non è nemmeno catastrofico. Peraltro, occorre considerare che è un reddito medio, ma la realtà della nostra categoria è che per molti la libera professione è una sorta di ‘secondo lavoro’ (molti lo affiancano all’attività di insegnanti, dipendenti, etc).
Mi preoccupa molto di più il netto scollamento fra iscritti all’Ordine (circa 70.000) e iscritti ENPAP (circa 35.000): significa che metà degli iscritti non esercita. Questo è il segno di una netta sovrappopolazione professionale, che è proprio la conseguenza di una sfrenata deregulation nell’accesso alla professione.
Non posso che trovarmi d’accordo con Gianni, mi sembra che tutti vivano in un mondo chiamato Utopia, in cui il mezzo di scambio è il baratto e tutti sono buoni con tutti.
Fatemi capire una cosa: perché versando meno soldi qualcuno dovrebbe restituirci più soldi? Se le pensioni degli psicologi sono da fame è perchè negli anni abbiamo versato il 12, e non il 26,72%. Allora, se il problema è quello, niente vieta di crearsi una pensione integrativa presso una società privata per il restante 14,72%.
E poi, se invece si vuole abolire del tutto l’ENPAP per versare quanto si vuole al miglior offerente, che servizi ci si aspetta dallo Stato? E se, come dice Carlo, possiamo decidere autonomamente di mettere i soldi sotto il mattone, quando avremo bisogno di un intervento in ospedale lo pagheremo come negli Stati Uniti? E se non abbiamo soldi? E ai figli paghiamo la scuola dell’obbligo quanto pagheremmo un Master post-universitario? Dato che allo Stato non abbiamo dato niente, direi che niente ci dovremo aspettare!
Un’ultima considerazione, decisamente fuori tema: capisco che nel nostro lavoro si lavori di concetto e, soprattutto, con la parola detta…ma è mai possibile che gente laureata scriva in questa maniera?! “Qual è” non va apostrofato e, Gaetano, ho capito la metà di quello che hai scritto. La punteggiatura è stata inventata tempo fa per uno scopo preciso (tralasciando gli errori di digitazione).
Cara Raffaella (e altri),
vedo che sei, come molti che hanno scritto in questo blog, molto allenata nel sistema tutto italiano di cercare di svalutare il promotore di un’opinione diversa dalla tua -anzichè affrontare l’argomento che tratta –
Questo è sicuramente segno di povertà di contenuti (non ti offendere … ma è così).
Invece di guardare il dito prova a vedere la direzione che indica!
A tutti quelli che, credo non in malafede, pensano che il cambiamento del sistema pesante all’italiana con uno più liberista sia una catastrofe allego due cose;
sappiate che, negli USA:
– non esiste l’IVA sulle consulenze;
– scarichi tutto senza fatture intestate, ma solo con gli scontrini;
– fino a 50mila dollari di utile paghi il 15% di tasse!
– un dipendente ti costa il 7,5% rispetto al suo stipendio netto!
– se un dipendente non lavora bene lo puoi licenziare immediatamente (anche nel comparto statale!).
– se vuoi farti assumere mandi il tuo curriculum via internet e, sulla base della tua esperienza e delle tue pubblicazioni, l’ente (se ha bisogno di una figura come la tua) ti chiama! Non vengono fatti quegli assurdi concorsi di centinaia di persone dove tutti partecipano pur sapendo chi alla fine entrerà!
– se sei senza lavoro t’iscrivi ad un ufficio di collocamento che mette la domanda in rapporto all’offerta (oppure t’indirizza verso un corso di formazione per riqualificarti).
Poi, tutta la storia sulle persone che vengono abbandonate a se stesse senza welfare a sostegno è una balla colossale.
In Usa le persone che hanno un reddito inferiore ai mille dollari al mese hanno l’assistenza sanitaria e il sussidio. Inoltre possono scegliere una casa (di un privato) e avere un voucher che paga l’affitto della loro casa al 100%.
Il padrone di casa riceve l’affitto direttamente dal governo con puntualità svizzera e nessun rischio.
Se poi affitti ad un privato, che malauguratamente non paga, lo sceriffo lo sbatte fuori in 20 giorni, senza se e senza ma.
Ora, due cose sull’assistenza medica.
E’ noto che gli U.S.A. fonda la propria esistenza economica e sociale su un sistema profondamente liberale che, in riguardo al welfare, si appoggia su due pilastri funzionali: il Medicare (assistenza medica) ed il Medicaid (aiuto medico); il primo rivolto agli over 65 e l’altro per i cittadini bisognosi di cure mediche. Il primo, non coprendo totalmente né i costi d’intervento né la lungodegenza, di solito viene affiancato ad ulteriori coperture assicurative.
Ogni cittadino ha un’assicurazione a copertura dei catastrophic illness, ovvero di quegli avvenimenti che generalmente comportano il ricorso ad interventi importanti, usualmente chirurgici, il cui ammontare in termini economici deve essere posto in relazione all’accordo stabilito con l’ente erogatore (ovvero allo span di copertura oltre il quale il soggetto paga di tasca propria). Naturalmente, maggiore è lo span, più sarà alta l’aliquota da versare periodicamente nelle casse dell’agenzia. Oltre ciò viene previsto un tax free found cui ogni persona è chiamata a partecipare. Sostanzialmente si tratta di una specie di fondo di accumulo, esente tasse, collegato all’azienda in cui il soggetto lavora che può essere utilizzato come suppletiva copertura finanziaria all’assicurazione catastrophic illness.
Allora… siete sempre convinti che liberalizzare un po’ sia il peggiore dei mali?
Diciamo che l’Italia è il paese dei privilegi e chi riesce in un modo o nell’altro a garantirseli se li tiene ben stretti.
Naturalmente agisce a scapito di altri pur sapendolo – ci sono migliaia di persone che non hanno i privilegi di statali, organici ai partiti, di Enti parastatali etc… . Certo questi, nel loro esclusivo interesse, parlano bene … vogliono mantenere il sistema così com’è (l’ho messo bene l’apostrofo Raffaella? … sai sono un po’ ignorante io, son figlio di operai!) tanto noi non percepiremo nulla di pensione quando ci andremo. Ce la mangeranno tutta loro!
Un saluto a tutti e …. senza offesa per nessuno….
Caro Carlo,
vedo che tu, invece, sei molto allenato nell’arte di leggere solo quello che ti interessa, dato che mi sembra che il discorso sull’ortografia io l’abbia messo a margine di un discorso (anche se breve) che esprimeva il mio punto di vista. Capisco, però, che ti sia sentito ferito nel tuo orgoglio, sarebbe stato così anche per me (e, devo dire, che il mio discorso era riferito più che altro a quello che ha scritto Gaetano, che davvero era a tratti incomprensibile).
Detto ciò, non credo che quello che dici sia assurdo, o non auspicabile, semplicemente mi sembra utopistico qui in Italia. Sarò disillusa, o quello che ti pare, ma per avere un cambiamento come quello che auspichi tu non dovrebbe cambiare solo il nostro piccolo mondo di Ordini Professionali e Enti Previdenziali. Dovrebbe cambiare l’intero sistema fiscale, contributivo e pensionistico. E, per me, è davvero difficile. Il rischio è che invece di andare meglio, avremmo solo più problemi. In conclusione di tutto ti dico che se si riuscisse a far cambiare l’intero sistema sarei d’accordo con te, se si trattasse solo di abolire gli Ordini…allora no. Finiremmo nel calderone in cui si trovano tutti gli altri, e non mi pare che l’INPS se la passi tanto bene!
Ps: e non mi dare della classista. Se tu sei figlio di operai, io sono figlia di agricoltori.
Cordialmente,
Raffaella
Fantastico, Carlo.
Ma temo che tu abbia descritto Disneyland, non gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti sono quel paese che ha la più alta mortalità infantile dei paesi occidentali sviluppati, per povertà e carenza di assistenza socioanitaria; il maggior numero di pazienti privi di copertura dell’assistenza medica (perchè ti sei dimenticato di dire che se vieni licenziato perdi anche i versamenti necessari per coprire e tenere attiva la tua costosissima assicurazione sanitaria, il quale è un benefit e non la norma); una disoccupazione cronica elevatissima (alla faccia del mercato del lavoro flessibile, e del “basta che vai all’ufficio collocamento e ti fanno incontrare domanda e offerta”, così, come se fosse il tirare fuori il coniglio dal cilindro); il paese con uno dei peggiori (più squilibrati) Coefficienti di Gini nella distribuzione del reddito tra i gruppi sociali; il maggior numero di persone che hanno un fallimento e perso il mutuo, con ipoteca di proprietà mobili e immobili, perchè avevano dovuto impegnare tutte le loro risorse per coprire una spesa imprevista, una malattia cronica, un parente invalido e non sono stati dentro le rateizzazioni previste.
Un quadro un poco diverso.
Sei ancora così convinto che liberalizzare tutto all’americana sia la strada giusta, e che il sistema di welfare e regole sia così sbagliato ?
Dimenticavo: l’housing voucher del PHA sarebbe meglio precisare che non viene affatto dato a tutti coloro che lo richiedono, come vorresti fare intendere, e che in realtà vi sono spesso liste di attesa, anche a lungo termine; che lo possono chiedere solo le famiglie estremamente povere (il discorso dei mille dollari è da relativizzare sul reddito medio della zona, e di solito lo ottengono solo le persone con redditi molto inferiori), ed anche a quelle persone può essere negato se le risorse economiche del PHA sono insufficienti.
L’America… anche in Italia esiste una cosa che si chiamava ai tempi “case popolari”, date dai Comuni agli indigenti a prezzi calmierati, tanto per la cronaca.
Molto bello l’articolo e finalmente si porta un dato concreto e reale in questo mondo di psicologi che ogni tanto sembra carente nel principio di realtà. Però manca un dato fondamentale che è il contributo minimo, dettaglio non da poco: un conto è versare minimo 780,00 euro ed un conto sono 3.000,00 dei farmacisti. Anche questo è un dato fondamentale.
E poi mi azzittisco, ma ho riletto solo ora questo passaggio nel tuo messaggio.
Non è vero che l’housing voucher ti fa stare in affitto a costo zero, paghi il 30% minimo, e se il padrone di casa stabilisce prezzi più alti del costo medio di un piccolo appartamento la differenza comunque sei tenuto a metterla tu.
Quindi, per favore, riportiamo le informazioni vere, e non facciamo credere che ci sia una Disneyland oltreoceano, perchè non è affatto così.
Rispondo a tutti quelli
che vogliono mantenere le cose così come sono, che intervengono ragionando solo con criteri ideologici (sveglia ….le ideologie non esistono più!!! siamo nel terzo millennio!!!!) o per partito preso. E anche ai disillusi.
Se volete sapere cone sono organizzate le casse mutue pensionistiche guardatevi Report (rai 3) del 4/12/11. C’è uno special tutto sulla cassa mutua per eccellenza, quella dei medici e odontoiatri.
Vedrete cosa significa demandare ad altri (con un mandato -A FIDUCIA- senza alcun tipo di potere da parte degli amministrati….) la gestione dei propri soldi …. quelli che vorresti vedere rimborsati in futuro (tra 10-20 30 anni).
Vedrete cosa significa conflitto generazionale.
Gli anziani sono IPERGARANTITI (lì si parla di medici … ma per noi è la stessa cosa … il sistema è il medesimo) e andranno in pensione con 4000 euro mensili lordi. I giovani medici, se gli va bene (cioè se non fallisce la cassa …. he sì … le casse mutue pensionistiche possono anche fallire ….), con 2000 (sempre lordi … cioè circa 1000 netti, più o meno).
Ribadisco: con questo sistema le nuove generazioni non prenderanno mai nulla di pensione!
Anzi, in pensione non ci andranno proprio!
Noi stiamo pagando un prezzo altissimo per pochi che ne beneficeranno oltremisura – appartenendo a coloro che non ne beneficeranno affatto.
Dobbiamo riprenderci il futuro!
Basta demandare ad altri! Dobbiamo amministrare noi stessi i nostri soldi! E chi non se la sente perchè non si ritiene in grado di farlo, che rimanga pure così com’è. Immaturo.
L’unica maniera per generare onestà e abbattere i privilegi consiste nel poter essere liberi di investire dove vogliamo.
Se l’ENPAP o chi per lui mi dimostra che pensa al mio futuro con investimenti che ritengo validi – continuerò a mettere i miei soldi lì. Ma se non sono convinto deve essere possibile per me rivolgermi altrove.
Se siamo obbligati a fare “cose” dall’ordine, o da chi per lui, non avremo mai potere contrattuale. E’ questo il punto! L’unica possibilità che abbiamo è poter dire (se le cose non ci stanno più bene) … ciao ciao! … me ne vado … faccio i miei versamenti presso un altro ente (sempre di psicologi s’intende)! M’iscrivo ad un’altra associazione.
Ma perchè dobbiamo demandare ad altri l’amministrazione dei nostri soldi? Siamo noi che dobbiamo tutelarci.
L’ordine deve essere al servizio nostro il che significa NON IMPORRE!
Ci deve difendere, salvaguardare la professione ma non obbligare!
Basta con un ordine che impone prevalentemente ai liberi professionisti (ora ci obbligheranno anche a quella stupidaggine degli ECM) .. che pensi a quelli che se ne stanno ben protetti nel servizio sanitario nazionale che nella maggior parte dei casi non fanno un tubo dalla mattina alla sera… (spero proprio che Monti metta il licenziamento per chi non lavora sennò questi arriveranno ad 80 anni senza far nulla occupando un posto di lavoro con stipendio stellare….).
Non abbiamo bisogno di persone che ci dicono come fare!! … in base poi a cosa? al criterio di eleggibilità? Sicchè se uno è un cretino ma è un abile paroliere politico (un ciarlatano) e si fa eleggere (magari con inciuci tipo quelli dell’AUPI) allora acquisisce immediatamente la capacità di amministrare i nostri soldi?
Ma dove è scritto! Ma siamo impazziti?
Quì si confonde il criterio di democrazia elettiva con quello di uguaglianza e di competenza! Sono tre cose completamente diverse!
Vedetevi lo special di Report (rai 3) e poi ne riparliamo!
Un saluto a tutti.
Caro Collega,
il tuo intervento, che richiama all’abbandono delle ideologie, pare invece un monologo ideologico, con alcune inesattezze. Una su tutte: la cassa dei medici (ENPAM) funziona in modo del tutto diverso dalla cassa degli psicologi (ENPAP). La cassa dei medici prevede un sistema misto, retributivo per chi è iscritto da molto tempo (i medici più anziani) e contributivo per chi è iscritto da meno tempo (i medici giovani).
Questo perché la riforma Dini (1995) obbligò tutte le casse professionisti al metodo contributivo, senza retroattività: in pratica, quello che oggi ha fatto il governo Monti per tutti i cittadini a partire dal 2012.
Chiaramente, il sistema retributivo (ti pago in base ai tuoi ultimi redditi prima della pensione) espone le casse a pagare alla gente molto più di quel che hanno versato: report non ha scoperto nulla di nuovo, dicendo che la cassa dei medici ha problemi di gestione, fra un difficile equilibrio di bilancio sul lungo periodo e la presenza di prodotti finanziari ancora intossicati dal famoso settembre 2008.
La cassa psicologi (ENPAP), nata dal decreto 103/1996, funziona PER TUTTI con sistema contributivo: tutti vanno in pensione a 65 anni, tutti vedranno calcolata la propria pensione sulla base dell’effettivo versato, e il trattamento pensionistico segue i medesimi criteri di calcolo e gestione.
Tutto possiamo imputare all’attuale gestione della cassa: imprecisione, poca visione di lungo periodo, scarsa rappresentatività (il gruppo di maggioranza proviene da un sindacato di dipendenti pubblici, non da una associazione di liberi professionisti), persino un certo modo disinvolto di concepire il funzionamento democratico. Altrapsicologia pubblica decine di articoli critici, sull’attuale gestione. Ma cerchiamo di essere precisi e puntuali, perché a buttar voce per la strada sono capaci tutti, ma la nostra cara professione non ne guadagna nulla ed anzi, perde in compattezza, autonomia e credibilità.
All’ENPAP come istituzione non possiamo imputare l’iniquità nel sistema di calcolo delle pensioni, o il pericolo di squilibri di bilancio: il decreto che l’ha fatto nascere impone un trattamento uguale per tutti, e guardacaso è il criterio adottato oggi, a distanza di 15 anni, dal governo.
Semmai, possiamo lamentarci del fatto che noi liberi professionisti abbiamo subito, con 15 anni di anticipo, l’imposizione di un sistema di calcolo delle pensioni che rimane comunque l’unico possibile per mantenere un equilibrio di bilancio nelle attuali condizioni demografiche ed economiche generali (poco lavoro, pochi contributi, aspettativa di vita elevata e quindi molti pensionati).
Nessuno dice che sia il migliore dei mondi possibili. Ma è questo.
Ieri ho spedito la raccomandata per disdire l’abbonamento televisivo. Il 31 gennaio invece chiudo la partita iva e smetto di versare all’Enpap i miei soldi per pagare la pensione ai vecchi baroni della psicologia italiana. Il prossimo passo (probabilmente questa estate, quando obbligatoriamente dovremo assicurarci per la rc) sarà di cancellarmi dall’ordine. Già comincio a sentirmi più leggera!!! Più libera di scegliere cosa fare nella vita e come farlo! Meno vessata! Questo Paese dà più possibilità a chi agisce fuori dalle regole che a chi le rispetta…quindi io mi sono stancata di essere “cretina” e ricomincio daccapo, offrendo la mia professionalità con altro nome, e magari senza che il mio lavoro vada ad arricchire le tasche di qualcun altro. In Italia si può fare tutto! Tutto tranne essere seri! Io la mia protesta l’ho iniziata, dando un seguito alle chiacchiere fatte in questo forum. Chissà se qualcun altro riesce ad avere lo stesso coraggio, e soprattutto se qualcuno ha ancora il senso della dignità e della giustizia
Brava!! La creatività personale, su cosa e come poter lavorare, diventerà lo strumento fondamentale per levarsi da questo “giro di vite” non certo voluto da noi (appartenenti alla middle-class) e che invece ci vogliono far pagare a tutti i costi questi delinquenti!!
Donatella, hai tutto il mio appoggio in questa tua operazione anti-burocratica e per la dignità. La burocrazia va combattutta ogni giorno dal singolo cittadino senza aspettare che arrivino goccette dall’Alto. Inoltre, la tua è anche una scelta razionale: l’europa va in quella direzione e se l’italia a breva non si adegua viene triturata. Cambierà tutto nel corso del 2012: funzionamento reale degli ordini, pensioni, figure professionali come counselor, coach, ecc credo in prospettiva simil-anglosassone. Bene? Male? Vedremo, ma succederà. Serve proprio un cambio di mentalità, e tu l’hai fatto, come l’ho fatto io qualche anno fa. Con grande soddisfazione. La sensazione è quella di aver divelto una gabbia che ci imprigionava: tanto l’ordine non ti tutelerà mai, la pensione enpap non la vedrai mai (o sarà risibile) e altre figure professionali meno ingessate e più organizzate masticano mq di “confini professionali” ogni mese. Abbandoniamo in fortino sotto assedio, tanto da difendere non c’è niente.
Buon 2012 e buona rinascita professionale a tutti!
Odio aver ragione perchè mi hanno sempre detto che la ragione è degli stupidi ma adesso che l’ENPAP ha sperperato 44milioni di euro nell’acquisto di un immobile a Roma da un noto politico nazionale pagandone “presumibilmente” 18milioni di tangente “in sovrapprezzo” rispetto al reale valore di quell’immobile che hanno da dire i vari Federico, Gianni, Erri, Gaetano, Raffaella, Disneyland (Disneyland? ma chi cazzo sei … che ti firmi così?) e Fernando???????
Che dicono ora?
Allora, secondo me le cose sono 2 o siete completamente dentro al sistema, così dentro che ci guadagnate anche voi (allora un plauso al vostro animato stile persuasivo -che però non mi sembra faccia tanti proseliti- anche se non condivido assolutamente la linea morale che tenete) oppure siete veramente in buona fede allora ammiro la vostra ingenutà e candore d’animo. Che in Gianni tocca i livelli del “pastore errante dell’asia” di Leopardiana memoria.
Avessi io il coraggio di Donatella!…. Complimenti, brava! e anche tutti gli altri a seguito….. purtroppo abbiamo dei colleghi che quando qualcuno dissente muovono accuse sulla persona, lo etichettano moralmente in negativo (quasi l’offendono) invece di controbattere con argomenti all’argomento che porta!
Allora uno dice a tutti, nell’interesse di tutti (racogliendo consensi peraltro … quindi non sono solo … meno male!)… smettiamo di fare così perchè ci rimetteremo tutti, … perchè perderemo i nostri soldi … non avremo la pensione … e quelli che fanno? dicono che sei un disfattista, una persona che dovrebbe farsi il suo piano pensionistico nella “repubblica delle banane” (vedi cosa dice Gianni).
Gianni, capisco che siaè doloroso …. ma, SVEGLIATI! … siamo nella repubblica delle banane! E tu, con quei ragionamenti (e con te tutti quelli come te) ne sei portabandiera. Inconsapevole (ancor peggio!).
Questi sono come quegli spettatori che guardano i maghi alla televisione e gli telefonano tutte le settimane pagando parcelle salatissime per sapere i numeri vincenti del superenalotto! …. Ma se quel mago li sapesse davvero li giocherebbe lui no? …
Ma in fondo (non li condivido moralmente) …. ma se ci sono così tanti ebeti (ebete non è un’offesa … significa ottuso) in giro che credono alle favole e son contenti così allora è bene che gli tolgano dalle tasche fino all’ultimo centesimo.
Quello che mi fa incazzare è che costringano anche me a crederci e ad investire i miei soldi lì!
Chi vuol dar fiducia all’ENPAP e all’Ordine lo faccia … ma perchè devono costringere tutti gli altri a credere che è la cosa migliore anche per loro?!?!
Io i miei soldi li voglio mettere dove decido io e non voglio essere rappresentato da un ordine che mi spilla quattrini tutti gli anni, mi obbliga ad usare la sua cassa pensionistica e mi mette regole stringenti su tutto (provate a fare una pubblicità della vostra attività e vi accorgerete quante regole ci sono!) solo per difendere chi lavora nei servizi statali!
Io voglio un ordine come in America (anche se lì gli ordinbi non esistono) che mi difende sempre a spada tratta su tutto e non mi opbbliga quasi a niente perchè s’impegna non a ridurre e disciplinare ma ad ampliare le mie possibilità di lavoro (combattendo anche la concorrenza).
Scusate lo sfogo … mi sono levato dei sassolini dalla scarpa!
un saluto a tutti (anche, e soprattutto, a chi non condivide i miei pensieri)
Ho firmato la petizione.Voglio i miei soldi versati indietro!!!