LABORATORIO DI PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA

ALTRAPSICOLOGIA TOSCANA PRESENTA
UN ALTRO EVENTO DI UNA SERIE DI INCONTRI PENSATI SU MISURA PER LO PSICOLOGO!

Road to AltraPsicologia Toscana è il progetto che abbiamo pensato con i colleghi e per i colleghi: un folto gruppo di persone ha lavorato senza sosta per un anno attorno ad una serie di ambiti, per costruire insieme un percorso di crescita e sviluppo professionale di cui si sentiva profondamente l’esigenza nel nostro territorio. 

È giunto ora il momento di parlarne tutti insieme per cercare di renderlo IL PROGETTO  dello Psicologo Toscano.

CI SIAMO ALLORA: PARTIAMO!

PROSSIMA TAPPA:

LABORATORIO DI PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA!

La Psicologia dell’Emergenza è un settore della psicologia che si occupa dello studio e della costruzione di metodologie d’intervento per quelle popolazioni colpite da eventi e calamità fortemente stressanti e traumatici, in grado di generare un forte impatto sulla salute psicologica delle persone.

La psicologia dell’emergenza è un ambito della psicologia con una lunga storia di ricerca e di applicazione e negli ultimi anni ha ricevuto un notevole interesse mediatico, dovuto anche dal susseguirsi di eventi  emotivamente impattanti che hanno coinvolto alcune comunità del territorio italiano. Basti pensare ai vari eventi sismici dell’Aquila e di Amatrice o eventi quali quello di Piazza San Carlo a Torino e il ponte Morandi di Genova. Eventi che hanno impattato sulle popolazioni direttamente coinvolte ed anche sui soccorritori ed operatori.

Sfruttando la metodologia dell’Open Space Technology, una metodologia di discussione attiva su specifici argomenti e partendo dall’esperienza sul campo di alcuni colleghi attualmente impegnati nella Psicologia dell’Emergenza, vogliamo ragionare, discutere e sviluppare spunti di riflessione in tale ambito.

Non solo, grazie a questo laboratorio molti colleghi che attualmente non lavorano nella Psicologia dell’Emergenza ma hanno curiosità o interesse su questo argomento, potranno trovare risposte e condivisione con colleghi che svolgono tale attività.

Il laboratorio sarà condotto dai facilitatori Maddalena Mancioli psicologa e psicoterapeuta, Sara Rosato psicologa e Tommaso Ciulli psicologo e psicoterapeuta.

 

Che aspetti? Ci vediamo il 13 Settembre alle ore 18:30-20:30

CIRCOLO ARCI-AVIS

EMPOLI – VIA GUIDO ROSSA, 1

L’evento è gratuito! BUFFET INCLUSO!

 

Per partecipare alla serata non devi far altro che iscriverti qui: https://forms.gle/V8MqyTozX8uQCcBY7

Per restare sempre aggiornato su tutti gli eventi del progetto
#RoadToAltraPsicologiaToscana segui questo link per entrare nel gruppo WhatsApp dedicato:
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N.B >Non vi sarà assolutamente spam!

Solo noi amministratori possiamo pubblicare e i partecipanti al gruppo possono solo ricevere informazioni e materiale prodotto durante gli incontro. Questo per tutelale il benessere psicologico di chi vorrà far parte del gruppo!




Albo CTU a Firenze: la novella dello stento.

Ecco gli ultimi aggiornamenti sulla revisione degli Albi dei CTU per il tribunale di Firenze.

Eravamo rimasti a settembre, quando i colleghi fiorentini avevano dovuto inviare la documentazione per la revisione degli albi dei CTU del Tribunale: una richiesta articolata e complessa e come AP avevamo cercato di fare un po’ di chiarezza e di sistematizzare le informazioni con questo articolo.

Ebbene cosa è successo da allora? Quali sono stati gli sviluppi?

La novella dello stento. Quando ero piccola e chiedevo a mia mamma di raccontarmi qualcosa, lei mi rispondeva: La vuoi sentire la novella dello stento? E poi partiva: Questa è la novella dello stento, che dura tanto tempo e non finisce più, ripetendolo all’infinito.

Ecco: la revisione dell’albo dei CTU di Firenze mi ha fatto tornare bambina.

Parto dalla mia esperienza, che non è isolata.

Il 17 luglio ricevo una PEC dal Tribunale che mi avvisa della revisione dell’albo e mi invita, qualora volessi mantenere l’iscrizione, ad inviare tutta una serie di documenti ed autocertificazioni, con precise modalità ed in un preciso formato entro il termine perentorio di 45 giorni.

Armata del mio buon tratto ossessivo, acquisto la firma elettronica, compilo tutti i moduli, ed invio, fiduciosa che questa revisione serva, come promesso da alcuni, a permettere una turnazione delle nomine.

Passa l’estate. Non ho più notizie, ma non mi preoccupo visto che so che la macchina burocratica ha dei tempi tecnici.

Finché il 19 novembre non ricevo da OPT una pec dove mi si chiede di indicare “la speciale competenza”.

Inizialmente sono sorpresa, sono sicura di aver compilato correttamente la domandacompresa quella parte. Quale ulteriore specifica mi stanno chiedendo ora?

Il tono perentorio della PEC, i colleghi che mi avvertono di essere stati pure contattati telefonicamente dall’Ordine per rispondere alla PEC nella stessa giornata… Non cedo al panico, scrivo quello che mi sembra essere più sensato per loro, chiudo gli occhi e premo il tasto invio…

Penso di essere a posto, finché il 6 Dicembre ricevo un’ulteriore PEC, questa volta dal Tribunale: mi comunicano che hanno deciso di sospendere la mia istanza di permanenza all’albo perché in tre procedimenti in cui ho fatto da CTP, non risulta espletata nessuna CTU…

Forse un problema col fascicolo elettronico, forse un errore materiale sui numeri dei procedimenti… fatto sta, attraverso gli avvocati con cui collaboro, recupero le nomine depositate ed entro il 28 Dicembre procederò all’integrazione….

Mi consolo pensando che non sono sola… ad esempio una collega mi scrive di aver ricevuto anche lei una PEC dal Tribunale, dove le viene nuovamente richiesto di specificare la speciale competenza sebbene avesse già risposto alla richiesta dell’Ordine…

Un’altra collega si è vista rigettare la domanda perché carente del requisito del corso di formazione E del numero di ctu richieste, come fossero due criteri entrambi necessari… sebbene nel protocollo ci sia scritto: “prova di aver partecipato nel quadriennio ad almeno un corso di formazione tecnica giuridico previsto dall’art. 3 del presente regolamento ovvero di avere svolto almeno quattro consulenze tecniche sia d’ufficio che di parte”.

Effetto paradossale? Se nelle intenzioni il protocollo d’intesa voleva favorire il turn over e la qualità dei consulenti, la messa in opera sta mostrando limiti dagli effetti paradossali, quasi opposti; effetti che ricadono soprattutto su chi, seppure iscritto all’albo dei ctu da anni, non è mai stato chiamato proprio per la mancanza di turn over e ha svolto la sua attività prevalentemente da CTP.

Psicologi che come me sono stati iscritti per 10 anni all’albo dei ctu senza mai essere chiamati, hanno pagato bolli per circa 32€, 336€ circa di tasse di concessione governative, due raccomandate A/R; e nel tempo si sono aggiornati con master, corsi, aggiornamenti, hanno lavorato come ctp, hanno speso quasi 90€ per la firma elettronica digitale senza contare tutto il tempo che hanno sottratto al lavoro per leggere, compilare, sottoscrivere, scannerizzare ed inviare documenti.

Cosa succede nelle altre province?A Pistoia, avendo un albo molto scarno, dopo una perentoria mail in cui si davano 8 giorni per inviare tutta la documentazione, i criteri adottati non sono stati rigidi di quelli fiorentini.
Fino a qualche mese fa, il Tribunale di Lucca non si era ancora mosso, ma cosa ne è delle altre sedi?

Colleghi se avete notizie sulle altre province e volete condividerle scriveteci!




Toscana, revisione degli elenchi CTU: una piccola guida

A metà luglio i colleghi fiorentini iscritti nell’Albo dei CTU e dei Periti hanno ricevuto tramite pec una richiesta da parte del Tribunale per la revisione degli elenchi.

Ecco una piccola guida, a cura di AP Toscana, per tutti colori i quali vogliano mantenere l’iscrizione.

Innanzitutto facciamo un passo indietro:

CHI E’ IL CTU?

Il Consulente Tecnico d’Ufficio è quella figura, dotata di speciale competenza tecnica in una determinata materia e di specchiata condotta morale, che assiste il Giudice nel compimento dei singoli atti o in tutto il processo.

Egli mette infatti a disposizione le proprie competenze specifiche per fornire all’autorità giudiziaria gli strumenti e gli elementi utili alla presa di decisione.

Nella specificità della nostra professione dunque, si tratta di tradurre in un linguaggio accessibile il processo di comprensione psicologico degli attori, del sistema di relazioni, e/o del contesto.

Il CTU quindi non decide ma facilita la decisione.

Se il consulente si trova ad operare in ambito penale, viene chiamato Perito.

Ogni Tribunale istituisce l’Albo dei Consulenti Tecnici in materia civile e quello dei Periti in ambito penale. Tuttavia c’è da dire che, allo stato attuale, gli elenchi esistono formalmente ma non sono vincolanti per il Giudice che può scegliere il consulente di propria fiducia anche tra professionisti non iscritti o affidare i vari incarichi ad una rosa, da lui selezionata, di uno o più professionisti in elenco.

L’iscrizione deve essere effettuata esclusivamente ed in una sola sede, presso il Tribunale del luogo di residenza o domicilio professionale.

Di fatto ogni Tribunale, fermo restando le disposizioni generali previste dal c.p.c., ha delle proprie modalità specifiche di iscrizione/mantenimento negli albi, pertanto si invita a verificare le disposizioni della propria sede.

SPECIALE COMPETENZA TECNICA: cos’è, in pratica?

Nel 2003 il CNOP è intervenuto a specificare questo concetto attraverso la definizione di requisiti minimi per l’iscrizione agli albi dei CTU e dei periti.

I requisiti minimi disposti dal CNOP sono:

  • Anzianità di iscrizione all’Ordine degli Psicologi di almeno tre anni
  • Specifico percorso formativo post-lauream in Psicologia Giuridica e Forense
  • Specifiche competenze relative alle aree di svolgimento delle attività

Inoltre per il mantenimento dell’iscrizione: frequenza dimostrata ad almeno un aggiornamento in Psicologia Giuridica o Forense l’anno.

Tali disposizioni tuttavia risultano, nell’operatività, ancora molto generali, pertanto taluni ordini professionali regionali sono intervenuti a specificare ulteriormente il concetto di speciale competenza tecnica.

L’Ordine degli Psicologi della Toscana con la delibera n°G/01 del 12/01/2017 dispone come requisiti minimi di iscrizione agli Albi dei CTU e dei Periti:

  • Anzianità di iscrizione all’Ordine degli Psicologi di almeno tre anni
  • Formazione post-lauream in ambito psicogiuridico di almeno 150 ore complessive o esperienza professionale specifica regressa come CTU, Giudice Onorario o docente
  • Nell’ultimo triennio, esperienza pratica in ambito psicogiuridico (almeno 3 CTP/CTU)
  • Conoscenza della normativa e linee guida in ambito psicogiuridico
  • Non aver riportato negli ultimi tre anni sanzioni disciplinari che comportino la sospensione all’esercizio della professione

Per il mantenimento di iscrizione: aggiornamento in ambito psicogiuridico come relatore o partecipante di almeno 20 ore annue o 80 ore in un quadriennio e non aver riportato sanzioni disciplinari negli ultimi 3 anni.

I colleghi che si trovino ad esercitare nel circondario del Tribunale di Firenze hanno inoltre come riferimento per l’iscrizione o il mantenimento agli Albi dei CTU e dei Periti il Protocollo d’intesa siglato dal Tribunale e Ordini e Collegi Professionali del 14/12/2017 che dispone:

  • Iscrizione all’Albo: la domanda deve essere sottoscritta digitalmente e presentata esclusivamente per via telematica a tribunale.firenze@giustiziacert.it. Dovranno essere allegati:
    • ricevuta del pagamento della tassa di concessione governativa tramite bollettino di cc postale
    • ricevuta pagamento imposta di bollo tramite F23
    • documenti previsti dall’art.16 disp.att.cpc (autocertificazione atto di nascita e residenza, certificato d’iscrizione all’Albo degli Psicologi e titoli)
    • dichiarazione dati anagrafici, stato civile e possesso casella di posta pec
    • curriculum vitae europeo
  • Valutazione delle domande: effettuata entro il 30 settembre per le domande pervenute dal 1 gennaio al 30 giugno, ed entro il 28 febbraio per quelle pervenute dal 1 luglio al 31 dicembre
  • Requisiti necessari:
    • Speciale competenza art.15 disp.att.cpc:
      • Iscrizione all’Albo professionale
      • Formazione tecnico-giuridica di almeno 20 ore con conoscenza del PCT affiancata da specifiche esperienze professionali o produzioni scientifiche
    • Specchiata moralità: incensuratezza e condotta professionale e di vita corretta
  • Mantenimento dell’iscrizione: revisione degli elenchi sistematica ogni 4 anni per la quale è necessario produrre esclusivamente per via telematica all’indirizzo tribunale.firenze@giustiziacert.it e per conoscenza a OPT
    • Modulo d’iscrizione (Mod. RA02)
    • Dichiarazione permanenza requisiti art.15 disp.att.cpc (Mod. RA03)
    • Curriculum vitae europeo
    • Dichiarazione possesso casella di posta pec (Mod. RA02)
    • Dichiarazione insussistenza di sopravvenuti impedimenti ad esercitare l’ufficio (Mod. RA03)
    • Prova di avere partecipato nel quadriennio ad almeno 1 corso di formazione tecnico-giuridica di almeno 20 ore o 4CTU o 8CTP + aggiornamento professionale come previsto dall’art.5 del Codice Deontologico degli Psicologi (Mod. RA03)
    • Curriculum vitae europeo ad uso pubblicazione senza dati personali
    • Documento d’identità

Ma torniamo quindi alla pec ricevuta dal Tribunale di Firenze dai colleghi: che fare?

Se vogliamo mantenere il nostro nominativo in elenco è necessario:

Produrre entro il 30/09/2018 la documentazione richiesta esclusivamente per via telematica all’indirizzo ctu.tribunale.firenze@giustiziacert.it e per conoscenza all’Ordine degli Psicologi della Toscana.

Il modulo d’iscrizione e le dichiarazioni devono essere compilati e firmati digitalmente pertanto è necessario possedere la firma digitale. Fate quindi attenzione perché la richiesta e attivazione della firma non è immediata e i tempi variano a seconda del servizio scelto.

I documenti devono essere scansionati ed inviati in formato pdf.

Files da allegare alla pec:

  • RA02 compilare e nominare come 01_DOMANDA_cognome
  • Documento d’dentità nominare come 02_DI_cognome
  • CV formato europeo nominare come 03_CVE_cognome
  • CV formato europeo per pubblicazione nominare come 04_CVEP_cognome
  • RA03 compilare e nominare come 05_DICHIARAZIONI_cognome

Facoltativi:

  • Corsi frequentati, attestazioni di qualifica, certificazioni, elenco pubblicazioni altra documentazione comprovante la speciale competenza nominare come 06_DOCUMENTI_cognome

I modelli Mod. RA per la domanda di mantenimento d’iscrizione sono stati inviati tramite pec dal Tribunale di Firenze agli iscritti nell’Albo dei CTU, pertanto qualora non si avessero a disposizione, si consiglia di rivolgersi direttamente al Tribunale.

I moduli invece per l’iscrizione sono scaricabili sul sito www.tribunale.firenze.giustizia.it nella sezione modulistica.

Conservate la pec perchè costituisce prova dell’avvenuta comunicazione.

 

Detto questo, mi auguro che tutta questa articolata procedura e richiesta legittima di prove di aggiornamento e competenza professionale, oltre a fornire una tutela nei confronti dell’utenza, serva ad incentivare una maggiore rotazione negli incarichi effettivi dei CTU, che fino ad oggi sono stati pressoché ad appannaggio quasi esclusivo dei soliti professionisti.

Buon lavoro!

Fonti:

Artt. 13 e ss. disp. att. c.p.c. E artt. 66 e ss. disp. att. c.p.p.

Delibera CNOP 20/09/2003 Requisiti minimi per l’inserimento negli elenchi degli esperti e degli ausiliari dei giudici presso i Tribunali

Delibera OPT n°G/01 12/01/2017 Requisiti minimi per l’iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici e all’Albo dei Periti presso i Tribunali

Protocollo d’intesa tra Tribunale di Firenze, Procura della Repubblica di Firenze, Corte di Appello di Firenze, Ordini e Collegi Professionali, Camera di Commercio, APE Toscana, Camera Civile di Firenze avente ad oggetto le regole per iscriversi e permanere nell’Albo dei CTU del Tribunale di Firenze del 14/12/2017

Mod. RA01: Nota del Tribunale di Firenze inviata via pec agli iscritti nell’Albo dei Consulenti il 16/07/2018

Mod. RA04: Istruzioni per la compilazione della domanda di mantenimento di iscrizione all’Albo dei CTU

 

Glossario:

CTU: consulente/consulenza tecnico/a di ufficio

CTP: consulente/consulenza tecnico/a di parte

c.p.c.: codice di procedura civile

CNOP: Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi

OPT: Ordine degli Psicologi della Toscana
PCT: Processo Civile Telematico

 




La sottile differenza tra lavoro gratuito e volontariato

Credo che ormai quasi ad ogni psicologo sia capitato di ricevere proposte di lavoro gratuito o ” a titolo volontario”.
Ma può esistere un lavoro gratuito o a “titolo volontario“?
Cos’è il lavoro? E cos’è, allora, il volontariato?

Facevo ancora il liceo quando ho iniziato a prestare servizio come volontaria nell’emergenza sanitaria e nella protezione civile: un’esperienza formativa, di crescita personale ed umana che ha fortemente contribuito a costruire la donna e la professionista che sono oggi.
Crescendo, sono diventata psicologa e ho deciso di continuare a mettere a disposizione della società le mie nuove competenze, partendo poi come psicologa volontaria per l’Aquila durante il terremoto.
Oggi mi trovo nuovamente a preparare lo zaino per partire per le Marche e non ho potuto fare a meno di indugiare in una riflessione.
L’accoppiata “lavoro” e “volontariato” è a tutti gli effetti un ossimoro, una distorsione, che però sappiamo bene quanto sia diffusa; ahimè talvolta grazie alla collusione di colleghi, spesso all’inizio della loro carriera, poco lungimiranti e, mi verrebbe da azzardare, forse anche poco consapevoli delle proprie competenze.
Non molto tempo fa, mi è stato proposta una docenza in una struttura pubblica a titolo gratuito: i discenti erano dipendenti pubblici regolarmente pagati per assistere alle mie lezioni.
E io, libera professionista che ha pagato tutta la propria formazione specialistica e i cui guadagni dipendono in tutto e per tutto dal proprio tempo dedicato al lavoro?

Non ci sono fondi, devi farlo a titolo volontario!

Non ho accettato, ma c’è chi talvolta lo fa.
Non ho potuto fare a meno di chiedermi: quali sono le motivazioni del “collega disponibile” ad accettare un’offerta di lavoro gratuito?

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Da costruttivista, mi sono sforzata di mettermi nei panni dell’altro, ho cercato di scorgere qualche alta motivazione o semplicemente un senso, parlandone anche apertamente con chi fa questo tipo di scelta, condividendo dubbi e perplessità.
Quello che mi sembra sia emerso è che vige ancora una cultura di clientelismo: si lavora gratuitamente, nelle speranza che quella persona lì, quel dirigente di là, si ricordi di noi e premi il nostro sacrificio. Peccato che non funzioni così… oltretutto perché da psicologi dovremmo comprendere che questo ha a che fare con una dimensione personale, più che professionale.
Do ut des, dicevano i latini, ma è una strategia efficace?
Direi di no, visto le condizioni in cui naviga la nostra categoria. Spesso di fatto, più che unirci nel nome della colleganza, ci troviamo a combattere una guerra tra poveri, elemosinando la benevolenza di presunti “potenti”. Forse sarebbe più utile puntare sulle nostre competenze, sul far emergere nell’altro il bisogno della nostra professionalità…

Sto partendo per le zone terremotate, lo farò come psicologa volontaria.
Lavoro e nessuno mi paga, ma non lo faccio perché qualcuno ricompensi la mia bontà d’animo, dandomi un posto in un’ASL, in una cooperativa o in un’azienda.
Lo faccio innanzitutto perché è un mio bisogno; perché scelgo di mettere le mie qualità e le mie competenze di psicologa a disposizione della collettività, fermamente convinta che non solo siano utili, ma anche indispensabili; perché scelgo di credere, e di impegnarmi attivamente con il mio personale contributo, in un mondo fondato sulla solidarietà, l’etica e la colleganza. Questo è quello che mi spinge a partire fra qualche giorno.

Ma allora qual è la differenza tra il lavoro gratuito e il volontariato?
Se consideriamo il guadagno economico, non troviamo differenze perché in entrambi i casi si lavora ma non si percepisce stipendio; questo aspetto balza immediatamente agli occhi.
Proviamo allora a riflettere sugli altri.

La fantomatica visibilità: molti di coloro che accettano di lavorare a titolo gratuito, lo fanno perché pensano così di mettersi in buona luce. Ma è davvero così? In realtà è molto più probabile che nella testa dei committenti non ci sia il pensiero che siamo bravi e buoni nel lavorare gratuitamente, quanto che la nostra opera professionale ha poco valore, o peggio è un qualcosa in più, di cui si può fare tranquillamente a meno. Senza contare che la prospettiva si rovescia diametralmente: non è il servizio che ha bisogno delle competenze del professionista, ma è il professionista che ha bisogno, per sopravvivere, del servizio e per questo accetta qualsiasi condizione.
Non voglio certo generalizzare, ogni situazione è a sé, ma anche in termini di reputazione professionale, non mi sembra una gran bella mossa.

gratis
Nel volontariato nessuno ti chiede più o meno esplicitamente di lavorare gratuitamente, ma sei tu che decidi di dedicare parte del tuo tempo e di te stesso agli altri: non si parla di cose o servizi, ma di persone.
Ed infine parliamo di relazioni. Il tipo di rapporti che si possono instaurare nel circolo vizioso del lavoro gratuito si fondano su basi utilitaristiche, strumentali in cui spesso vi è poco spazio per la lealtà. Siamo oggetti, non persone, quindi anche facilmente sostituibili, nonostante tutti i nostri sforzi per campare e contemporaneamente lavorare a titolo gratuito. Senza contare che l’attenzione non è focalizzata sulle competenze, ma su ciò che fa più comodo in quel momento: paradossalmente potremmo essere scelti non per tutti gli anni di studi e la fatica che abbiamo fatto per costruirci una professionalità, ma semplicemente perché serviamo, magari ad un sistema disfunzionale e probabilmente clientelare. Bella consolazione, direi…
Nel volontariato nessuno chiede e tu dai senza volere niente in cambio; vivi situazioni difficili, emotivamente molto forti e questo crea dei legami sinceri. Ancora oggi mi sento fortemente legata alle persone con cui ho fatto servizio anni fa, mando volentieri un sms di auguri a chi ho conosciuto quando sono andata a prestare soccorso, penso a chi ha condiviso con me certe esperienze e non c’è più.

…ecco, per queste emozioni, credo davvero che non ci siano parole… si possono solo vivere.