L’Ordine Calabria e l’oligarchia dei “divani”…

Ci eravamo lasciati con le anticipazioni dell’ultimo Consiglio, soffermandoci su alcuni punti che mettevano i brividi. Adesso, dopo gli aggiornamenti a caldo sui nostri canali social, entriamo nel dettaglio delle ultime vicissitudini riguardanti il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Calabria. La cronaca di un epilogo annunciato. Avevamo previsto il peggio, ma forse si è andati anche oltre le più buie aspettative.

ALLA FINE LO HANNO FATTO DAVVERO!

Con la delibera n.185 “Deleghe al Presidente, al Segretario e al Tesoriere” del 03.10.2020, alcune delle principali attribuzioni che la legge assegna al Consiglio tra cui:

  • tenuta dell’albo,
  • iscrizioni e cancellazioni,
  • ordinaria e straordinaria amministrazione dell’ordine,
  • compilazione dei bilanci preventivi e dei conti consuntivi,
  • designazione dei rappresentanti dell’Ordine negli enti e nelle commissioni a livello regionale o provinciale

vengono totalmente trasferite al Presidente e ad altre due cariche del Consiglio (il Segretario e il Tesoriere appunto).

Ci sarà un motivo se la nostra legge istitutiva assegna questi poteri ad un organo collegiale composto da 15 Consiglieri? Forse a garanzia che gli adempimenti a cui siamo tenuti come organo di autogoverno possano essere vagliati da tutti i rappresentati eletti dagli iscritti? Forse perché siamo ancora un paese democratico?

Per il gruppo di maggioranza dell’Ordine degli Psicologi della Calabria evidentemente le cose non stanno così.

Questi compiti fondamentali possono essere svolti da una sorta di “triumvirato” che adesso potrà, in piena autonomia, occuparsi delle scelte politiche in merito alla strutturazione dei bilanci preventivi e consuntivi, decidere, senza convocare il Consiglio, sulle cancellazioni dall’albo, sulle iscrizioni e sulla designazione dei rappresentanti dell’Ordine nei contesti istituzionali esterni.

Il motivo ufficiale? Bisogna “snellire” i lavori del Consiglio e “liberare” risorse (!). Tradotto: la democrazia fa “perdere” tempo e soldi, meglio abolirla, meglio superare con una delibera ciò che è esplicitamente previsto dalla nostra legge istitutiva.

La delibera passa con il “solito” voto favorevole di 8 Consiglieri a 7.

Il Consiglio viene privato dei poteri che la legge stessa gli assegna.

IL CODICE DI COMPORTAMENTO…”ESTESO”.

Altra “novità” introdotta all’ultimo Consiglio è il CODICE DI COMPORTAMENTO.

Nulla di strano fin qui. Parliamo di un adempimento che la legge prevede per normare la condotta dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (art. 54 d.lgs. 165/2001 e D.P.R. 62/2013) uno dei tanti adempimenti che dopo anni di nulla cosmico vede la luce.

Peccato che in questo Codice di comportamento “esteso”, vengano ricompresi anche i Consiglieri eletti e che lo stesso D.P.R. 62/2013 escluda dall’ambito di applicazione i rappresentanti di organi elettivi e quindi (anche) i Consiglieri dell’Ordine.

L’ANAC (Autorità Nazionale Anti-Corruzione), nelle sue linee guida in materia di codici di comportamento delle pubbliche amministrazioni, sottolinea come i soggetti di cui sopra non rientrino nell’ambito di applicazione, considera questa una lacuna nell’impalcatura generale della legge e chiarisce la possibilità per gli organi elettivi di dotarsi di un proprio codice etico.

Inoltre è sempre l’ANAC a chiarire la differenza tra codice etico e codice di comportamento: il primo con una dimensione valoriale e non disciplinare, il secondo che richiama invece a doveri che hanno una rilevanza giuridica.

La maggioranza del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Calabria, preferisce invece fare un unico “mappazzone” e applica il Codice di Comportamento anche ai Consiglieri.

A questo punto la domanda sorge spontanea. Quali sarebbero le “sanzioni etico-morali” riservate ai Consiglieri e chi dovrebbe applicarle?

Dobbiamo forse aspettarci che il Consiglio, magari a maggioranza e magari con la stessa maggioranza di 8 a 7 con cui vengono approvate delibere che assegnano “poteri speciali” ad alcune cariche, decida di erogare provvedimenti nei confronti di uno o più Consiglieri che, a parere della maggioranza, assumono comportamenti che possono nuocere all’immagine del Consiglio?

Ci auguriamo di no. Perchè altrimenti dovremmo pensare a qualcosa di più vicino alla censura politica che all’autoregolamentazione. E ancora: in cosa consisterebbero queste sanzioni, visto che tutti i Consiglieri sono già tenuti al rispetto del Regolamento e ovviamente del Codice Deontologico e della legge? Dieci minuti dietro la lavagna? In ginocchio sui ceci? Grottesco!

“POSSIAMO AVERE UN PARERE?” NO NON C’E’ BISOGNO ABBIAMO RAGIONE!

In ogni caso, sia per ciò che concerne la delibera dei “pieni poteri”, sia per quanto riguarda il Codice di Comportamento, noi 7 Consiglieri di AP decidiamo di presentare in Consiglio una richiesta di parere legale “pro-veritate” indirizzata all’Avvocato dell’Ordine.

Insomma per capirci, se il Presidente, il suo esecutivo (comprese le cariche che assumono questi “nuovi” poteri) e la sua maggioranza, sono così convinti della legittimità di queste delibere, quale migliore soluzione, per dirimere ogni dubbio, se non un bel parere scritto a firma dell’Avvocato dell’Ordine?

La risposta arriva quasi un mese dopo il Consiglio (a firma del Presidente, non dell’Avvocato) e dice sostanzialmente che non avremo alcun parere scritto perché non c’è alcun dubbio sulla legittimità di queste delibere. Così sostengono il Presidente, il Segretario, il Tesoriere… e lo stesso Avvocato che però non può scrivere alcun parere ufficiale. Situazione a dir poco imbarazzante!

CAMBIO DEL REGOLAMENTO IN CORSA

Basta così direte voi…e invece no! C’è di più. La maggioranza decide di mettere mano (per la quarta volta) al Regolamento dell’Ordine. Questa volta però si modifica un Regolamento già approvato all’unanimità e i cambiamenti sembrano studiati ad hoc per limitare al minimo la trasparenza e mettere una sorta di bavaglio all’opposizione in Consiglio.

Ecco nel dettaglio come cambia il Regolamento

Art.7 CONVOCAZIONI: con questa modifica l’intera documentazione per i punti all’odg dei Consigli può essere inviata anche 3 giorni prima della seduta. Un modo per “snellire” i lavori e avere un margine maggiore per preparare o inserire documenti su cui discutere.

Se da un lato si velocizza, si “semplifica”, dall’altro si rallenta. Spostandoci al comma 2 infatti, nel caso in cui la convocazione sia richiesta da almeno 4 Consiglieri (art. 14 legge 56/89) i giorni di tempo che il Presidente ha per convocare il Consiglio passano da 30 a 45.

ART. 15 COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE E QUESTION TIME: Sparisce la facoltà di avanzare interrogazioni e interpellanze al Presidente e agli altri Consiglieri. Il tutto viene sostituito da un “question time” della durata di 20 minuti nel corso dei quali dovranno rientrare comunicazioni del Presidente ed eventuali domande dei Consiglieri.

 

ART.17 PUBBLICITA’ DELLE RIUNIONI: A “scanso di equivoci” (viste le tante richieste pervenute) e come se fuori non ci fosse una pandemia mondiale, si specifica che gli uditori potranno assistere ai Consigli solo di persona , che saranno ammessi al massimo due uditori a Consiglio, che gli uditori potranno assistere solo a deliberazioni di carattere generale e che comunque il Presidente potrà decidere quali punti in odg saranno preclusi all’ascolto degli iscritti. Chi vorrà assistere ai Consigli dovrà firmare un accordo di riservatezza con l’Ordine!

FUNZIONE CONSULTIVA DELLA COMISSIONE DEONTOLOGICA? POSSIAMO FARNE A MENO!

Le Commissioni svolgono funzioni consultive, di studio e di proposta per il Consiglio. Hanno il compito di riferire su singole materie individuate secondo le attribuzioni istituzionali del Consiglio. Le attività delle Commissioni si svolgono esclusivamente sulla base di un mandato del Consiglio.

Così recita il comma 1 dell’art. 18 del nostro Regolamento. Questo il mandato che il Consiglio assegna alle Commissioni. Importanti compiti di consultazione per avanzare delle proposte.

Bene. Al Consiglio del 3 ottobre sono stati approvati due documenti:

  • “Atto di indirizzo sulla pubblicità informativa delle attività professionali degli psicologi in formazione specialistica in psicoterapia”
  • “Risorse e limiti delle competenze dello Psicologo in ambito forense”

proposti entrambi dal Coordinatore della Commissione Deontologica, ma non sottoposti ad un lavoro preliminare in Commissione. Anche chi tra noi siede in “Deontologica” è costretto ad avanzare osservazioni direttamente in Consiglio. L’invito rivolto al Presidente, agli altri Consiglieri e allo stesso Coordinatore della Commissione di portare i documenti all’attenzione della Commissione, per eventuali integrazioni, cade nel vuoto! A questo punto ci domandiamo che fine faccia la funzione consultiva della Commissione Deontologica, visto che il suo Coordinatore preferisce superarla. Il confronto dovrebbe rappresentare occasione di crescita, ma evidentemente non tutti la pensano così…

FACCIO TUTTO IO!

Qualcosa di simile accade per ciò che concerne il punto 10 in odg “Manuale 200 domande e risposte sul codice deontologico”. Il Consiglio dà mandato al Coordinatore della Commissione Deontologica di eseguire i lavori di realizzazione del manuale, attribuendogli ampie facoltà di cooptare altri Ordini regionali e provinciali e soggetti interni ed esterni al Consiglio. Il lavoro sarà una sorta di upgrade del libro “100 domande e risposte sul Codice Deontologico” a cura di Marco Pingitore e Alessia Mirabelli pubblicato nel 2018 dall’Ordine degli Psicologi Friuli Venezia Giulia.

Iniziativa utilissima, ottimo servizio per tutti i colleghi. Quello che non ci spieghiamo è perché il mandato di realizzare un approfondimento sul Codice Deontologico non venga affidato a tutta la Commissione del nostro Ordine che alla fine può e deve lavorare anche in tal senso…

Anche se le premesse, in termini di collaborazione e partecipazione, non sembrano incoraggianti, ci auguriamo che il Coordinatore della Commissione, nonché unico incaricato alla realizzazione del manuale, nonché già autore del manuale a cui si ispirerà questo nuovo manuale, voglia “cooptare” anche le risorse presenti nella Commissione da lui presieduta.

Noi Consiglieri di AP Calabria, restiamo a completa disposizione per supportare questo lavoro…anche perché, a dirla tutta, la proposta di realizzare un manuale ex-novo, a cura del nostro Ordine, per fornire un servizio aggiornato ai nostri iscritti, è venuta proprio da noi un po’ di tempo fa, come si può evincere dal verbale del Consiglio del 3 aprile 2020.

Dal verbale del Consiglio 3 aprile 2020

 

DARE VOCE A TUTTI GLI ISCRITTI?

Sempre nella seduta del 3 ottobre, il Consiglio approva la costruzione di un blog ufficiale dell’Ordine Psicologi Calabria che fungerà da portale on line sui vari aspetti della Psicologia, destinato a tutta l’utenza.

Il blog andrà ad occupare l’attuale dominio del sito dell’Ordine che presto verrà sostituito da un nuovo dominio.

Nutriamo diverse perplessità sul riutilizzo del dominio storico del sito dell’Ordine, soprattutto se questo dovesse avvenire contestualmente allo spostamento del sito ufficiale su un altro dominio.

Il posizionamento sul web di un sito ufficiale di un ente pubblico è una cosa abbastanza delicata e non vorremmo che cittadini e colleghi si ritrovino per qualche tempo a cercare “Ordine degli Psicologi della Calabria” per poi ritrovarsi su un blog informativo. Per garantire il servizio istituzionale, forse sarebbe il caso di prevedere, per il tempo necessario al riposizionamento, un re-direct immediato.

In ogni caso l’iniziativa nei suoi contenuti ci sembra molto utile e allora offriamo il nostro contributo per l’iniziale strutturazione del blog. Peccato che per la maggioranza del Consiglio noi non possiamo partecipare! Sì avete capito bene: non possiamo partecipare. Nella bozza di delibera i compiti vengono affidati al Consigliere Chizzoniti e al Segretario Pingitore. Noi chiediamo di collaborare alla costruzione di questo blog, ma la maggioranza vota compatta dicendo “NO!” senza alcuna motivazione se non quella (a questo punto) dell’esclusione! Il “modo migliore” di avviare la costruzione di un blog destinato a dare VOCE a tutti gli iscritti.

GRUPPI DI LAVORO “MILITARIZZATI”

Che del confronto tra proposte differenti la maggioranza di questo Consiglio dell’Ordine se ne faccia poco, abbiamo un’altra concreta dimostrazione dalla composizione dei Gruppi di Lavoro.

Gli ambiti

Le proposte all’ordine del giorno sono in tutto 6: Pari Opportunità, Psicologia Scolastica, LGBT, Cure Palliative, Interventi Assistiti con gli Animali, Comunicazione.

Sostanzialmente gli stessi ambiti proposti già all’inizio dell’anno (mai attivati causa COVID) con qualche piccolo “correttivo”. Al posto del Gruppo di Lavoro sulle Dipendenze, figura il Gruppo di Lavoro sulla Comunicazione. Prima del Consiglio facciamo notare questa “sparizione” con richiesta ufficiale di inserimento del Gruppo di Lavoro sulle Dipendenze. Non riceviamo alcuna risposta e, in Consiglio, il Presidente ci informa di non aver letto la PEC da noi inviata. Facciamo presente di avere con noi diversi curricula di colleghe e colleghi pronti ad occuparsi di un lavoro progettuale in tale ambito e di poter costituire sin da subito questo GdL, ma evidentemente il Presidente e la sua maggioranza hanno bisogno di “riflettere” e quindi la proposta viene rinviata al prossimo Consiglio utile…

Una sola sfumatura di colore

Il nostro Regolamento prevede che i Gruppi di Lavoro dell’Ordine possano essere formati da un minimo di 3 ad un massimo di 7 componenti.

A decidere da quanti componenti deve essere composto ogni GdL è il Consiglio attraverso una votazione.

Il Presidente propone un numero di 7 componenti per i Gruppi di Lavoro: Pari Opportunità, Psicologia Scolastica, LGBT e Cure Palliative. Proposta sulla quale il Consiglio si esprime all’unanimità.

I Gruppi di Lavoro rappresentano uno degli spazi principali per la partecipazione della categoria al funzionamento del nostro organo di autogoverno, anche per questo la posizione di AP Calabria è quella dell’apertura al numero massimo di componenti.

Una volta stabilito il numero di componenti per ogni gruppo, si procede alla votazione dei membri.

A questo punto provate a indovinare quanti saranno i nomi proposti dal Presidente e dalla sua maggioranza per ogni GdL???  Proprio 7! Quanti i posti disponibili

La votazione è praticamente già una farsa e tra i nostri si contano alcune schede bianche. Salvo poi decidere di proporre ugualmente, prima della votazione, le tante colleghe e i tanti colleghi che avevano dato la loro disponibilità per partecipare ai Gruppi di Lavoro dell’Ordine, con tanto di curricula in bella vista sul tavolo del Consiglio che tutti i Consiglieri avrebbero potuto tranquillamente visionare. Nonostante ciò, nessun ripensamento…questi Gruppi di Lavoro devono avere una sola “sfumatura di colore”, quella del Presidente e della sua maggioranza, non c’è spazio per altre proposte di partecipazione.

Partecipazione? No, concessione!

Piccolissimi spiragli si aprono solo per il Gruppo di Lavoro Interventi Assistiti con gli Animali per il quale la maggioranza propone 4 nomi (evidentemente a corto di idee considerando la natura strettamente specialistica dell’ambito) e ovviamente il Presidente propone un numero massimo di 4 partecipanti, salvo poi concedere spazio ad una nostra proposta (la Collega Giusy Casile) allargando il gruppo di lavoro a 5 componenti. All’interno del GdL anche la Collega Manuela Reverso, proposta da tutti i Consiglieri.

Ma facciamo così tanta paura?

Cosa manca? Ah… giusto… il Gruppo di Lavoro Comunicazione. Poche le parole da spendere in tal senso, sarà composto da 5 membri.

Quasi superfluo specificare che, per ciò che concerne la decisione del numero di componenti, noi 7 di AltraPsicologia votiamo compatti per il massimo consentito.

Altrettanto superfluo specificare che il gruppo di maggioranza vota compatto per una composizione ristretta a 5 membri.

Chi saranno mai questi 5 membri? Semplice: le 4 cariche del Consiglio con l’aggiunta di un Consigliere di maggioranza.

Il GdL si occuperà della comunicazione esterna, il “megafono” del nostro Ente, affidato, nella sua totalità, al gruppo che per soli 6 voti (nonostante una “solida” armata di 15 candidati) ha vinto le elezioni.

D’altronde siamo in democrazia, gli strumenti utilizzati sono quelli. Il metodo, invece, si avvicina molto di più a quello di un regime: assediato, impaurito dalla partecipazione e spasmodicamente impegnato a chiudere ad ogni minima proposta alternativa.

In odg anche l’istituzione di una nuova Commissione: Sanità. Che visti i tempi che corrono avrà il suo bel da fare. Anche qui lo spazio è riservato esclusivamente alle proposte del gruppo di maggioranza, tra le quali scorgiamo comunque una voce fuori dal coro, come la collega Maria Francesca Amendola, a cui abbiamo sentito di dare la nostra fiducia.

DIVANI & DIVANI

Teniamo a sottolineare che lo spettacolo svilente a cui abbiamo assistito rimane del tutto ascrivibile alla maggioranza di questo Consiglio dell’Ordine e nulla ha a che fare con il validissimo contributo di competenze che le colleghe e i colleghi, a cui rivolgiamo i nostri più sinceri auguri di buon lavoro, porteranno all’interno del nostro ente.

Detto ciò, non possiamo esimerci dal sottolineare come i Consiglieri di maggioranza abbiano deciso di occupare spazi di lavoro che potevano essere riservati ad altrettanti colleghi pronti a spendere la propria esperienza al servizio di tutti. Questi GdL annoverano tra i componenti il Presidente, le cariche e i Consiglieri di maggioranza, addirittura qualcuno di loro è presente in più di un gruppo di lavoro.

La logica delle poltrone o forse sarebbe meglio dire: la logica dei divani! Divani da occupare il più possibile, oppure da utilizzare per sbarrare le porte di casa, con regolamenti fantasiosi, modifiche in corsa e delibere oligarchiche. Il dettaglio non da poco è che le porte sbarrate sono quelle della casa di tutti gli psicologi e le psicologhe calabresi.




L’Ordine Calabria e i vestiti “nuovi” dell’imperatore…

Rieccoci! Dopo la pausa estiva (che definirla pausa è un eufemismo) torniamo a raccontarvi cosa succede dentro e fuori l’Ordine degli Psicologi della Calabria. Tenetevi forte, perchè i fatti degli ultimi mesi e quelli dei giorni che ci avvicinano al prossimo Consiglio hanno dell’incredibile e richiedono la massima attenzione da parte di tutti gli iscritti al nostro Ordine regionale.

UTENZE INTERNET: “CHI HA AVUTO, HA AVUTO…”

Vi ricordate la questione delle utenze internet, in uso a due Consiglieri attualmente in carica anche nel corso dell’anno 2020 e pagate con i soldi dell’Ordine? Bene… le utenze sono state dismesse a seguito della nostra segnalazione, interrompendo una prassi che durava da almeno 5 anni e portava il nostro Ordine a spendere circa 4.ooo euro annui in servizi telefonici.

Al Consiglio del 22 luglio chiediamo con una mozione di quantificare i soldi spesi per queste utenze nei primi mesi del 2020 (quando ormai si era insediato un nuovo Consiglio) e di disporne la restituzione all’Ordine per destinare le somme recuperate in servizi agli iscritti. In sostanza mettiamo il Consiglio tutto nella condizione di dare un segnale di discontinuità effettiva col passato.

Volete saper com’è andata a finire?

Nessuna restituzione delle risorse! La mozione viene bocciata grazie al voto sfavorevole dei “nuovi” e dei vecchi Consiglieri di maggioranza, compresi quelli che di queste utenze hanno usufruito anche quando ormai non ne avevano più “diritto” (tra virgolette appunto, perchè forse il termine più adatto sarebbe privilegio). Ennesima occasione persa per dare un segnale agli iscritti, per voltare pagina con il passato, per restituire dignità ad una categoria che ultimamente viene a conoscenza di modalità di gestione di un ente pubblico alquanto discutibili.

LA LETTERA ALL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

Dopo un rinvio per mancanza di tempo, un Consiglio senza che il punto venisse messo all’ordine del giorno e la nostra richiesta di reinserimento al primo Consiglio utile, finalmente torniamo a discutere della lettera, redatta dalla Sottocommissione Tutela, da indirizzare all’Ufficio Scolastico Regionale.

In Consiglio, la discussione si accende su un dettaglio fondamentale.

Il gruppo di maggioranza intende modificare la lettera evitando di inserire il LINK DIRETTO PER LE SEGNALAZIONI ALLA SOTTOCOMMISSIONE TUTELA che rimanda anche all’apposito vademecum.

Stiamo parlando di strumenti a disposizione di tutti i cittadini, utili a rendere ancora più incisive le funzioni della Sottocommissione Tutela, mai esistita prima all’interno del nostro Ordine e per la cui istituzione ci siamo battuti sin dalla presentazione del nostro programma elettorale.

Bene, nonostante dalla Sottocommissione Tutela (composta da 3 componenti del gruppo di AltraPsicologia e 4 componenti del gruppo di maggioranza) venga fuori una lettera capace di mettere l’Ufficio Scolastico Regionale nelle condizioni di collaborare fattivamente con il nostro ente per la lotta concreta ad ogni forma di abuso della professione (vedi sportelli scolastici gestiti da non psicologi), il gruppo di maggioranza propone di modificare la lettera eliminando il link in questione.

Le motivazioni? Secondo alcuni Consiglieri di maggioranza, inviare il link e il vademecum per le segnalazioni in tutela, passerebbe come un “invito a segnalare” rivolto all’Ufficio Scolastico Regionale (???)…E poi si finirebbe per “inasprirne” i rapporti (???).

Risultato? Come per magia anche i Consiglieri di maggioranza presenti in Sottocommissione Tutela (Coordinatore compreso) cambiano idea, sconfessando apertamente il lavoro della stessa Sottocommissione. Il link per le segnalazioni viene eliminato dalla lettera definitiva. In Consiglio c’è chi parla addirittura di “lettera morbida”

Noi preferiamo parlare di “lettera mutilata”, di ennessima occasione persa per coinvolgere fattivamente le istituzioni nella lotta a qualsiasi forma di abuso.

Lettera Ordine Psicologi Calabria – Ufficio Scolastico Regionale

Insomma, adesso, finalmente, grazie anche alla nostra presenza in Consiglio, abbiamo gli strumenti per favorire le azioni di tutela, ma si preferisce non utilizzarli! Come sbagliare un gol a porta vuota… e a rischiare la sconfitta è la salute dei cittadini.

Non ci arrendiamo. Facciamo mettere a verbale che provvederemo ad inviare, come AltraPsicologia, una nuova lettera all’Ufficio Scolastico Regionale con all’interno (stavolta sì) tutti gli strumenti che l’Ordine degli Psicologi della Calabria ha messo a disposizione dei cittadini per segnalare eventuali casi di abuso della professione.

Non finisce qui. In qualità di Coordinatore di AltraPsicologia Calabria do comunicazione, attraverso i canali social, della nostra iniziativa. Qualche giorno dopo vengo raggiunto da una PEC , a firma del Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Calabria il quale mi comunica che, a suo dire, avrei “…esposto l’Ente ad inutili polemiche e contenziosi nonchè influenzato negativamente il risultato dell’iniziativa del Consiglio a tutela della Psicologia Scolastica…”. Una sorta di “richiamo formale”. Per cosa poi? Per aver condiviso il dibattito presente in Consiglio su alcune tematiche centrali in materia di tutela? Per aver annunciato un’azione politico-professionale capace di contribuire ad utilizzare a dovere gli strumenti di cui lo stesso Ordine degli Psicologi della Calabria ha deciso di dotarsi? Qualcosa di preoccupante in generale per ciò che concerne la libertà di espressione dei singoli Consiglieri, ma anche un’azione che finisce per spostare l’attenzione dagli aspetti concreti.

E allora rimaniamo sugli aspetti concreti! Decido di rispondere pubblicamente alla PEC del Presidente, giusto per scongiurare qualsiasi rischio che il richiamo formale si trasformi in una censura e assieme a tutto il gruppo di AltraPsicologia Calabria inviamo, come promesso, la nostra lettera di interlocuzione all’Ufficio Scolastico Regionale e agli Ambiti Territoriali.

Lettera AltraPsicologia Calabria – Ufficio Scolastico Regionale e Ambiti Territoriali

“ACCESSO (AGLI ATTI) NEGATO”

Facciamo un riepilogo (giusto per rinfrescare la memoria).

2 MAGGIO 2020

Viene discusso il bilancio consuntivo 2019. In Consiglio mettiamo in luce diverse criticità e diversi aspetti rivedibili in merito alla gestione economica e amministrativa dell’ente tra cui:

le utenze internet di cui sopra,

crediti verso gli iscritti che ammontano a più di 200.000 euro (senza che si possa avere contezza dell’effettiva esigibilità)

35.000 euro di rimborsi benzina che a bilancio risultano come “Rimborsi e compensi Consiglieri” e che non sono accompagnati da nessuna documentazione giustificativa

Ci asteniamo dall’approvazione del bilancio! E’ pur sempre un bilancio consuntivo di una vecchia gestione economica (noi ci siamo insediati quest’anno) e riteniamo che l’onere dell’approvazione spetti a chi in Consiglio rappresenta la continuità con la passata gestione. Chiediamo che ci vengano forniti i chiarimenti e i documenti richiesti in merito alle criticità emerse per poter essere messi in condizione di svolgere il nostro ruolo di Consiglieri anche per ciò che concerne la futura gestione amministrativa.

12 MAGGIO 2020

A distanza di una settimana dall’approvazione del bilancio, è lo stesso Segretario dell’Ordine ad informare con una PEC tutti i Consiglieri di altre criticità di cui è venuto a conoscenza:

un ammontare di Colleghi morosi che supera i 500 iscritti con almeno 200 iscritti passibili di sospensione (perchè morosi da più di due anni) e alcune posizioni che hanno almeno 10 anni di morosità!;

gli incarichi dei professionisti che lavorano per l’Ordine non sono coperti da alcun contratto, ma affidati attraverso verbali e delibere;

la voce in bilancio “Acquisto libri, riviste, giornali…” corrisponde a delle ricevute di quotidiani (“Il Sole 24 Ore”, “Gazzetta del Sud”, “Il Quotidiano” periodo 2018-19) intestate all’attuale Presidente per un totale di € 2.126,00;

sul protocollo d’intesa tra l’Ordine e il Provider ECM per i prossimi eventi formativi, tutte le spese organizzative, logistiche, di pubblicizzazione e di segreteria vengono sostanzialmente “appaltate” all’associazione “Mediamente”, il cui “management” sembra fare riferimento all’attuale Vicepresidente e all’ormai dimissionario Coordinatore della Commissione Formazione di questa consiliatura.

18 MAGGIO 2020

Chiediamo di convocare urgentemente Consiglio, con richiesta di tutti i documenti giustificativi. In subordine a tale richiesta, chiediamo le dimissioni del Presidente, del Vicepresidente e del Tesoriere!

DAL 3 GIUGNO 2020

Diversi Colleghi richiedono di poter assistere come uditori (anche attraverso modalità streaming) al Consiglio del 13 giugno. Le richieste vengono rifiutate perchè il Regolamento non prevede la modalità streaming. Il regolamento non la prevede, ma neanche la vieta e considerando che le riunioni sono aperte, la risposta del Presidente è da considerarsi l’ennesima chiusura a riccio nei confronti della categoria!

13 GIUGNO 2020

In Consiglio non viene presentato alcun documento giustificativo sui rimborsi “benzina” (35.000 €);

Non c’è traccia dei contratti dei collaboratori, l’unico riferimento ai professionisti che lavorano per l’Ordine sono degli stralci di vecchi verbali (!);

Nessun riscontro sull’effettiva esigibilità dei 210.000 € di crediti verso gli iscritti;

I giornali? Servivano per reperire notizie che riguardavano l’Ordine (!);

il riferimento a “Mediamente” Era un refuso (!).

A questo punto confermiamo la richiesta di dimissioni del Presidente, del Vicepresidente e del Tesoriere dell’Ordine. Il Segretario, che fino a quel momento aveva dimostrato di voler far luce sulle criticità della gestione amministrativa, fa dieci passi indietro rispetto alle sue stesse richieste e conferma di fatto l’appoggio all’attuale maggioranza votando contrario alla richiesta di dimissioni.

29 GIUGNO 2020

Inoltriamo richiesta di accesso agli atti per poter visionare contratti di servizi e consulenze, convenzioni, protocolli d’intesa, atti interruttivi inviati agli iscritti morosi, estratti conti, documenti giustificativi di rimborsi, ecc. in modo da poter adempiere compiutamente al nostro ruolo di Consiglieri dell’Ordine come sancito dalla Legge 56/89.

29 LUGLIO 2020

La richiesta di accesso agli atti viene rigettata. La motivazione? Non possiamo accedere agli atti perchè il bilancio consuntivo risulta approvato. Ovvio! Lo sapevamo già. Il bilancio consuntivo è stato approvato, con il voto di 8 Consiglieri, gli altri 7 (NOI) si sono astenuti. E sappiamo anche che il bilancio, in quanto approvato, non può che essere regolare (fino a prova contraria) e che la sua approvazione non esime i Consiglieri da eventuali responsabilità penali che dovessero essere accertate in futuro. Ma qui siamo molto oltre il bilancio. Gli ultimi Consigli ci hanno messo di fronte ad aspetti poco chiari e a notevoli criticità di natura amministrativa e vorremmo essere messi nelle condizioni di vigilare sulla gestione dell’ente, com’è nostro diritto e soprattutto dovere per i colleghi che rappresentiamo e per i cittadini che siamo chiamati a tutelare.

CIAO CIAO DEMOCRAZIA!

E veniamo ai giorni nostri…Quando pensavamo di averle viste proprio tutte ecco che mercoledì 23 settembre arriva la convocazione per il prossimo Consiglio che si terrà presso l’Hotel Lamezia sabato 3 ottobre 2020.

All’ordine del giorno la proposta di modifica di alcuni articoli del Regolamento dell’Ordine. Qualche esempio?

La documentazione inerente le riunioni potrà essere inviata a tutti i Consiglieri anche solo 3 giorni prima la data del Consiglio.

Qualora almeno 4 Consiglieri facciano richiesta di convocazione del Consiglio, come garantito dall’art. 14 della Legge 56/89, il Presidente è tenuto a fissare la riunione entro 45 giorni dalla data di ricevimento della richiesta. Non più entro 30 giorni come previsto adesso.

Sparisce la facoltà di avanzare interrogazioni e interpellanze al Presidente e agli altri Consiglieri. Il tutto viene sostituito da un “question time” della durata di 20 minuti nel corso dei quali dovranno rientrare comunicazioni del Presidente ed eventuali domande dei Consiglieri.

Si specifica che gli uditori potranno assistere ai Consigli solo di persona (a scanso di equivoci viste le richieste pervenute dai colleghi), che saranno ammessi al massimo due uditori a Consiglio, che gli uditori potranno assistere solo a deliberazioni di carattere generale e che comunque il Presidente potrà decidere quali punti in odg saranno preclusi all’ascolto degli iscritti. Chi vorrà assistere ai Consigli dovrà firmare un accordo di riservatezza con l’Ordine!

Avete capito bene. Il gruppo di maggioranza del nostro Consiglio dell’Ordine decide di cambiare in corsa le regole del gioco. Le stesse regole che tutti i Consiglieri si sono dati qualche mese fa. Dopo un primo regolamento (approvato a colpi di maggioranza e con dei limiti evidenti), un successivo ravvedimento che ha permesso anche a noi Consiglieri di AP di lavorare al Regolamento di tutti e la conseguente approvazione all’unanimità; adesso, proprio quando il dibattito si fa più acceso, si decide di cambiare, proponendo una sorta di bavaglio all’opposizione in Consiglio e restringendo significativamente gli strumenti che attualmente garantiscono un po’ di trasparenza per tutti gli iscritti! Da non credere!

Ma non finisce qui…Tra le bozze di delibere presenti all’ordine del giorno ne troviamo una da “far tremar le vene e i polsi”. Il Presidente propone di delegare se stesso a svolgere alcuni dei compiti che la legge 56/89 all’art.12 attribuisce al Consiglio che (editti imperiali permettendo) è e rimane un organo collegiale. Insomma, l’opposizione: vigila, segnala, contesta, garantisce finalmente (dopo 30 anni affidati al governo del solito cartello elettorale) un fondamentale contraddittorio per le decisioni che coinvolgono la categoria e il Presidente di quest’Ordine che fa? Chiede (illegittimamente) “pieni poteri” alla sua risicatissima maggioranza!

E’ tutto, per ora! Anche perchè ormai avrete imparato a conoscerci e sapete bene che non indietreggiamo di un millimetro su questioni che riguardano la dignità di un’intera categoria regionale.

La maggioranza di questo Consiglio dell’Ordine e il suo Presidente continuano a replicare le gesta dell’imperatore della famosa favola di Hans Christian Andersen che sfilava senza vestiti confidando nell’acquiescenza generale, raggirato da due finti tessitori che gli avevano “venduto” una “particolare stoffa” invisibile solo agli stolti e agli indegni. Nella fiaba danese, a rompere l'”incantesimo” è un bambino che con innocenza esclama: “Ma il Re non ha niente addosso! Il Re è nudo!

Sta tutta nel finale la differenza tra la nostra storia e quella di Andersen.

Perchè, a queste latitudini, con tutte le difficoltà che la nostra terra e la nostra professione si portano addosso, al posto della folla acquiescente, c’è una categoria attenta, vigile, desiderosa di conoscere, di fare rispettare i propri diritti e adempiere ai propri doveri.

C’è chi ha il coraggio di andare oltre “i vestiti dell’imperatore”, intrisi di tutto l’affanno di chi sbandiera come grandi risultati quei requisiti minimi di cui un Ordine non ha saputo dotarsi per 30 anni;

di chi, costantemente stimolato dall’opposizione, mette a regime strumenti che poi non utilizza;

di chi alla stessa opposizione preferisce chiudere la bocca con manovre illegittime anzichè riconoscerle la decisiva funzione di cambiamento che ha riavvicinato al nostro ente una categoria stanca e sfiduciata, ma con tanta energia ancora da spendere;

di chi preferisce le passerelle al lavoro di rete con le tante colleghe e i tanti colleghi che giornalmente chiedono informazione, tutela e promozione della psicologia a tutti i livelli istituzionali.

Dietro i “vestiti dell’imperatore” c’è tutta l’incapacità, per questa maggioranza, di confrontarsi sul piano politico-professionale. C’è piuttosto la tendenza a spostarsi sul piano dei richiami formali (che lasciano il tempo che trovano), a conservare e giustificare vecchie prassi che hanno condannato per anni il nostro Ordine all’immobilismo e all’impalpabilità, a chiudere le porte alla trasparenza ed alla partecipazione. Porte sbarrate (nel caso qualcuno non se ne fosse accorto) alla categoria tutta!

Qualora non fosse chiaro, noi, Consiglieri e attivisti di AltraPsicologia, siamo qui per restare! Per la salute dei cittadini, per le Colleghe e i Colleghi che rappresentiamo, perchè, nonostante i tentativi di restaurazione delle vecchie logiche oligarchiche, indietro non si torna!

 




Cosa succede all’Ordine Calabria? I documenti, la nostra lettera al Consiglio, gli aggiornamenti…

Come promesso, eccovi un report dettagliato sulle ultime vicissitudini inerenti l’Ordine degli Psicologi della Calabria. Partendo dalle questioni riguardanti la gestione amministrativa ed economica dell’ente, passando per l’ultima riunione di sabato 13 giugno, fino ad arrivare agli ultimi aggiornamenti sulle future iniziative di AltraPsicologia Calabria anche in vista del prossimo Consiglio dell’Ordine in programma per mercoledì 22 luglio 2020. Un articolo che riassume gli ultimi 3 mesi di attività ordinistica, con documenti e richieste ufficiali, nell’ambito di quella che è ormai diventata una vera e propria “operazione trasparenza” per le psicologhe e gli psicologi calabresi.

PRIMA DEL CONSIGLIO DEL 13 GIUGNO

I giorni che ci avvicinano al Consiglio sono a dir poco turbolenti. Come sapete a seguito della riunione del 2 maggio, in cui si è discusso il bilancio consuntivo, veniamo a conoscenza di alcune criticità e di alcuni aspetti rivedibili sulla gestione economica e amministrativa dell’ente. Ne elenchiamo solo alcuni:

sono più di 4000 euro i soldi spesi in servizi telefonici nell’arco di un solo anno. La motivazione? Delle utenze internet (modem portatili) sono state pagate a due cariche dello scorso Consiglio (ad oggi Consiglieri in carica) ed alla Segretaria Amministrativa. Alla data in cui si discute il bilancio le utenze risultano ancora attive;

appuriamo che nella situazione patrimoniale dell’ente sono riportati ben € 210.161,23 di crediti verso gli iscritti! Chiediamo allora, vista la mole non indifferente dei crediti accumulati, di avere contezza effettiva dell’esigibilità del credito e cioè il dato che certifichi che queste somme sono ancora recuperabili;

i servizi diretti agli iscritti (tra cui i soldi investiti nella formazione) ammontano a meno del 17% di tutte le uscite dell’ente  € 42.882,05. Una cifra che da sola non supera i soldi che invece l’Ordine ha risparmiato per le proprie casse nell’anno 2019 e cioè € 49.316,69;

ammonta a quasi 35.000 € la voce in bilancio “Rimborsi e Compensi Consiglieri”. Dalla discussione in Consiglio viene fuori che si tratta solo di rimborsi e prevalentemente di rimborsi benzina. Non si capisce perché questa cifra venga riportata anche tra i compensi e non è dato visionare la documentazione giustificativa.

Il voto sul bilancio

Alla luce di questa situazione, delle dichiarazioni di voto dello stesso Segretario dell’Ordine che, pur esprimendo voto favorevole al bilancio, non nasconde di aver riscontrato diverse criticità nella gestione economica, della disponibilità del Presidente a chiarire diversi aspetti contabili, della disponibilità della Consigliera Tesoriere ad un impegno di trasparenza per il futuro dell’Ordine, tenuto conto che l’onere dell’approvazione del bilancio consuntivo non può che ricadere sul gruppo politico che rappresenta anche la continuità con la precedente gestione, noi 7 Consiglieri di AltraPsicologia decidiamo di astenerci dal voto sul bilancio. Insomma non possiamo metterci la firma, ma confidiamo ancora nella trasparenza in merito alla produzione dei documenti richiesti.

Le richieste del Segretario dell’Ordine

Ad una settimana dall’approvazione del bilancio (e dalle nostre astensioni) le criticità aumentano. Ci ritroviamo infatti a leggere una PEC inviata dal Segretario dell’Ordine a tutti i Consiglieri in cui veniamo informati in sintesi dei seguenti fatti:

diversi sono gli iscritti che non versano la quota d’iscrizione da più di due anni (e quindi passibili di sospensione). Oggi sappiamo che sono più di 200, che le morosità in generale ammontano a più di 500 iscritti e che vi sono diverse posizioni di inadempienza che arrivano anche a 10 anni!;

al Segretario è stato negato dal Presidente l’accesso all’elenco dei morosi (quando da che mondo e mondo il Segretario dovrebbe essere il tenutario dell’Albo);

gli incarichi dei professionisti che lavorano per l’Ordine non sono coperti da alcun contratto, ma affidati attraverso verbali e delibere;

la voce in bilancio “Acquisto libri, riviste, giornali…” corrisponde a “ricevute” di acquisto dei quotidiani “Il Sole 24 Ore”, “Gazzetta del Sud”, “Il Quotidiano” (periodo 2018 e 2019) per un totale di € 2.126,00. Ricevute intestate all’attuale Presidente, allora Coordinatore della Commissione Formazione;

sul protocollo d’intesa tra l’Ordine e il Provider ECM per i prossimi eventi formativi, tutte le spese organizzative, logistiche, di pubblicizzazione e di segreteria vengono sostanzialmente “appaltate” all’associazione MEDIAMENTE, il cui “management” sembra fare riferimento all’attuale Vicepresidente e all’adesso dimissionario Coordinatore della Commissione Formazione di questa consiliatura.

Non possiamo più attendere

A questo punto, la quota di fiducia che ci consentiva di attendere un Consiglio dedicato agli approfondimenti e ai provvedimenti richiesti, risulta notevolmente compromessa. Ci vediamo quindi costretti a chiedere noi la convocazione del Consiglio ai sensi dell’art.14 L. 56/89 con richiesta urgente di procedere: alla disdetta delle utenze internet, alla produzione della documentazione a supporto del bilancio, a fornire i chiarimenti richiesti dal Segretario nella PEC. In subordine a quanto richiesto, chiediamo le dimissioni del Presidente, del Vicepresidente, della Tesoriera e del Coordinatore della Commissione Formazione.

“Ciao ciao” trasparenza

Il 3 giugno viene finalmente convocato il Consiglio dell’Ordine. Ci si torna a riunire in presenza. Ben 21 i punti all’ordine del giorno e come potete vedere le nostre richieste vengono accorpate in un unico punto come interrogazioni. Solo in un secondo momento, a seguito di ulteriore nostra richiesta, del punto 8 viene modificato il titolo, non più “interrogazioni”, ma “discussione dei punti”. In ogni caso il Presidente si rifiuta di inserire le nostre richieste come punti in odg. Eppure a richiedere la convocazione del Consiglio siamo stati proprio noi ai sensi della legge 56/89.

Non basta. Alla notizia di convocazione del Consiglio, diversi colleghi, nel rispetto del Regolamento dell’Ordine, richiedono di essere messi in condizione di assistere ai lavori come uditori anche attraverso modalità di trasmissione in streaming considerando la necessità di garantire le misure anti-contagio. La risposta del Presidente: “Il Regolamento non prevede la modalità streaming”. Modalità non prevista, ma neanche esclusa, crediamo noi! E quindi perché non adoperarsi per accogliere le richieste degli iscritti e rispettare il Regolamento che prevede che le riunioni del Consiglio siano APERTE? Ennesima occasione persa per dare un segnale di trasparenza.

ENTRIAMO IN CONSIGLIO

La prima parte della riunione è dedicata come sempre agli adempimenti. L’ulteriore differimento del pagamento della quota d’iscrizione per l’anno 2020 al 30 giugno, le nuove iscrizioni, i trasferimenti e le eventuali cancellazioni, le annotazioni come psicoterapeuta e naturalmente l’approvazione del Verbale della seduta del 2 maggio (quella in cui si è discusso il bilancio), un documento che vi consigliamo vivamente di leggere perché i documenti ufficiali sono e rimangono il giusto antidoto a qualsiasi forma di strumentalizzazione.

LE DETERMINAZIONI SUI MOROSI E LA MOZIONE DI ALTRAPSICOLOGIA CALABRIA

Al punto 7 in odg le determinazioni in merito alla grave situazione di morosità in cui versano diversi iscritti all’Ordine degli Psicologi della Calabria. Giusto per capirci 524 colleghi morosi (praticamente un quarto degli iscritti), 265 in arretrato di due anni o più, in diversi casi si arriva a circa 10 anni di morosità, più di 200.000 € da recuperare. Una situazione maturata in 10 anni di gestione ordinistica e sulla quale si sta intervenendo adesso, dovendo procedere al recupero delle somme entro il 31 ottobre 2020, in piena crisi economica ed a seguito del lock down! Sul punto passa la mozione di AltraPsicologia (la prima volta in questo Consiglio). Sarà l’Ordine a farsi carico delle spese legali e postali e non verrà applicato alcun interesse sulle quote dovute (come invece previsto nella delibera iniziale). Abbiamo chiesto questo perché riteniamo che questa grave situazione non sia dovuta solo alle inadempienze degli iscritti, ma anche alla grave superficialità con cui è stata gestita dall’Ordine almeno negli ultimi 10 anni. (La mozione passa con 11 voti favorevoli e 4 contrari)

LA NOTA DI “CHIARIMENTO” DEL PRESIDENTE E LA NOSTRA LETTERA AL CONSIGLIO

Nella corposa documentazione inviataci prima del Consiglio, possiamo leggere anche una nota di “chiarimento” in merito alle osservazioni da noi sollevate che hanno portato alla nostra richiesta di convocazione. Le virgolette sono d’obbligo, perché i cosiddetti “chiarimenti” appaiono poco esaustivi. Nella migliore delle ipotesi si tratta di prese d’atto di prassi di gestione economica che finalmente (e solo a seguito delle nostre segnalazioni) vengono interrotte. Nella peggiore delle ipotesi si continua a sostenere la correttezza di alcune modalità di gestione amministrativa a dir poco discutibili (come nel caso degli affidamenti degli incarichi). Chiusura “a riccio” sulla possibilità di visionare i documenti giustificativi al bilancio. In ogni caso, rispondiamo ai “chiarimenti” con altrettanto corposa lettera (17 pagine) in cui oltre a soffermarci punto per punto sulle risposte per nulla esaustive forniteci, facciamo un excursus di questi primi mesi di Consiglio e motiviamo la conferma della richiesta di dimissioni.

LA NOTA DEL PRESIDENTE

LA NOSTRA LETTERA AL CONSIGLIO

ALCUNI PASSAGGI IMPORTANTI

Utenze internet

A seguito della nostra segnalazione, va in soffitta la prassi di concedere ad alcune cariche del Consiglio il pagamento di modem portatili con i soldi dell’ente. Le utenze (ancora in uso fino a qualche giorno fa a due Consiglieri in carica) sono state dismesse.
Non riusciamo francamente a comprendere come un ente pubblico abbia potuto negli anni mantenere quello che consideriamo un privilegio e come non si sia pensato di interrompere da subito questa prassi, garantendola invece anche in questa consiliatura. Risultato: fino ad oggi abbiamo pagato più di 4000 euro di servizi telefonici all’anno! Le giustificazioni? La distanza dalla sede dell’Ordine per alcuni Consiglieri, le difficoltà con la linea internet a casa. A noi l’unica difficoltà sembra quella di comprendere che si sta gestendo un ente pubblico.

“Acquisto libri, riviste, giornali…”

Altra ‘prassi’. Come detto, nel bilancio consuntivo 2019, figura l’acquisto di alcuni quotidiani (Sole 24 Ore, Gazzetta del Sud, Il Quotidiano per poco più di 2000 euro) rimborsati all’allora Coordinatore della Commissione Formazione ed oggi Presidente dell’Ordine. Il motivo dell’acquisto di questi giornali? Reperire informazioni che riguardavano l’Ordine(!). Giudicate voi su questa modalità di utilizzo delle risorse degli iscritti.

Contratti dei consulenti

Non vi è ancora traccia dei contratti dei i consulenti che lavorano per l’Ordine, solo gli stralci dei verbali con le delibere che ne hanno ‘sancito’ gli incarichi diretti. Sul punto si continua a sostenere che questa sia la prassi da adottare per un ente pubblico. In merito abbiamo prodotto e produrremo ancora pareri legali per il rispetto delle procedure.

Protocollo d’intesa formazione

All’interno del protocollo d’intesa tra Provider ECM e Ordine figurava il nome di un’associazione che si chiama MEDIAMENTE, il cui management (come si evince dagli ultimi dati reperibili dall’archivio web) sembra fare riferimento a due Consiglieri in carica. La spiegazione: è stato un refuso(!). Il punto è che questo refuso, finiva per affidare di fatto i servizi logistici degli eventi all’associazione suddetta. Il protocollo è stato corretto il 3 giugno, quindi solo dopo le nostre segnalazioni. Nel frattempo il Presidente aveva firmato il protocollo (forse senza leggerlo!)

IL VECCHIO PROTOCOLLO

IL PROTOCOLLO CORRETTO

Rimborsi e compensi Consiglieri – due “calcoli da seconda elementare”

Fermo restando il dubbio, ancora non risolto, del perché la voce in bilancio reciti “Rimborsi e COMPENSI” (a quanto sostenuto in più occasioni dal Presidente in questa voce sono riportati solo i rimborsi) dalla nota di “chiarimento” apprendiamo che € 34.836,78 sono stati destinati a titolo di “rimborso chilometrico” per la precedente consiliatura nei confronti dei Consiglieri (Presidente, Tesoriere e Segretario) oltre a spese connesse all’incarico (pasto, parcheggio, ecc.).

Non risultano quindi in questo computo i rimborsi per la partecipazione alle Commissioni né le eventuali spese di rappresentanza del Presidente, come invece dichiarato nella precedente seduta di Consiglio e sottolineato sul sito di informazione del gruppo politico di maggioranza.

In Consiglio, specifichiamo la nostra preferenza per le comunicazioni ufficiali, ma invitiamo il gruppo di maggioranza a prendere una decisione. Nel computo rientrano le spese di rappresentanza o non rientrano?! Giusto per evitare di diffondere “fake news”!

Ipotizziamo quindi un ragionamento che sarebbe però valido se fossimo in fase di bilancio preventivo e quindi “calcoli da seconda elementare”. Trattandosi di un consuntivo dovrebbe infatti valere la documentazione giustificativa, ma siccome pare impossibile avere traccia documentale dei “rimborsi erogati”, procediamo con analisi empiriche.

Se i 15 consiglieri venissero da Reggio Calabria (la provincia più lontana dalla sede dell’OPC) e partecipassero a tutti i consigli (6 in un anno – questa la frequenza dei Consigli nel 2019) il rimborso chilometrico ammonterebbe a € 12.717 (€ 0.45/km). Se i 15 consiglieri avessero usufruito di un pranzo da € 25,00 e un parcheggio a pagamento per 8 ore, la spesa per i soliti 6 consigli ammonterebbe a € 2.610. Il totale della spesa per i consigli è dunque di € 15.327….

Ma è giusto ipotizzare anche che il Presidente e le cariche abbiano necessità di recarsi in sede molto spesso, supponiamo presenze settimanali per 40 settimane (tolte le settimane dei Consigli, nelle quali ci auguriamo che a buon cuore per le tasche dell’Ordine il Presidente abbia fatto coincidere la sua visita settimanale alla sede con il consiglio e tolte le settimane di ferie, Natale e simili, nelle quali ci auguriamo che il Presidente e le altre cariche abbiano preso un meritato riposo) il totale ammonterebbe a € 16.956.

A questo punto appare curioso che la somma delle abbondanti spese ipotizzate ammonti a  € 32.283 e risulti ancora inferiore a quanto  consuntivato e cioè € 34.836,78.

Sono questi i chiarimenti che ancora attendiamo e per i quali ci saremmo aspettati la massima trasparenza!

Richiesta della documentazione giustificativa al bilancio

Avremmo preferito vederla in Consiglio, nell’ottica della trasparenza e a fronte della mole significativa di crediti da recuperare dagli iscritti (210.000 euro). Nulla! Sul bilancio non si torna perché è stato approvato (anche se con 7 astensioni su 15), così dice la mail che il nostro Presidente si è fatto inviare dall’avvocato del CNOP, ma la mail dice anche che possiamo fare accesso civico generalizzato…e allora procederemo (adesso sì) all’accesso agli atti, avendo un interesse attuale e concreto a conoscere gli atti in qualità di Consiglieri dell’Ordine. Continuiamo a domandarci perché non condividere in trasparenza queste informazioni, visto che il bilancio, fino a prova contraria, DEVE essere VERITIERO, costringendoci piuttosto a questo inizio di battaglie legali.

RICHIESTA DI DIMISSIONI

Sin dall’inizio di questa consiliatura abbiamo spinto, dai banchi dell’opposizione, per una netta discontinuità col passato. Le scelte intraprese, la scarsa (o quasi nulla) accettazione delle criticità, la chiusura preferita alla trasparenza, ci hanno portato a confermare le richieste di dimissioni per Presidente, Vicepresidente e Tesoriere dell’Ordine. Il Segretario, pur condividendo gran parte delle nostre argomentazioni e pur avendo contribuito a fare luce su alcune delle criticità esposte, ha preferito votare contrario alle dimissioni. Ci saremmo aspettati un segnale concreto, una presa di distanze a dimostrazione della volontà di voltare pagina rispetto ad una gestione che ha già ampiamente dimostrato di non aver fatto pace col passato. Così non è stato. Ne prendiamo atto.

ALTRI PROVVEDIMENTI DEL CONSIGLIO

Il “nuovo” Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza

In Consiglio c’è tempo anche per il voto di protesta. A seguito delle dimissioni del Consigliere Triglia da Responsabile per la Trasparenza, il Presidente indica la candidatura del nuovo responsabile Rocco Chizzoniti (Consigliere anche nella precedente amministrazione). Ci sembra una sorta di remake della vecchia nomina (anche quella ricaduta su un Consigliere al secondo mandato, Triglia appunto) al quale avevamo comunque dato fiducia con il nostro voto. Insomma, politicamente abbiamo già dato. Non possiamo concedere la nostra fiducia, in merito a responsabilità che riguardano la trasparenza, a Consiglieri che hanno portato avanti una gestione economico-amministrativa dalla quale sentiamo di dissociarci totalmente. E visto che ormai siamo abituati a risposte in stile “muro di gomma” alle nostre richieste e segnalazioni, optiamo per un gesto eclatante. Nelle schede scriviamo il nome del Presidente: “Armodio Lombardo”. Lo consideriamo un segnale per ricordare con forza le responsabilità sulla trasparenza in generale che il Presidente e tutto il Consiglio sono tenuti a rispettare!

Altre nomine

A ricoprire l’incarico di coordinamento della Commissione Formazione (anche questo lasciato vacante dal dimissionario Triglia) sarà la Consigliera Maria Rita Notaro, già componente della Commissione.

Delegato Comitato Pari Opportunità CNOP, la scelta ricade sulla Collega Maria Grazia Di Cello votata all’unanimità.

Entra in Commissione Deontologica il nostro Luca Cento che raccoglie 9 voti (i nostri 7, quello del Segretario e un altro non dichiarato) e in Commissione Formazione la nostra Stefania Marchese che raccoglie 8 voti (i nostri 7 e quello del Segretario). I Colleghi espressi dal gruppo di maggioranza sono invece: Giovanni Lopez ed Eleonora Colistra per la Commissione Deontologica; Fabio Pirrotta e Maria Mumoli per la Commissione Formazione.

Regolamento Patrocini

Tra i provvedimenti anche l’approvazione del nuovo Regolamento sulla concessione dei patrocini. Il nostro voto è contrario. Necessario regolamentare la concessione dei patrocini, ma come al solito è il metodo che non convince. In sintesi adesso per richiedere un patrocinio all’Ordine si dovrà fare domanda almeno 60 giorni prima dell’evento… Troppi, anche in considerazione della crescita esponenziale delle attività seminariali on-line. Il Presidente potrà autonomamente concedere patrocini se le richieste provengono da amministrazioni pubbliche, strutture di ricovero e cura pubbliche e private accreditate e università pubbliche…un criterio che ci sembra piuttosto arbitrario. Insomma scommettiamo che come per tutti gli altri regolamenti ci ritroveremo ad adottare modifiche in itinere???

COSA CI PERDIAMO PER STRADA

Tavolo UNI

‘Ciliegina sulla torta’: siamo l’unico Ordine a non aver preso parte al tavolo UNI  nel corso del quale tutti gli Ordini territoriali si sono schierati apertamente contro la normazione dei counselor. In tutta Italia finalmente anche gli Ordini non a guida AltraPsicologia esprimono una posizione chiara sull’argomento, anzi a dire il vero si tratta proprio di un totale cambio di posizione (ve la ricordate la “consensus conference”?). L’Ordine Calabria, rimane “coerente” non partecipando al tavolo e perdendo un’occasione storica. Battute a parte, appuriamo che evidentemente quando si è troppo indaffarati a mantenere vecchie logiche e a difenderne la legittimità, si finisce per perdersi per strada i provvedimenti importanti. Eppure sarebbe bastato inserire un’altro punto in un un ordine del giorno che ne contava già 21!

Tutela: Lettera Ufficio Scolastico Regionale

Non c’è traccia nell’ordine del giorno del Consiglio del 13 giugno, della lettera, elaborata dalla Sottocommissione Tutela, per supportare l’Ufficio Scolastico Regionale nella prevenzione di episodi di abuso della professione di psicologo, soprattutto per quanto concerne gli sportelli presenti nei vari istituti e spesso gestiti da figure che non hanno alcun titolo per occuparsi della salute dei minori. Eppure la lettera è bella e pronta, era già stata messa tra i punti della precedente riunione (poi non trattata per ragioni di tempo), sarebbe bastata una semplice ratifica del Consiglio…Anche per questo, qualche giorno fa abbiamo inviato comunicazione al Presidente. Il punto è stato così inserito in odg per il Consiglio di mercoledì 22 luglio…sarà la volta buona?

DIMISSIONI “LAST MINUTE”

Qualche giorno dopo il Consiglio del 13 giugno, il Vicepresidente dell’Ordine ha rassegnato le dimissioni da componente della Commissione Deontologica e Tutela. Questa volta la comunicazione ufficiale arriva tempestivamente, almeno ai componenti della Commissione, a differenza di quanto successo le caso delle dimissioni del Coordinatore della Commissione Formazione.

Cosa succede adesso?

Succede che per ottenere la documentazione (in merito a: rimborsi, incarichi, consulenze, servizi erogati, convenzioni, protocolli d’intesa, atti interruttivi inviati agli iscritti morosi, ecc.) che ci aspettavamo di visionare, in un’ottica di trasparenza, nel rispetto del nostro ruolo e delle responsabilità che come Consiglieri ricopriamo, ci siamo visti costretti ad inviare formale lettera di accesso agli atti. 30 i giorni di tempo per avere risposta sperando di non dover procedere ad opportune azioni legali.

Succede che per il prossimo Consiglio (qui l’ordine del giorno) abbiamo già presentato (tra le altre) la richiesta di procedere al rimborso all’ente dei costi sostenuti per le utenze internet di cui hanno goduto i Consiglieri in carica durante l’anno in corso.

Succede che noi 7 di AltraPsicologia continueremo come sempre a lavorare con abnegazione in qualità di Consiglieri e nelle Commissioni a cui partecipiamo a tutela della salute dei cittadini e in rappresentanza della categoria. Continueremo, come sempre, ad esercitare la nostra azione di controllo, ad essere avamposto di democrazia all’interno del Consiglio, occhi e orecchie di colleghe e colleghi calabresi.

Con la richiesta di dimissioni abbiamo preso le distanze in maniera netta e chiara da una gestione ordinistica in cui non ci riconosciamo e rispetto alla quale questo esecutivo non dimostra in alcun modo di voler voltare pagina.

La nostra azione di controllo, informazione e stimolo al cambiamento è sotto gli occhi di tutti. Sin dai primi giorni di presenza in Consiglio ci siamo rimboccati le maniche per riportare le istanze degli iscritti, segnalare le criticità che interessano la categoria, rimettere in sesto una macchina che mancava (e in molti casi continua a mancare) dei requisiti minimi di funzionamento. Quando ad esempio i colleghi di tutta Italia ci chiedevano: “Cosa dice il regolamento del vostro Ordine?” rispondevamo con imbarazzo: “Noi non abbiamo un regolamento”. Adesso qualcosa è cambiato, ma quanta fatica, quanta resistenza al cambiamento, quanto tempo impiegato da questo esecutivo a difendere vecchie logiche, piuttosto che agire in trasparenza…Quante occasioni perse per mancanza di volontà politica!

Siamo convinti inoltre che le questioni in ballo non si esauriscano nella cattiva gestione delle risorse degli iscritti, nelle criticità in merito alla gestione economica, nella scarsa trasparenza…qui in gioco ci sono le notti passate sui libri, i sacrifici di più generazioni, la dignità di una categoria che duramente, ogni giorno, lavora per garantire la salute dei cittadini che noi, come Ordine siamo chiamati a tutelare.

Anche e soprattutto per questo, la nostra battaglia non si ferma! Per la trasparenza, per la dignità di un’intera categoria per Un’AltraPsicologia!




Nasce AP Penitenziaria – Per un’AltraPsicologia nel Sistema Penale

IL SISTEMA PENITENZIARIO AI TEMPI DEL COVID-19

In questo periodo storico, l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha introdotto cambiamenti radicali in tutti gli aspetti della vita civile dello Stato, anche all’interno degli istituti penitenziari.
In questo contesto l’emergenza è doppia, forse anche tripla per la mole di problematiche che caratterizza quotidianamente la vita delle carceri italiane: sovraffollamento, gestione della salute mentale, la lunga durata dei processi, la carenza di personale, le varie problematiche di gestione (e non) affrontate dalla polizia penitenziaria con i detenuti, le difficoltà di garantire i diritti. Tutte queste problematiche interessano aspetti rilevanti per il buon funzionamento di uno stato di diritto, sanciti dalla stessa Legge italiana.

L’emergenza sanitaria ha accentuato e ha reso più evidenti una serie di difficoltà già presenti.  Il carcere ha l’onere di mediare fra le esigenze di custodia e la finalità rieducativa della pena, un compito complesso che si scontra con la burocrazia italiana e le carenze amministrative sotto vari punti di vista. In questo periodo abbiamo assistito alle rivolte in alcune carceri italiane, in cui i detenuti hanno messo a ferro e fuoco interi istituti, reagendo emozionalmente in modo violento alle nuove norme introdotte per salvaguardare la salute dal rischio di diffusione del Coronavirus.

Il funzionamento degli istituti penitenziari è il prodotto di una fitta rete di relazioni che garantiscono il mantenimento della convivenza interna e prevengono la degenerazione violenta dei rapporti stessi. L’evento critico, rappresentato dall’emergenza sanitaria, ha messo a dura prova la tenuta di tali rapporti. In alcuni istituti, la notizia dell’interruzione dei colloqui con i familiari, la sospensione di alcune attività e il senso di minaccia evocato dall’emergenza sanitaria hanno alimentato vissuti di diffidenza da parte dei detenuti verso la struttura detentiva che, in breve, sono degenerati. In altri istituti, si è lavorato a mantenere un rapporto di affidabilità tra detenuti e sistema organizzativo provvedendo tempestivamente a garantire i colloqui con i familiari attraverso le videoconferenze, non sospendendo le attività interne, attivando servizi di ritiro e consegna per la biancheria, dotando immediatamente il personale dei sistemi di protezione dal rischio di contagio (guanti, mascherine etc.).

È evidente che costruire un rapporto di affidabilità con i detenuti, utile a far comprendere loro il senso degli interventi posti in essere è un’operazione che può fare la differenza in situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo.

In questa complessa funzione svolta da tutti gli operatori all’interno del sistema penitenziario, gli psicologi, a vario titolo presenti (Servizio Sanitario Nazionale ed esperti ex art. 80 O.P.), hanno un ruolo molto significativo.

 

LA FUNZIONE DELLO PSICOLOGO NEL SISTEMA PENITENZIARIO

Nell’ambito penitenziario, tre istituzioni si interfacciano al fine di definire le modalità di esecuzione delle pene e di metterle in atto: il Tribunale di Sorveglianza, le strutture detentive e gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna. Queste istituzioni interloquiscono costantemente con i servizi per la salute mentale e i servizi per il trattamento delle dipendenze. Il mandato sociale che fonda i rapporti tra questi enti e servizi è dato dall’art. 27 della Costituzione che sancisce la funzione rieducativa della pena “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso d’umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Gli psicologi sono presenti, con funzioni differenti, in ciascuna di queste istituzioni/servizi.

Gli istituti penitenziari sono “istituzioni totali” in cui convivono i detenuti, vale a dire i condannati a una pena detentiva (ergastolo, reclusione o arresto), nonché i destinatari di misure cautelari personali coercitive (custodia cautelare in carcere) o di misure precautelari (arresto in flagranza di reato).

L’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna si occupa del “trattamento socio-educativo” delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, svolgendo il compito di favorire il reinserimento sociale delle persone che hanno subito una condanna definitiva, svolgendo le indagini socio familiari preliminari all’esecuzione della condanna, definendo un programma di trattamento e seguendo in itinere l’andamento delle misure alternative alla detenzione.

Nel 2005, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha elaborato un documento in cui delineava gli elementi etici e deontologici per lo psicologo penitenziario nel quale ha indicato che “L’intervento dello psicologo in carcere è orientato dallo scopo costituzionale rieducativo che è quello di attivare atteggiamenti, intenzioni e scelte comportamentali di reinserimento e risocializzazione del condannato e di riduzione del rischio di recidive”, aggiungendo che “oltre agli interventi specifici di osservazione, diagnosi, trattamento e valutazione” gli psicologi si occupano “di promozione del benessere individuale, di gruppo e della “comunità penitenziaria”.

Attualmente, all’interno del sistema penitenziario gli psicologi operano con funzioni molto differenti. Negli istituti penitenziari e negli UEPE lavorano psicologi esperti ex art. 80 O.P. che operano con incarico affidato dall’amministrazione penitenziaria oppure dall’UEPE. In molti istituti penitenziari sono presenti anche psicologi afferenti al SSN (servizi per le dipendenze e per la salute mentale) o del privato sociale.

L’intervento psicologico nel sistema penitenziario, sia durante la detenzione nella struttura carceraria, sia durante le misure alternative alla detenzione, richiede elevata professionalità e risponde al principio di individualizzazione del trattamento penitenziario. Gli psicologi, pertanto, all’interno del sistema penitenziario svolgono una serie di attività finalizzate a definire il programma di trattamento penitenziario più consono al singolo condannato.

Il mandato nei confronti degli psicologi è ampio: la cura, la prevenzione dei rischi, lo sviluppo, la valutazione della personalità e l’eziopatogenesi del reato, la promozione della qualità delle relazioni. La domanda rivolta agli psicologi – del SSN (servizi per le dipendenze e per la salute mentale), Esperti ex art. 80, Privato sociale –  è declinata localmente in modi specifici e ripartita tra queste figure diversamente nei vari istituti penitenziari, anche se afferenti allo stesso PRAP.

Tra le attività svolte, alcune sono specifiche, per esempio l’osservazione scientifica della personalità dei condannati, l’intervento psicologico con i detenuti domiciliari e gli affidati al servizio sociale sono svolte sempre dagli esperti ex art. 80 O.P.; la diagnosi e il trattamento delle persone con problemi di dipendenza è svolta dagli psicologi dei servizi per le dipendenze; la diagnosi e il trattamento di persone con problemi di salute mentale sono svolte dagli psicologi afferenti ai servizi per la salute mentale che operano in sinergia con gli psichiatri.

Le altre attività svolte nelle strutture di detenzione come lo svolgimento del servizio nuovi giunti, la prevenzione del rischio suicidario, il monitoraggio dei detenuti cosiddetti “invisibili” sono ripartite in maniera differente tra psicologi del Servizio sanitario nazionale ed esperti ex art. 80, in base agli accordi locali oppure alla presenza/assenza dell’ASL all’interno dell’istituto.

Anche la polizia penitenziaria esprime una domanda di intervento nei confronti della funzione psicologica, evidenziando l’utilità di una funzione che possa aiutare il personale a gestire meglio le problematiche poste dalla popolazione carceraria. Spesso tale domanda resta non trattata negli istituti penitenziari e negli UEPE perché si dà priorità al lavoro con i detenuti/utenti. Se gli psicologi avessero la possibilità di farsene carico questo potrebbe avere delle ricadute utili sul buon funzionamento dell’istituzione.

 

LA FUNZIONE DELL’ESPERTO EX ART. 80 O.P.

Da un punto di vista legislativo, la figura dell’esperto in psicologia  nel sistema penitenziario è stata introdotta – insieme ad altre figure di esperti in servizio sociale, pedagogia, psichiatria e criminologia clinica, nonché di mediatori culturali e interpreti – con la riforma dell’Ordinamento Penitenziario (legge n. 354 del  1975). All’epoca non era ancora stata istituita la professione dello psicologo. L’Ordinamento Penitenziario riconosce all’amministrazione penitenziaria la possibilità di avvalersi di esperti allo scopo di svolgere “attività di osservazione e trattamento”.

Allo psicologo esperto ex art. 80 O.P. sono richieste funzioni di alto livello professionale, per prima l’osservazione scientifica della personalità del detenuto. L’osservazione diventa fondamentale per rilevare le carenze psicofisiche e le altre cause del disadattamento sociale. Tale attività, ormai imprescindibile, si attua all’inizio dell’esecuzione e prosegue durante la detenzione con il fine ultimo di portare il detenuto al reinserimento sociale. Tuttavia, spesso risulta difficile accompagnare il detenuto nelle varie fasi del trattamento per tutta una serie di criticità.

La maggior parte degli esperti ex art. 80 O.P. sono psicologi, ma vi sono anche altre figure come i criminologi prevalentemente di formazione sociologica o giuridica e nei diversi istituti penitenziari non vi è una differenziazione funzionale tra psicologi e non.

L’attività trattamentale coglie i bisogni specifici del detenuto, ne incoraggia le attitudini e ne valorizza le competenze ai fini del reinserimento sociale. Termini come “personalità”, “trattamento rieducativo”, “bisogni” ritornano spesso nell’Ordinamento Penitenziario e rimandano inevitabilmente alle competenze che lo psicologo mette a disposizione della comunità. In ambiente carcerario diventano fondamentali per comprendere il comportamento, i vissuti, le motivazioni sociali che portano a delinquere e le risorse personali che il detenuto può mettere in gioco per uscire dal pantano in cui si trova. Ma i compiti dello psicologo ex art. 80 O.P. non finiscono qui. Prende parte alle riunioni d’equipe e, con il recente Decreto legge n. 123 del 2018 è inserito nei Consigli di Disciplina, in cui si deliberano le sanzioni. Lo psicologo partecipa inoltre ai Consigli di Disciplina Integrati che prevedono la partecipazione di tre esperti in cui vengono applicati regimi detentivi ancora più afflittivi. La figura dello psicologo è divenuta recentemente parte integrante del sistema carcere.

Le strutture detentive sono un’istituzione totale preposte a recludere, sotto la sorveglianza delle autorità, le persone che hanno violato le regole del vivere comune, della convivenza civile. L’intervento psicologico risulta spesso complesso perché implica la costruzione di spazi di riflessione con i detenuti all’interno dei quali ripensare in modo critico la storia deviante e individuare le risorse personali e relazionali utili a far sviluppare la competenza a convivere del detenuto, sia all’interno della struttura detentiva, sia all’esterno nel futuro rientro nella società. A tal fine è fondamentale l’attivazione di una funzione psicologica utile a pensare le emozioni evocate dai rapporti, compreso lo stesso rapporto con la struttura detentiva. Un’operazione complessa entro un’istituzione che, per la sua strutturazione, è preposta ad agire il controllo.

D’altro canto la funzione psicologica dell’esperto ex art. 80 O.P. richiede il continuo confronto con interlocutori provenienti da formazioni e professionalità differenti – come la polizia preposta ad agire funzioni di controllo e tutela della sicurezza – i funzionari giuridici-pedagogici preposti a farsi carico di aspetti amministrativi e rieducativi – oppure con la stessa professionalità psicologica, impegnata in funzioni diverse.

Spesso colleghi “psicologi” sono chiamati a collaborare incontrando lo stesso detenuto con la comune finalità di individuare la modalità di esecuzione del trattamento penitenziario più adeguata, entro mandati differenti, per esempio un mandato di diagnosi/trattamento, se operano per i servizi per la salute mentale oppure per le dipendenze, e di analisi della personalità e sviluppo del detenuto, se operano come esperti ex art. 80 O.P.

Lo psicologo ex art. 80 che presta servizio nelle carceri italiane, da ormai ben 45 anni, entra da libero professionista, ha un carico di lavoro a volte sproporzionato rispetto all’impegno contrattuale e alla responsabilità di cui è investito, viene pagato in base all’impegno orario cioè 17,63 euro all’ora (importo lordo) e l’impegno mensile spesso è sottodimensionato rispetto alla mole di detenuti con cui si devono avere i colloqui per poi relazionare.

Ancora. I Consigli di Disciplina Integrati devono essere presenziati da tre esperti ex art. 80 O.P. pertanto, gli istituti in cui non operano almeno tre professionisti richiedono la presenza di esperti di altri istituti. Questo implica, per i professionisti convocati, un tragitto anche di molti chilometri per il quale sono retribuiti con lo stesso onorario, senza che sia previsto nessun rimborso per le spese sostenute per il viaggio. Tale impegno che periodicamente le Amministrazioni richiedono, mette in difficoltà non solo gli psicologi, ma anche gli Istituti perché non sempre trovano facilmente la disponibilità del professionista a spostarsi a proprio carico con un onorario che disattende completamente la legge sull’equo compenso (DM n. 165 del 2016).

Una situazione molto seria, una criticità che ai tempi del Coronavirus è emersa in tutta la sua gravità perché in questi tempi difficili le carceri italiane attraversano un periodo molto complesso che ha messo in luce ancora di più l’importanza strategica della figura dell’esperto ex art. 80 O.P., nell’attuare le finalità rieducative della pena, sancite dalla Legge italiana. I detenuti vanno accompagnati nell’elaborare il senso di quanto stanno vivendo, nel ripensare il rapporto con la struttura in cui si trovano, vanno ascoltati più di prima, costruendo un rapporto che li aiuti a ripensare le emozioni che vivono per prevenire le degenerazioni violente (visto che bastano pochi detenuti per scatenare una rivolta, come recentemente successo) e consolidare i percorsi di revisione critica, imprescindibili per il futuro reinserimento. Un compito arduo, una passione smisurata per il proprio lavoro, un’accettazione completa non solo dell’individuo, ma del genere umano in generale che in carcere ti trovi di fronte, spesso senza molte difese. Ultimamente un lavoro di trincea, che per amore verso la propria professione non abbandoni, per rispetto verso l’istituzione presso cui si presta servizio non lasci in un momento critico per tutti. Oggi più che mai si nota il baratro che si è aperto fra quello che lo psicologo ex art. 80 O.P. è chiamato a fare nei complessi contesti in cui è inserito e i limiti della legge con cui, nel 1975, è stata istituita questa figura, ben prima dell’istituzione della professione psicologica, quando la disciplina, per come è definita adesso, muoveva i primi passi nel panorama scientifico.

 

DALLA CRISI ALL’OPPORTUNITA’

È una crisi epocale e dopo, nulla sarà come prima. Gli psicologi che lavorano in ambito penitenziario continuano a prestare servizio con professionalità, passione e serietà, oggi più di prima. Non stanno arretrando di un millimetro rispetto al loro mandato e continuano tutti i giorni a contribuire a far funzionare la macchina del carcere attraverso le loro mansioni. Appare però necessario porre l’attenzione sul riconoscimento della figura dello psicologo nel contesto penitenziario e comprendere se, finalmente, chi di dovere, deciderà di occuparsi seriamente di una questione aperta da decenni che, ora più che mai, emerge in tutta la sua complessità.

Oggi nelle carceri si vive una crisi nella crisi. Tuttavia la crisi può essere anche un momento di svolta e, nel caso specifico, può rappresentare l’opportunità per ripensare il sistema e dare una direzione positiva ad una situazione problematica dal punto di vista sociale e lavorativo che si trascina da troppo tempo. L’emergenza sanitaria ha costretto, anche i più refrattari, a porre l’attenzione sul “pianeta carcere”. Un’attenzione che arriva con un clamoroso ritardo rispetto ad anni di negazione dello Stato di diritto, delle garanzie costituzionali, delle tutele e del riconoscimento lavorativo; comunque un’attenzione costituita da brevissime finestre mediatiche, che si è limitata a riportare le cronache di una “bomba” già esplosa, fatta di rivolte, suicidi, negazione sistematica del diritto alla salute.

Gli psicologi sanno bene che non è nell’emergenza che si risolvono i problemi che si trascinano da anni, ma gli eventi critici vanno utilizzati per ripensare gli assetti organizzativi e dare nuovi impulsi.

 

PER UN’ALTRAPSICOLOGIA NEL SISTEMA PENALE

Alla luce di quanto emerso, appare prioritario un lavoro di riflessione sulla differenziazione e definizione della funzione psicologica nell’ambito dell’esecuzione penale e una differenziazione funzionale tra esperti ex art. 80 O.P. di formazione psicologica e esperti ex art. 80 O.P. di formazione criminologica; tra psicologi del SSN e psicologi esperti ex art. 80 O.P., dal momento che in ogni struttura detentiva le funzioni tra queste figure sono ripartite in maniera diversa, in base a criteri locali.

Ciò al fine di definire linee guida utili nella prassi professionale e consolidare la posizione degli psicologi che svolgono una funzione di rilievo in questo ambito con retribuzioni non sempre adeguate all’importante e insostituibile ruolo svolto.

Inoltre tali funzioni sono esercitate con contratti con una prospettiva temporale limitata che non consente di valorizzare il know-how acquisito sul campo.

Per garantire la qualità e l’efficacia del lavoro psicologico in questo settore, sarebbe fondamentale dare continuità al lavoro svolto dagli psicologi e, in primis, agli psicologi esperti ex art. 80 O.P. per non disperdere il patrimonio conoscitivo costruito negli anni e mantenere l’autonomia scientifica professionale degli psicologi che spesso si trovano ad operare in situazioni in cui devono rimarcare la specificità professionale.

Data la complessità e l’alto livello di competenza professionale richiesto, sarebbe opportuno declinare le prassi operative con protocolli e modelli di intervento specifici.

AP PENITENZIARIA

Per questi motivi, AltraPsicologia intende chiamare a raccolta la comunità degli psicologi che operano in ambito penitenziario con un gruppo di confronto operativo interno all’associazione nazionale che possa interfacciarsi con le istituzioni e i decisori politici.

Questo documento è il primo passo del gruppo di lavoro e rappresenta inoltre un “manifesto di impegno” da parte di tutta l’associazione e dei Consiglieri presenti negli Ordini territoriali di tutta Italia, perché in ogni Ordine si costituiscano: gruppi di progetto, commissioni, consulte o altri organi che si occupino di tematiche inerenti la psicologia in ambito penitenziario per intervenire in maniera incisiva sulla complessa situazione delineata.

Fare “massa critica” e lavorare a proposte concrete da portare ai tavoli istituzionali, questo l’obiettivo di AP PENITENZIARIA, con la passione, l’impegno e la professionalità che contraddistingue la nostra categoria e nel rispetto della “mission” di AltraPsicologia, come sempre DALLA PARTE DEI DIRITTI.

 

COLLABORA ALL’INIZIATIVA

Iscriviti al gruppo FacebookAP Penitenziaria – Per un’AltraPsicologia nel Sistema Penale e resta informato sui prossimi passi del gruppo di lavoro.

Compila il seguente FORM e potrai richiedere l’iscrizione al nostro gruppo WhatsApp che sarà l’interfaccia tra le istanze degli psicologi penitenziari e le istituzioni che il gruppo di lavoro andrà a coinvolgere.

 

Felice TorricelliPresidente Associazione AltraPsicologia, Presidente ENPAP

Ada SchiumeriniConsigliere AP Ordine degli Psicologi della Calabria

Paola PaganoCoordinamento AltraPsicologia Puglia

Lorenzo VitaConsigliere AP Ordine degli Psicologi della Liguria

Beatrice BarattaConsigliere AP Ordine degli Psicologi della Liguria

Marcela Rojo PazCoordinamento AP Calabria

Francesca AndronicoCoordinatore Network Territoriale Ordine Psicologi Lazio

Laura RussoAP Campania, Consigliere Segretario Ordine Psicologi Campania

Santo CambareriCoordinatore AP Calabria, Consigliere AP Ordine degli Psicologi della Calabria

Alfredo VerdeCoordinatore AP Liguria, Consigliere AP Ordine Psicologi Liguria,  CIG Enpap




Bilancio Ordine Calabria – Tanti gli aspetti da chiarire nell’interesse di tutti gli iscritti.

Sabato 2 maggio 2020 ore 15:00, quinto Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Calabria. L’ordine del giorno è corposo, diversi gli adempimenti e le determinazioni da discutere. Punto centrale della riunione però è la discussione del Bilancio Consuntivo 2019.

IL DOCUMENTO DI BILANCIO

All’atto della convocazione della riunione (lunedì 20 aprile 2020) ci viene inviato il materiale inerente il bilancio.

Il rendiconto finanziario cioè il documento che evidenzia il risultato economico dell’anno, con entrate e uscite per l’anno 2019. Il risultato di gestione ammonta a 49.316,69 €.

La situazione fondi cassa cioè i soldi presenti su conti correnti e cassa contanti al netto di entrate e uscite  171.098,08 €.

Lo stato patrimoniale dell’ente (attivo e passivo) cioè il documento che riporta la situazione del patrimonio generale dell’ente, le attività e le passività. In questo documento sono riportate sia le disponibilità finanziarie (cioè quanti soldi ha l’ente direttamente nei conti correnti), ma anche i debiti verso i fornitori e i crediti verso gli iscritti (cioè i soldi delle quote di iscrizione che ancora l’Ordine deve recuperare).

La situazione amministrativa cioè quanti soldi ha materialmente in cassa ad oggi l’ente e a quanto ammonta il suo patrimonio (compresi i crediti da riscuotere) per un totale di 311.180,68 €.

Il prospetto di concordanza cioè il documento che riporta la situazione amministrativa finale in relazione a quella iniziale ed alla gestione dell’anno concluso.

La nota integrativa firmata dal Tesoriere e dal Presidente ovvero il documento che integra le informazioni contenute nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico e motiva quanto accaduto nel periodo di esercizio.

La relazione del Revisore dei Conti.

Abbiamo quindi davanti la fotografia della gestione finanziaria dell’ente nell’ultimo anno, assieme alla situazione patrimoniale generale.

ALCUNE PREMESSE

Compito di tutti i Consiglieri: analizzare, discutere e (in caso di voto favorevole) ratificare il documento.

Aspetto importante da considerare è che il documento che abbiamo di fronte si riferisce ad un’amministrazione precedente, ad una gestione economica a cui la maggior parte dei Consiglieri eletti non ha partecipato perché, come sapete, il nuovo Consiglio dell’Ordine si è insediato a gennaio 2020.

Solo 4 dei colleghi attualmente presenti in Consiglio possono rendere conto direttamente della gestione precedente ma, nei fatti, gli 8 Consiglieri del gruppo di maggioranza che hanno sottoscritto un unico programma elettorale, rappresentano la continuità con la precedente gestione, la “storica” (pur se ormai ridimensionata) “lista” che da 30 anni esprime il Direttivo dell’Ordine degli Psicologi della Calabria.

Per noi 7 Consiglieri di AltraPsicologia, la seduta di approvazione del bilancio rappresenta un’importante occasione di confronto sulla gestione economica dell’ente. Gestione economica in merito alla quale ci siamo trovati, in passato, come associazione di categoria e come iscritti, a chiedere maggiore condivisione e trasparenza anche nel rispetto del D.lgs. n.33 del 2013 (la legge sulla trasparenza), senza però ottenere un’esaustiva interlocuzione con la precedente amministrazione. Oggi abbiamo quindi la concreta opportunità di discutere della gestione finanziaria dell’ente, non solo da iscritti all’Ordine, ma anche da componenti del Consiglio, con la responsabilità che ne consegue. Riteniamo quindi nostro dovere avanzare una serie di osservazioni e richieste di chiarimenti nell’interesse degli iscritti all’Ordine degli Psicologi della Calabria, prima di esprimere il nostro voto.

ENTRIAMO IN CONSIGLIO

Approvato il verbale della seduta precedente, le nuove iscrizioni (4) e le annotazioni come psicoterapeuta (9), si entra nel vivo della discussione del bilancio. Sarà il più delle volte il Presidente a rispondere alle nostre domande, nel rispetto del suo ruolo, ma, a questo punto, anche e soprattutto coerentemente alla continuità politica con la vecchia gestione a cui accennavamo prima.

Veniamo ad alcune delle osservazioni che abbiamo sollevato in Consiglio…

QUANTO SPENDIAMO IN SERVIZI DIRETTI AGLI ISCRITTI?

Le voci che in bilancio rappresentano i soldi spesi in servizi diretti dati agli iscritti sono:

Acquisti di libri e riviste: € 2.126,00

Servizi agli iscritti: € 6.500,00

Spese p/formazione – gestione convegni: € 34.256,05

Per un totale di: 42.882,05. Una cifra che rappresenta il 17% delle uscite e che è inferiore a quello che l’Ordine ha invece risparmiato per le proprie casse nel 2019 cioè 49.316,69 € come potete apprezzare dal grafico che abbiamo preparato per l’occasione.

Bilancio Consuntivo 2019 semplificato

L’osservazione nasce spontanea. Essendo l’Ordine un ente pubblico che ha tra i suoi obiettivi quello di erogare servizi, come mai si risparmia più di quanto si spende per gli iscritti che pagano i suddetti servizi? Sulla domanda, registriamo una sostanziale accettazione da parte del Presidente che concorda sulla necessità di una diversa progettualità per il futuro. Inizia quello che sarà il liet motiv di tutta la discussione e cioè “Quel che è stato è stato, adesso voltiamo pagina”.

UN TUFFO NEL PASSATO

La parsimonia riscontrata nell’osservazione precedente, forse, si collega al risultato di gestione del 2018 (l’esercizio finanziario precedente) che per legge deve essere riportato nello stato patrimoniale. In quell’anno il risultato di gestione dell’Ordine è stato in perdita “meno 14.696,74 €”. Si è deciso quindi di contenersi un po’ di più? Di mettere a punto una sorta di piano di rientro? Sembra di sì. Peccato che le spese che ne hanno risentito di più sono state proprio quelle destinate agli iscritti. Di ciò che è successo nel 2018 non è dato sapere. Siamo troppo indietro nel tempo e poi oggi stiamo “voltando pagina”.

COMPENSI O RIMBORSI?

“Qualora eletti, RINUNCEREMO alle indennità”. Così esordiva la lista storica dell’Ordine nel presentarsi all’elettorato. E allora appare più che scontato immaginarsi di trovare in bilancio una voce che faccia riferimento a delle indennità percepite dalle cariche presenti in Consiglio. D’altronde se inserisci nel programma elettorale una proposta del genere, lo fai per sottolineare un elemento di novità rispetto al passato…altrimenti la cosa suonerebbe paradossale “Dalla prossima consigliatura rinuncio a qualcosa che non ho mai percepito!” E invece scopriamo che quanto dichiarato in fase elettorale, altro non è che quello che è sempre stato. I Consiglieri dell’Ordine della Calabria, non hanno mai percepito alcuna indennità, solo i gettoni di presenza per la partecipazione alle riunioni, riportati in specifiche voci nel bilancio (Gettoni presenza consiglieri 13.831,59 €; Spese per commissioni e gruppi di lavoro 15.527,59 €.).

Fermo restando che percepire un’indennità per tutelare la salute dei cittadini e rappresentare gli iscritti non significa di certo rubare, ma piuttosto percepire un compenso congruo in virtù delle ore sottratte al proprio lavoro, non riusciamo però, a questo punto, a spiegarci la voce in bilancio “Rimborsi e COMPENSI Consiglieri” che ammonta a 34.836,78 €. Sono anche compensi o solo rimborsi? La risposta è che questi sono i rimborsi benzina…quasi 35.000 euro di rimborsi benzina di cui al prossimo Consiglio (lo speriamo) avremo i dettagli, considerando che nella nota integrativa non sono presenti.

I SERVIZI TELEFONICI

Fin da quando l’Ordine ha pubblicato sulla sezione Amministrazione Trasparente tutti i bilanci (cioè nel 2019), la domanda che ci siamo sempre posti, ancor prima di sedere in Consiglio, era quale fosse la motivazione per mettere a bilancio preventivo circa 7.000 euro di servizi telefonici per poi spenderne sistematicamente tra i 4.000 e i 5.000.  Anche nel bilancio consuntivo 2019 ritroviamo una cifra simile. Alla voce “Servizi telefonici” troviamo: € 4071,77. Che contratto di telefonia abbiamo? Quali sono le motivazioni per giustificare una simile spesa? La spiegazione è presto detta. Il Presidente ci mostra dettaglio del contratto e le specifiche spese per il 2019. Riferisce inoltre che l’ente paga 4 connessioni internet, di cui: una presso la sede istituzionale e 3 MODEM PORTATILI nella concreta disponibilità: della Segretaria Amministrativa, dell’ex Presidente del Consiglio dell’Ordine (attuale Vicepresidente) e dell’ex Segretario dell’Ordine (Consigliere in carica). Le risposte che ci vengono date sull’argomento non sono esaustive. Si chiede qual è l’opportunità di questa scelta. Ci viene risposto che i Colleghi che godono della linea internet pagata dall’Ordine, hanno spesso avuto problemi di linea presso le loro abitazioni! Vogliamo ovviamente dare per scontato che la linea pagata con i soldi dell’Ordine (cioè degli iscritti) venga utilizzata per esclusivi motivi di lavoro, ma fatichiamo a capire quale sia la motivazione di attivare utenze al di fuori della sede dell’Ordine e non capiamo come queste attivazioni possano garantire un miglior servizio. Sull’argomento il Presidente si dice favorevole a chiudere le utenze ad oggi in uso alle ex cariche del Consiglio, ma vorrebbe mantenere quella in uso alla Segretaria Amministrativa. Noi continuiamo a rimanere perplessi…

SITUAZIONE PATRIMONIALE E CREDITI VERSO GLI ISCRITTI

Nello stato patrimoniale dell’Ente, come abbiamo spiegato sopra, sono riportati anche i crediti verso gli iscritti, ovvero le quote di iscrizione non ancora riscosse. Nel caso del nostro Ordine queste ammontano a € 210.161,23. Una cifra importante che nei fatti rappresenta tutte le quote di iscrizione che l’Ordine degli Psicologi della Calabria deve recuperare dagli iscritti. Qualcosa non va nel meccanismo di riscossione e recupero dei crediti, è evidente… e questo non è di sicuro il momento storico più felice per sollecitare il rientro dei morosi. Quello che chiediamo è invece di avere contezza effettiva dell’esigibilità del credito e cioè il dato che certifichi che queste somme sono ancora recuperabili. Infatti, se alcuni crediti risultassero inesigibili, per sopravvenuta prescrizione o altre cause, gli stessi crediti andrebbero svalutati per il principio di prudenzialità (sancito dal Codice Civile art.2423 e seguenti). Allo stato dell’arte, da evidenze di bilancio, tale principio non è stato applicato, quindi l’importo non può che essere interamente esigibile. Considerando però l’entità della cifra, è il caso di prendere visione dell’intera documentazione relativa alla concreta esigibilità del credito, cioè tutti i documenti che testimoniano che queste cifre, “cascasse il mondo”, rientreranno nella disponibilità dell’ente (ad esempio lettere o atti che interrompono la prescrizione di quanto dovuto), documentazione non presente nella nota integrativa al bilancio.

IL VOTO SUL BILANCIO

A seguito delle nostre richieste di chiarimenti, si passa alla votazione del documento di bilancio. Noi 7 Consiglieri di AP, prendendo atto delle dichiarazioni di alcuni Consiglieri del gruppo di maggioranza che si dicono favorevoli a rivisitare diversi aspetti della gestione economica, delle dichiarazioni di voto del Segretario in carica che, pur esprimendo voto favorevole, si dice interessato a chiarire gli aspetti inerenti le situazioni di morosità, in attesa di ricevere chiarimenti dettagliati in merito alle nostre richieste e fermamente convinti che l’onere dell’approvazione del bilancio debba naturalmente ricadere sul gruppo di Colleghi Consiglieri che attualmente rappresenta la continuità politica con la precedente amministrazione, decidiamo di astenerci dall’approvazione del bilancio. Nei fatti abbiamo di fronte una documentazione che, a nostro avviso, andrebbe integrata in diverse parti e visto che di questo avviso sembrano essere anche alcuni componenti del gruppo di maggioranza, siamo del parere che la responsabilità dell’approvazione spetti principalmente a loro. Risultato: 7 astenuti e 8 favorevoli.

ALTRE 3 ORE DI RIUNIONE

Sono circa le 18:00 e la riunione prosegue. Riassumendo, viene approvato l’acquisto di materiali per la sanificazione della sede dell’Ordine che riprenderà presto le sue attività e si discute di determinazioni economiche inerenti gli eventi formativi e la riorganizzazione a distanza degli stessi, in mancanza però di una dettagliata istruttoria prodotta dalla Commissione Formazione. Tanta confusione, gli stessi Consiglieri componenti la Commissione, all’oscuro dei dettagli circa le decisioni da prendere e nei fatti impossibilitati ad esprimere un parere su come spendere i soldi dell’ente, nessun preventivo! Il gruppo di maggioranza si confronta a lungo e il problema sembra essere sempre lo stesso “Cosa stiamo andando a votare?”. Il confronto più che una riunione di Consiglio, sembra una riunione del “gruppo di maggioranza” i cui componenti sono poco informati e poco concordi sulle determinazioni portate in Consiglio. Decidiamo quindi di astenerci dalle determinazioni economiche. Allo stesso modo ci esprimiamo sul mandato di consulenza legale. Viene portato in riunione un documento di convenzione tra l’Ordine e il Consulente legale designato, della durata di un anno, con compenso fisso e non dipendente dal numero di prestazioni. Noi Consiglieri di AP produciamo, in merito, documentazione, tra cui il parere del Consiglio di Stato del 3 agosto 2018, a sostegno dell’affidamento di un servizio a seguito di una procedura comparata di evidenza pubblica e non tramite affidamento diretto. Tutti gli altri punti all’ordine del giorno vengono rinviati (anche perchè sono già le nove di sera!).

ALL’INDOMANI DEL CONSIGLIO

Il sito dell’Ordine riporta un nota in cui si parla di bilancio oculato e il blog della lista di maggioranza definisce addirittura VIRTUOSO il bilancio appena approvato, con tanto di ragazza sorridente che fa “ok” con la mano!

Nessun accenno ai distinguo del Segretario in fase di dichiarazioni di voto, nessun accenno al fatto che il bilancio non sia stato approvato all’unanimità con l’astensione di 7 Consiglieri a seguito di una lunghissima discussione, nessun accenno alle prese d’atto del Presidente che si impegna per una gestione differente… La politica professionale è anche questo, ma bisogna decidersi: si sta voltando pagina oppure si sposa in toto la gestione economica portata avanti fino ad oggi dal Consiglio dell’Ordine?

 

QUALCHE GIORNO DOPO IL CONSIGLIO…

La confusione continua e all’alba di martedì 12 maggio, la ragazza che fa “ok” con la mano, la “virtuosità” del bilancio e forse anche il “Gruppo di maggioranza”, sembrano già un ricordo sbiadito… e lasciano il posto ad una severa PEC del Segretario dell’Ordine inviata a tutti i Consiglieri.

Il Segretario comunica di essersi recato presso la sede dell’Ordine per visionare ed acquisire documenti amministrativi e riporta una serie di informazioni alquanto preoccupanti. Ci limiteremo a riportare solo un accenno a quanto riferito dal Segretario.

Sembrerebbero diversi gli iscritti che non versano la quota d’iscrizione da più di due anni (e quindi passibili di sospensione), al contrario di quanto affermato dal Presidente nell’ultimo Consiglio del 2 maggio 2020.

Inoltre, gli incarichi dei professionisti che lavorano per l’Ordine non sembrebbero essere coperti da alcun contratto, ma affidati attraverso verbali e delibere.

Serie criticità sulla documentazione giustificativa della voce in bilancio “Acquisto libri, riviste, giornali…” e sul protocollo d’intesa tra l’Ordine e il Provider ECM per i prossimi eventi formativi, in cui tutte le spese organizzative, logistiche, di pubblicizzazione e di segreteria vengono sostanzialmente “appaltate” ad altra associazione che purtroppo sembra fare riferimento a Consiglieri ancora in carica.

Vogliamo augurarci che le delucidazioni da noi richieste e le informazioni riportate dal Segretario trovino al più presto dettagliati chiarimenti, scongiurando tutte le importanti criticità che ad oggi appaiono emergere.

Per questi motivi abbiamo richiesto convocazione del Consiglio ai sensi dell’art. 14 Legge 56/89 con i seguenti punti all’odg:

  • Determinazione dell’immediata disdetta delle utenze telefoniche/internet attivate fuori dalla sede dell’Ordine.
  • Produzione dell’intera documentazione giustificativa di spesa in merito al bilancio consuntivo 2019.
  • Chiarimenti in merito al rapporto in essere tra l’Associazione “XXXXXXXXXX” e l’Ordine degli Psicologi della Calabria.
  • Produzione degli atti interruttivi inviati agli iscritti morosi e della situazione riguardo le sospensioni.
  • Produzione della documentazione in merito all’inquadramento lavorativo e contrattuale delle figure professionali che collaborano con codesto Ordine.
  • Produzione della documentazione sulla modalità di affidamento di lavori, servizi e forniture per l’anno 2019.
  • Determinazioni in merito al Piano Triennale sulla Trasparenza (2020-2022).
  • Chiarimenti in merito alle richieste avanzate dal Segretario di codesto Ordine.

Le informazioni che riceviamo per PEC dal Segretario dell’Ordine si sommano alle criticità riscontrate in sede di discussione del bilancio e non ci consentono di attendere oltre per la convocazione di un Consiglio. Vi avevamo promesso un report dettagliato sul bilancio consuntivo 2019 ed eccolo, ma le vicissitudini degli ultimi giorni ci impongono riserbo e preferiamo verificare dettagliatamente prima di trarre conclusioni affrettate. Appare chiaro che qualora tutto questo non venisse spiegato in maniera approfondita, si configurerebbe, sin da subito, quantomeno un problema di inagibilità politica. Per questi motivi, in subordine alla produzione della documentazione e degli approfondimenti richiesti in sede di Consiglio e nella richiesta di convocazione, ci riserveremo di chiedere le immediate dimissioni del Presidente, del Vicepresidente, del Tesoriere e del Coordinatore della Commissione Formazione.