image_pdfimage_print

Egregio Presidente,

abbiamo letto, io e il Consiglio Direttivo di AltraPsicologia, il Suo comunicato pubblicato in data 3/10 u.s. sul sito ufficiale dell’Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo, dopo aver ricevuto notizia dai nostri iscritti abruzzesi che lo stesso era stato da Lei inviato ad personam a tutti gli iscritti all’Ordine regionale.

Siamo indignati, nonché, per usare i Suoi stessi termini, “raccapricciati” e “sconcertati” per le affermazioni gratuite e palesemente diffamatorie indirizzate alla nostra Associazione.

Ci accusa di aver ospitato sul nostro sito istituzionale (e viene da chiedere: con superficialità? o con complicità?) una “indegna” e “martellante campagna mediatica e investigativa”, di avere cioè avviato e diffuso in rete un “linciaggio mediatico nei confronti dell’Ordine costruito volutamente per delegittimare”.

Le chiediamo: delegittimare chi? E a vantaggio di chi?

Per cercare di capire, mentre il nostro iniziale sbalordimento lasciava posto alla crescente indignazione, abbiamo chiesto lumi ai nostri associati abruzzesi, promotori della petizione oggetto del Suo comunicato.

Ci è stato confermato che la semplice consultazione dell’“Elenco dirigenti a tempo indeterminato” sul sito istituzionale della ASL di Pescara, elenco pubblico e pertanto di libero accesso a tutti i cittadini, ai sensi del D.Lgs. 14.3.2013 n.33, ha consentito ad alcuni iscritti abruzzesi di individuare una significativa e inquietante corrispondenza tra le iniziali di un reo confesso pubblicate da organi di stampa locali e quelle di un dirigente Psicologo, titolare di una prestigiosa carica istituzionale, rappresentativa dell’intero Ordine.

Gli stessi iscritti, per conoscere la posizione dell’Ordine, aspettativa che francamente appare più che legittima, turbati per la notizia pubblicata sui quotidiani, si sono rivolti ai Consiglieri dell’Ordine, in via riservata, inoltrando la lettera che segue:

“Gentili colleghi Consiglieri,

vorremmo avere conferma o meno rispetto al fatto che il dirigente psicologo della Asl Pescara dipendente presso il consultorio familiare, il quale, indagato per truffa ai danni dello Stato, ha patteggiato la pena di 3 mesi e 300 euro, indicato dagli organi di stampa con le iniziali D.R., non corrisponda al nostro Vice Presidente, anch’egli dirigente psicologo impiegato presso il consultorio della Asl Pescara e anch’egli avente per iniziali le lettere D.R.
Vi chiediamo di fornirci urgentemente risposta, a tutela della trasparenza e dell’immagine dell’Ordine Abruzzo e di tutti noi psicologi iscritti a tale Ordine.
Con l’augurio che si tratti di una curiosa coincidenza, vi ringraziamo.
Si allegano articoli di giornali riportanti il fatto di cronaca.”

Tale documento, lealmente sottoscritto con nome e cognome da alcuni componenti della sezione abruzzese di AltraPsicologia, a nostro avviso esprime semplicemente una motivata e legittima perplessità.

Lei ritiene che violi la legge chi, sulla base di dati assolutamente pubblici, chieda chiarimenti al proprio Ordine professionale nel porsi questa domanda: “Come può rappresentarci nelle sedi e nelle funzioni istituzionali chi non è stato in grado di testimoniare di persona l’osservanza delle norme giuridiche e morali che chiede agli altri di rispettare? “

I nostri associati firmatari della mail dunque hanno chiesto apertamente al Consiglio di essere tranquillizzati sulla circostanza che la persona riconosciutasi responsabile di un reato in sede di patteggiamento non fosse la stessa persona che li rappresentava a livello istituzionale; ovvero di essere garantiti da un rigoroso intervento del Consiglio dell’Ordine.

Questo comportamento Lei lo ritiene giustizialismo? Giacobinismo fuori legge? Odio e ignoranza delle Leggi dello Stato?

Non pensa che è stata la mancanza di una risposta invano attesa a dare l’input all’iniziativa della petizione, che è stata pubblicata nel ns. sito, ricevendo l’adesione di più di 650 Psicologi (li ritiene tutti facinorosi neogiacobini?), e che qui riportiamo:

Cari colleghi, questa è la domanda: se il Vice Presidente di un Ordine Psicologi viene licenziato per assenteismo nel suo ruolo di Dirigente ASL, se viene Indagato per truffa ai danni dello stato e patteggia 3 mesi e 300 euro di multa, secondo voi può continuare a rappresentare la professione? Secondo voi mantiene quei requisiti minimi di decoro professionale ed etica previsti dal nostro Codice Deontologico? E l’Ordine a cui appartiene può rimanere passivo di fronte ad un fatto del genere? Noi pensiamo di no, e voi?

Ci sembra che la petizione sia rivolta a tutti gli Psicologi semplicemente per conoscerne il parere e la posizione (visto che non è stato possibile conoscere direttamente quelli dell’Ordine!), in merito ad una situazione che sollecita interrogativi di natura etica e deontologica.

L’alto numero di adesioni e di commenti favorevoli nei confronti dell’iniziativa dimostra che il tema dei rapporti tra la “base” e gli organismi rappresentativi è sentito e condiviso a livello nazionale.

Egregio Presidente, AltraPsicologia è da sempre particolarmente impegnata sul fronte della trasparenza, della tutela e della promozione della figura professionale dello Psicologo: eviti pertanto in futuro di attribuire alla nostra associazione oscure manovre, maligne intenzioni e inesistenti comportamenti.

Auspichiamo che rivolga la Sua indignazione nei confronti di coloro che violano le norme del codice penale e non nei confronti di chi, in qualità di iscritto, Le chiede trasparenza e applicazione delle norme deontologiche.

Confidiamo che la presente sia pubblicata sul sito dell’Ordine, in modo che chi ha letto le accuse da Lei ingiustamente avanzate nei confronti di AltraPsicologia, e sulle quali vorremmo “calare la tela”, abbia la possibilità di conoscere anche la nostra interpretazione dei fatti e di farsene una propria opinione.

Distinti saluti.
per AltraPsicologia
Il Presidente