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Il Consiglio Nazionale reagisce alla vicenda Chilly-Unobravo nel modo più grottesco e sconcertante possibile: sembra invitare gli Ordini regionali a perseguire a livello disciplinare i singoli iscritti che lavorano per le piattaforme.

 

Nel comunicato pubblicato oggi 11 ottobre (qui), l’Ordine nazionale mette in luce alcune delle criticità delle piattaforme, ma poi invita gli Ordini regionali “a valutare le posizioni deontologiche dei singoli iscritti”.

 

Come Associazione ci dissociamo totalmente da questa iniziativa. Riteniamo che la questione delle piattaforme sia da affrontare a livello sistemico e non attraverso una caccia alle streghe indiscriminata verso i colleghi che lavorano nelle piattaforme, andando a colpire la parte debole di tutto il sistema.

 

Si tratta peraltro di un’iniziativa estemporanea del CNOP, mai deliberata, a firme dei componenti la Commissione Deontologica e Osservatorio Permanente nazionale, la quale si è così prestata ad un’azione su cui i Presidenti degli Ordini regionali non hanno avuto alcuna voce in capitolo, e fuori da qualunque meccanismo democratico o istituzionalmente corretto.

 

L’unica componente della commissione deontologica nazionale afferente ad AltraPsicologia, Katia Marilungo, si è apertamente dissociata e la sua firma non compare nel comunicato.

 

Quante migliaia di colleghi sarebbero potenzialmente coinvolti in procedimenti disciplinari attivati da Ordini regionali in ossequio a questo assurdo invito del Consiglio Nazionale?

 

Gli ordini Abruzzo, Campania, Marche, Lazio, Sicilia e Veneto, a maggioranza AltraPsicologia, non si presteranno ad iniziative di persecuzione massiva sul piano disciplinare di colleghi che lavorano con le piattaforme.

 

Restiamo invece aperti e disponibili ad un processo di definizione di linee guida sulla pubblicità professionale e sull’attività delle piattaforme, che sia però sistematico, organizzato e partecipato da tutti gli attori, in una logica consensuale.