CONTAGIO EMOTIVO … Il contagio che vogliamo!

Non tutta la pandemia viene per nuocere!

 Quello che segue è una sintesi di un percorso vissuto da un gruppo di lavoro di psicologi e psicoterapeuti, promosso dall’iniziativa lanciata da Altrapsicologia Toscana nel mese di luglio 2020, denominata “Officine psicologiche”.

Lo scopo di questa iniziativa è stato quello di connettere colleghi e colleghe, per dare modo di incontrarsi, riflettere e confrontarsi sulle tematiche emergenti in questi ultimi anni così veloci e frenetici. È stato un ottimo modo di far fruttare la colleganza, e come leggerete qui sotto, di sentirci un po’ meno soli, di sentirci comunità utile e operativa, di concretizzare il forse abusato “fare rete”.

 

Aprile 2020: il numero dei contagi da Covid-19 è ancora molto alto, siamo in pieno lockdown.
Isolamento, paura, fatica psicologica, incertezza sono le parole d’ordine che caratterizzano questo periodo. E’ all’interno di questa cornice storica che è avvenuto il nostro primo incontro. Siamo un gruppo di otto colleghi psicologi e psicoterapeuti che ha sentito la necessità di un’apertura ed in qualità di professionisti della Salute ci siamo chiesti che cosa potevamo fare.

Abbiamo deciso così di incontrarci ogni settimana in modalità on-line.
Lo scopo dei nostri incontri è stato quello di immaginare i bisogni che potevano emergere e che potevano accompagnare questo periodo di shock in cui le relazioni sociali ed il contatto tra le persone era diventato potenzialmente più pericoloso di quanto non lo fosse prima; se non altro dal punto di vista della salute fisica.

Da professionisti della psiche, ci siamo chiesti quali potessero essere le implicazioni emotive che avrebbero impattato su lo “stare in relazione” e quali differenze ci potessero essere tra gruppi sociali. Ogni emozione è infatti contestualizzata e contestualizzabile. Per esempio, chi ha vissuto in zone più colpite dal virus potrebbe aver avuto una percezione del pericolo diversa rispetto a chi ha vissuto in zone soltanto sfiorate. Chi appartiene ad una fascia di età che riscontra statisticamente meno rischi per la salute fisica se contagiata, può aver avuto una visione della situazione diversa rispetto ad altri più a rischio, con un conseguente diverso impatto emotivo.

Possiamo dire che siamo tutti nella stessa tempesta, ma ognuno ha la sua barca, che ha percorso i propri mari, che spera di navigare verso il proprio faro. Così come bisognerebbe dirigersi verso una medicina ad personam, così ogni intervento di tipo psicologico deve necessariamente andare incontro, “camminare con i mocassini” della persona a cui si rivolge. Certo è vero che qualcosa ci unisce, ci lega, ci mette in relazione, in interdipendenza l’uno con l’altro. Siamo comunque tutti nello stesso mare, e quello che succede a te ha a che fare in qualche modo con me.

Ci siamo immaginati come gli adolescenti potessero aver sperimentato tutta una serie di difficoltà legate allo stare a stretto contatto con i genitori durante il lockdown, dato che l’adolescenza è una fascia di età caratterizzata da una grande spinta verso il “fuori famiglia”; un periodo della vita in cui le relazioni tra pari solitamente assumono una rilevanza affettiva persino maggiore rispetto a quella sperimentata fino ad allora verso i propri famigliari.

Nella fase pandemica successiva al primo lockdown, coincidente con le prime riaperture, gli adolescenti potrebbero aver avuto paura di contagiare. Una difficoltà che si accompagnava a questo potrebbe essere stata il rispettare o meno le regole di prevenzione della diffusione del virus: utilizzare le mascherine, rispettare il distanziamento fisico, evitare assembramenti etc. La difficoltà in tal senso potrebbe essere stata quella di esporsi all’interno del proprio gruppo di amici, con possibile perdita di momenti relazionali sicuramente importanti per un adolescente. Allo stesso tempo sappiamo che l’appartenenza, alla propria “tribù”, in questo periodo, è un bisogno fondamentale: come mi comporto se sono l’unico a portare le mascherine? Se i miei amici fanno una festa, che faccio, vado o non vado?

Paura di diffondere il contagio, paura di perdere la propria reputazione con gli amici, paura di compromettere la propria identità sociale, paura di perdersi momenti importanti con il gruppo dei pari, paura di dire che ho paura. Questi i vissuti più grandi.

La pandemia ha inoltre modificato in modo particolare le situazioni aggregative tipicamente familiari. Nelle convivenze forzate sono emerse difficoltà relazionali, oltre che logistiche, che prima non c’erano, costringendo le persone a fare i conti con ciò che emergeva.

Si è modificato il contatto tra generazioni diverse. Nella prima fase, quella di marzo e aprile 2020 l’incidenza di mortalità, come sappiamo, ha colpito duramente le generazioni più anziane. Da lì in poi, i nonni si sono ritrovati isolati, chi più chi meno, dalla condivisione della vita non solo sociale, ma anche familiare.

Adesso per certi versi è il giovane che può proteggere, con i suoi atteggiamenti, quello che un tempo era per definizione il caregiver. Si assiste ad una richiesta di iper-responsabilizzazione dei giovani.

Con la pandemia si sono inoltre sfaldati i “servizi di comunità”, come quelli che si sono classicamente occupati di offrire servizi educativi e riabilitativi alle famiglie con difficoltà come ad esempio le disabilità. I periodi di lockdown hanno anche fatto tornare in auge la preoccupazione per chi vive situazioni di violenza domestica.

I vissuti di isolamento cambiano sicuramente in base all’età ed alle diverse situazioni sociali. In ogni caso è necessaria una particolare attenzione ai vari fenomeni.

Per quanto riguarda il nostro lavoro, durante questi mesi abbiamo deciso di creare una nostra pagina social chiamata Contagio Emotivo tramite la quale in qualche modo comunicare con la collettività riguardo tematiche correlate alla pandemia https://www.facebook.com/ContagioEmotivo

Quello che stiamo portando avanti oggi come gruppo di colleghi e colleghe è anche un lavoro basato sul confronto, sul sostegno e sull’aiuto reciproco per far fronte alle varie difficoltà che la libera professione ci mette di fronte soprattutto in questo periodo storico.

Il nostro obiettivo è quello di creare legami di “solidarietà professionale” (nonché di amicizia), in quanto crediamo fortemente nell’importanza della colleganza a discapito di un isolamento professionale.

 

Barbara Bandinelli
Serena Baroncelli
Alessandro Cini
Chiara Gianfranchi
Catia Giommetti
Giulia Massei
Oriana Piangoloni
Filippo Toccafondi




News dal Consiglio della Toscana – Novembre 2021

Ecco gli ultimi aggiornamenti dal Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Toscana.

 

FONDAZIONE.

In estate avevamo chiesto, in quanto Consiglieri dell’ente principale finanziatore della Fondazione, di poter leggere le delibere e i verbali (qui).
Dalla Fondazione ci avevano risposto che non ci sono delibere e che i verbali non ci sarebbero stati inviati.

 

A Ottobre abbiamo quindi portato la questione in Consiglio e abbiamo ottenuto di poter ricevere i verbali (a quanto pare saranno spediti per posta…) e ci è stato spiegato che le delibere sono incluse nei verbali stessi.
Vedremo quando potremo effettivamente consultare questo materiale che chiediamo ormai da prima dell’estate.

 

BILANCIO DI PREVISIONE E PROGRAMMAZIONE 2022.

Novembre è mese di programmazione delle attività negli enti.
Come sempre non mancheremo di far avere il nostro sostegno e la nostra collaborazione per tutte le iniziative in linea con il programma elettorale per cui siamo stati eletti.

 
Abbiamo comunque espresso voto contrario alla programmazione per il 2022 sostanzialmente per le stesse ragioni che già l’anno scorso – con spirito costruttivo – avevamo ampiamente illustrato.

Questi sono i principali punti: 

1) Grande assente il lavoro dei liberi professionisti, se non nella fornitura di servizi e convenzioni. Manca una visione d’insieme, un’analisi strategica dei bisogni per poter costruire dei percorsi che promuovano occasioni per l’occupazione, tenendo conto dei diversi segmenti di professionisti e professioniste iscritte. 

2) Manca completamente un orientamento per i neoiscritti, a maggior ragione considerando che il loro numero continua a crescere oltre le previsioni, un trend che probabilmente aumenterà ancora con l’arrivo delle lauree abilitanti. 

3) Le iniziative e le proposte sono per la grande parte schiacciate sulle esigenze degli psicologi clinici e degli psicoterapeuti, relegando ad un ruolo pressoché marginale tutta la parte che coinvolge la psicologia del lavoro, la psicologia sociale e la psicologia di comunità.

4) La comunicazione è tutta orientata all’avere “maggiore visibilità”: ma agli psicologi non basta essere visti, occorre fare innanzitutto una lettura dell’immagine professionale da un lato e dall’altra dei bisogni sfaccettati dell’utenza a tutti i livelli, per calibrare di volta in volta le iniziative. Non basta un’agenzia di comunicazione, serve un’idea complessiva su cosa si voglia comunicare e a chi.

5) Sull’organizzazione dell’ente ci trasciniamo ormai da tempo una serie di complicazioni e difficoltà che erano già presenti nell’istante in cui ci siamo insediati.
Già dal primo consiglio avevamo indicato alcune esigenze che sarebbe stato urgente programmare in vista di una riorganizzazione quanto mai necessaria per reggere le esigenze di un ente sempre più oberato, ma a questo punto, date le ultime decisioni assunte, queste nostre istanze sembrano tramontare definitivamente.

 

INDENNITA’ E GETTONI.

Le 4 cariche di Opt ricevono un’indennità mensile. Già a Novembre 2020 era stato in parte affrontato l’argomento, quando ci era stata portata una proposta per la rimodulazione dei criteri di assegnazione dei gettoni di presenza. In quel caso il punto fu stralciato perché non eravamo disponibili a votare all’unanimità una proposta che prevedeva l’assegnazione di due gettoni per due Consigli separati che si sarebbero dovuti tenere lo stesso giorno. Già in quell’occasione, comunque, avevamo manifestato la nostra disponibilità a trovare un’idea condivisa sulle indennità e i gettoni, perché riteniamo che i costi della politica non sono rappresentati dai compensi ma dall’incompetenza degli amministratori.

Nel Consiglio di Novembre 2021 ci è stata portata una nuova proposta, che in sostanza aumenta di 6mila euro/anno l’indennità per ciascuna carica. Abbiamo votato contrari non tanto per la cifra in sé quanto per la logica con cui sono stati individuati gli aumenti. Ad esempio è previsto che vicepresidente, tesoriere, segretario percepiscano la stessa indennità. Questo non tiene conto del fatto che il Tesoriere, in assenza di una figura dirigenziale all’interno dell’Ordine, svolge anche la funzione di Direttore dell’ente, con un’assunzione di responsabilità e carico di lavoro imparagonabile rispetto alle altre cariche. Stando poi alle premesse della delibera proposta, tramonta definitivamente l’ipotesi – a parole più volte appoggiata – di rivedere l’organizzazione della nostra pianta organica, prevedendo anche l’assunzione di una figura dirigenziale.

L’unico criterio che è stato tenuto in considerazione per la quantificazione dell’indennità è l’aumento del numero degli iscritti. Nessun criterio in considerazione del raggiungimento effettivo degli obiettivi come invece sarebbe auspicabile, e quindi nessun criterio di rimodulazione col raggiungimento o meno degli stessi.

In ogni caso, l’aumento dell’indennità è stato comunque votato dalla maggioranza.


Abbiamo invece votato favorevoli ad alcuni aggiustamenti nella quantificazione dei gettoni di partecipazioni ad alcune commissioni, in particolare per quanto riguarda il lavoro della commissione deontologica che richiede un notevole lavoro di studio, approfondimento e riflessione anche al di fuori delle ore impegnate nelle riunioni.

 

PROTOCOLLO SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE OPT.

Dopo la modifica del protocollo con l’inserimento su nostra proposta (qui) di un apposito punto che impegnasse le scuole a non formare counselor & simili, e la seguente sottoscrizione da parte delle scuole, ci aspettavamo che all’evento di promozione degli istituti organizzato con le risorse dell’Ordine non partecipassero istituti che pubblicizzano questo tipo di corsi. 

Con nostra sorpresa, invece, ci siamo resi conto che le cose non sono andate così.
Abbiamo così segnalato immediatamente quelli che per noi erano i casi più evidenti di violazione del protocollo.

A Settembre ci era stato detto che si sarebbe proceduto ad un approfondimento, di fatto, però, le scuole – anche quelle evidentemente in violazione degli impegni – hanno fatto il loro evento, che è stato anche caricato sui canali dell’Ordine ed è tuttora visibile.

Al consiglio di Novembre abbiamo chiesto l’inserimento di un apposito punto all’Ordine del giorno per avere riscontro di cosa fosse successo.

Ci è stato detto che le scuole che avevamo segnalato erano evidentemente inadempienti rispetto al protocollo, e anzi da un ulteriore approfondimento erano emerse altre possibili situazioni critiche.

A fronte delle evidenti inadempienze, unanimemente riconosciute, non è chiaro come mai però si sia proceduto in ogni caso a far fare l’evento a questi istituti anche quest’anno, nonostante il protocollo preveda l’immediata decadenza in caso di mancato rispetto degli impegni.

Fatta la frittata per il secondo – e si spera  ultimo – anno consecutivo, almeno pare si cercherà di correre ai ripari. Inizialmente la Presidente ci aveva detto che le verifiche sul rispetto dei criteri del protocollo ci sarebbero state in primavera, ma considerando che dalle nostre segnalazioni sono già emerse situazioni di criticità (e altre ulteriori ve ne sarebbero) si procederà con l’attivazione della commissione tutela già a partire dai prossimi giorni.

 

NUOVA AREA RISERVATA E TRASPARENZA.

Entro la fine di Novembre dovrebbe essere completato l’accesso alla nuova area riservata solo con SPID o CIE.

Apprendiamo che è stato dato seguito (finalmente!) alla nostra richiesta (posta mesi addietro) di pubblicare in area pubblica le delibere sia i verbali dell’Ordine.




News dal Consiglio della Toscana – Settembre 2021

Il 16 Settembre 2021 sono ripresi i lavori del Consiglio dell’Ordine della Toscana dopo la pausa estiva. 

Questi i principali aggiornamenti: 

– Giornata nazionale della Psicologia: OPT ha deciso di aderire all’iniziativa del CNOP sulla giornata nazionale della psicologia. Come l’anno scorso, si prevede di organizzare uno spettacolo teatrale, acquistare alcuni spazi pubblicitari su alcuni quotidiani e pubblicare alcuni post sponsorizzati su Facebook.
Per quanto ci riguarda, anche quest’anno ci troviamo di fronte ad un approccio estemporaneo delle iniziative di promozione della figura dello psicologo, a livello nazionale e di riflesso a livello regionale.
A meno di un mese dall’evento, non si ha progettualità definita degli eventi, il piano di comunicazione è autoreferenziale, non abbiamo nemmeno chiari quali siano i costi complessivi che andremo a sostenere.
La promozione è un processo di relazione che richiede strategia e sinergia con il territorio.
La promozione non si esaurisce nella mera visibilità, in pagine pubblicitarie o spot; queste rappresentano solo una piccolissima parte.

Ci siamo perciò astenuti sullo spettacolo teatrale e la promozione stampa e web, con la speranza che per il futuro queste nostre osservazioni, che avevamo già espresso l’anno scorso, possano trovare maggiore accoglimento per un miglioramento nelle scelte per quanto riguarda le strategie di promozione della professione.
Sui colloqui gratuiti e l’iniziativa “Studi aperti”, invece, in linea con la nostra posizione politica, ci siamo espressi con voto contrario.
Per quanto ci riguarda non si può promuovere il lavoro gratuito dei colleghi e delle colleghe.

– Ratifica nomina referente Pari Opportunità CNOP: nel consiglio di Luglio, spulciando i curriculum dei relatori e delle relatrici per un convegno, scopriamo con nostra grande sorpresa che OPT a maggio dell’anno scorso (2020) ha nominato una referente per il Comitato Pari Opportunità del CNOP.
Il punto è che queste nomine devono passare dal consiglio, anche solo per la ratifica.
Invece nulla ci è stato mai portato in Consiglio.

L’abbiamo scoperto leggendo altri documenti, completamente per caso.
Nulla da eccepire sulla collega nominata dalla Presidente, il punto è che una nomina in un altro ente deve passare dal consiglio e non si tratta di un vezzo democratico ma di rispetto delle norme. 
E’ scritto infatti a chiare lettere nella nostra legge istitutiva (Legge 56/89 Art.12 lettera g), ma anche nel regolamento del funzionamento del consiglio OPT e persino nel regolamento della Commissione Pari Opportunità del CNOP.

È chiaro che ci sono decisioni che devono essere prese in urgenza ma non ci sono spiegazioni plausibili per aspettare più di un anno per portare la delibera in Consiglio.

Questo comportamento dichiara esattamente ciò che sembra…

Abbiamo votato contrari alla ratifica, per segnare il nostro completo disaccordo su questo processo poco trasparente, assolutamente grossolano e approssimativo.

Contestualmente abbiamo sottolineato la necessità, a questo punto, di definire in quali casi e con quali tempi si possano fare decreti presidenziali.

– Patrocini: abbiamo discusso della concessione di un patrocinio per un evento dedicato alla psicologia giuridica. In una delle tavole rotonde saranno presenti due tra i principali sostenitori dell’alienazione parentale in Italia per parlare dell’utilizzo della ctu nei casi di separazione. Come consigliere e consiglieri di AltraPsicologia siamo convinti che il patrocinio non possa essere ridotto a un mero atto formale, pertanto abbiamo espresso voto contrario alla concessione del patrocinio di OPT, che è stato comunque approvato a maggioranza. 

In ultimo: ci saremmo aspettati, dopo quanto emerso a Luglio sulla fondazione che non fa delibere e non ci fa vedere i verbali (ne avevamo parlato qui: I misteri della Fondazione dell’Ordine della Toscana), che venisse messo un punto al riguardo all’ODG. A questo punto provvederemo a proporlo noi per il consiglio di Ottobre, anche in vista di un nuovo bilancio previsionale che si dovrà approvare nei prossimi mesi.




 I MISTERI DELLA FONDAZIONE DELL’ORDINE TOSCANA

Forse non tutti lo sanno, ma in Toscana esiste una Fondazione voluta e creata qualche anno fa dall’Ordine Psicologi, regolarmente finanziata con fondi dell’Ordine stesso, e quindi di tutti e tutte noi.

La Fondazione dell’Ordine Psicologi Toscana  è nata nel 2009 per due ragioni: permettere la partecipazione di un delegato alla Commissione Regionale dei Soggetti Professionali e promuovere la formazione, l’aggiornamento e l’informazione professionale degli psicologi.

E’ gestita dal Comitato Direttivo e Scientifico, composto da 7 psicologi nominati dal Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, quale Fondatore, tra gli iscritti all’Albo degli Psicologi della Toscana. 

Attualmente comprende due Consigliere OPT della maggioranza (Diana Lenza, che ricopre anche la carica di Presidente, e Alessia Ricci) insieme ad altri 5 colleghi e colleghe iscritti OPT (http://www.fondazionepsicologi.it/chi-siamo/)

 

IL FLUSSO DI DENARO

L’Ordine ha devoluto ogni anno, per diversi anni, un contributo di 10.000 euro per mantenere in piedi la Fondazione.

Dall’esame dei bilanci dal 2016 al 2020, è chiaro che la Fondazione ha sempre vissuto al di sopra delle proprie possibilità, spendendo ogni anno più di quanto non incassasse ed erodendo gradualmente il proprio patrimonio e le proprie riserve.

Di anno in anno l’Ordine ha continuato ad erogare contributi di almeno 10mila euro, fino all’anno scorso, quando, per ripianare un dissesto della Fondazione di 16 mila euro, ha deliberato di raddoppiare la cifra e stanziare 20mila euro.

Nel 2020, nel corso della discussione in Consiglio OPT sul funzionamento della Fondazione e sull’impiego delle risorse dell’Ordine, il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione avvertiva che “va scongiurato il limite per il quale la liquidità della Fondazione è assicurata solo dal contributo dell’Ordine, assicurando una liquidità con entrate proprie” (verbale OPT 16 luglio 2020).

Come a dire: questa Fondazione non può stare in piedi solo perché l’Ordine continua ad alimentarla con iniezioni di denaro, deve sostenersi con entrate proprie.

D’altronde, le Fondazioni degli Ordini professionali in genere nascono proprio per quello: per svolgere attività con introito di denaro proveniente da attività proprie, che l’Ordine non potrebbe ricevere.

E’ passato un anno dalla nomina del nuovo Comitato Direttivo, votato in blocco dall’attuale maggioranza OPT. Da quelle nomine ci siamo astenuti, per non ostacolare a priori, ma di certo non manchiamo di essere vigili e attenti su come vengono gestiti i soldi dei nostri colleghi e colleghe. 

Arrivati a Luglio 2021 non ci sembra che l’attuale maggioranza che governa l’Ordine abbia fatto tesoro di quel avvertimento, avviando una qualche revisione del modo di gestire la Fondazione.

Intanto non è stata interrotta l’erogazione di denaro pubblico dell’Ordine.  Dopo aver stanziato 20mila euro nel 2020, quest’anno ne sono stati stanziati altri 15mila, per un totale di 35mila in due anni. 

Ma soprattutto, sembrano mancare strategie e obiettivi chiari, operativi, misurabili per gestire la Fondazione in modo efficiente e autonomo.

 

Dal bilancio previsionale 2021 della Fondazione emerge chiaramente la stessa logica di gestione del denaro degli anni scorsi.

 

Alla voce “Entrate sono previsti solo 2.000 euro per attività proprie, sostanzialmente corsi di formazione, il resto (20mila euro, poi ridimensionati a 15mila) è previsto che provenga dall’Ordine.

Alla voce “Uscite”, risultano 22mila euro di spese complessive, di cui 11,5mila per l’organizzazione delle attività e 10,5mila di costi fissi.

In sostanza, la Fondazione prevede di spendere più di 10 euro per ogni euro che incassa. Il resto lo paga l’Ordine con fondi pubblici.

 

TRASPARENZA

Una delle nostre preoccupazioni su questa Fondazione riguarda la sua scarsa trasparenza

Essendo infatti alimentata sostanzialmente con denaro pubblico, l’uso di questo denaro dovrebbe essere pubblicamente rendicontato.

Non sembrano esistere delibere, in questa Fondazione, per cui non si capisce come siano prese le decisioni.

Quest’ultima affermazione, che potrebbe sembrare molto forte, non è farina del nostro sacco. Lo ha infatti dichiarato ufficialmente la Presidente della Fondazione Diana Lenza in una nota in cui afferma che “La Fondazione non fa delibere” e “non ha impegni di spesa”.

Strano, perché le delibere sono previste come strumento nello Statuto della Fondazione (agli articoli 7,8 http://www.fondazionepsicologi.it/statuto/ ) e – si immagina – dovrebbero servire , tra le altre cose,  proprio per tracciare gli impegni di spesa.

 

CONCLUSIONI

Non vogliamo creare inutile allarmismo, ma vogliamo vederci chiaro e non dover ottenere informazioni con il contagocce.

Soprattutto, questa Fondazione deve chiarire cosa vuol fare da grande: stare sulle spalle dell’Ordine e nutrirsi di denaro pubblico, oppure produrre servizi e generare entrate almeno sufficienti a mantenersi per conto proprio?

Perché se l’obiettivo è produrre servizi formativi per le iscritte e gli iscritti all’Ordine, usando il loro stesso denaro, non c’è di certo bisogno di una fondazione: può farlo direttamente l’Ordine.




NEWS DAL CONSIGLIO DELLA TOSCANA – Luglio 2021

Il 16 Luglio 2021 si è tenuta l’ultima riunione del Consiglio dell’Ordine della Toscana prima della pausa estiva.
Ci sono aggiornamenti importanti su due iniziative di cui vi avevamo parlato nelle passate settimane.

1. Protocollo d’intesa con le scuole di psicoterapia
Come anticipato nel nostro articolo  nel consiglio di Giugno avevamo chiesto l’inserimento di un apposito punto all’Ordine del Giorno per discutere la modifica del protocollo d’intesa di OPT con le scuole di specializzazione.
In particolare era per noi importante che venisse finalmente inserito uno specifico divieto di partecipazione alle iniziative dell’Ordine da parte di scuole che formano counselor.
È stata quindi recepita la nostra proposta di inserimento del seguente criterio:

“La scuola nell’organizzazione e realizzazione di tutte le proprie attività (didattiche, di promozione, di collaborazione e divulgazione) si impegna a contrastare l’esercizio abusivo della professione come definita dagli art.1 e 3 della Legge 56/89 e a non diffondere né avallare in alcuna forma l’insegnamento dell’uso di strumenti e tecniche conoscitive e di intervento riservati alla professione di psicologo a persone estranee alla professione, in coerenza con quanto richiamato dall’art.8 e 21 del Codice Deontologico degli Psicologi italiani.
La scuola si impegna altresì a coinvolgere nelle attività di cui sopra solo figure professionali il cui profilo scientifico ed epistemologico sia chiaramente identificabile e non si ponga in contrasto anche potenziale con la riserva di attività professionale dello psicologo, secondo la L.56/89”.

Come ha spiegato in Consiglio Ada Moscarella, che ha strutturato la proposta di modifica, questo criterio consente da un lato di escludere esplicitamente chi forma counselor e contemporaneamente va ad intervenire su tutte le altre forme di collaborazione che possono avallare il riconoscimento di figure che potenzialmente si accavallino alla figura di psicologo.

2. Abrogazione divieto psicoterapia online
Siamo finalmente giunti, anche in Toscana, alla fine delle ambiguità circa la legittimità della psicoterapia online.
Dopo esserci opposti nel consiglio di Giugno alla proroga della sospensione del divieto della psicoterapia online ( ne abbiamo parlato qui ), oggi finalmente abbiamo potuto votare una delibera che, dopo nostri ulteriori interventi e richieste di modifica, accoglie e prende atto del progresso scientifico ormai consolidato nel campo.

3. Fondazione Ordine Psicologi della Toscana
Solo alcuni giorni fa, a più di un mese dalla nostra richiesta, abbiamo finalmente ricevuto risposta ad alcuni nostri dubbi inerenti la Fondazione. Le risposte ricevute ci hanno lasciato ancora più perplessi, e non mancheremo di aggiornarvi in merito nei prossimi giorni.

4. Lavoratori licenziati dall’azienda Gkn
Tra le varie ed eventuali è emersa una discussione attorno alla vicenda che vede tristemente protagonisti più di 400 lavoratori licenziati dall’azienda Gkn che ha deciso di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio. Il Consiglio ha accolto favorevolmente le osservazioni e proposte in merito della consigliera Paola Serio, e l’ha incaricata di scrivere una bozza di comunicato, da condividere con gli altri consiglieri per eventuali modifiche, che evidenzi la preoccupazione dell’istituzione Ordine circa la tenuta del tessuto sociale di questo territorio e le sue inevitabili conseguenze sulla salute e sul benessere (anche psicologico) di tutti i cittadini. La consigliera ha già inoltrato la bozza a tutti i consiglieri.