Il casino internazionale del CNOP sul Ddl Pillon.

Il CNOP si presenta in audizione al Senato per il DDL Pillon sull’affido dei minori. E fa affermazioni sconcertanti. Nel parere cita Linda Nielsen, notissima esperta in questo campo, e ne distorce il pensiero. Lei non ci sta. Diffida il CNOP, chiede le scuse “per aver mistificato il suo pensiero” e invia la diffida per conoscenza anche al Senato.

Due enormi casini, uno nazionale e uno internazionale. Questo è riuscito a combinare il CNOP guidato dall’attuale maggioranza composta da Fulvio Giardina e dai 17 firmatari della Letterina di Natale.

Dimostrando una gestione inadeguata della rappresentanza della categoria.

I FATTI IN DETTAGLIO.

Il CNOP, massimo organo di rappresentanza della Categoria, si presenta in audizione al Senato per portare la posizione degli psicologi italiani sull’importantissimo tema del Ddl Pillon in materia di affido dei minori.

Il parere contiene affermazioni SCONCERTANTI, come questa:

Il luogo prevalente di vita del minore, soprattutto in età infantile, deve essere uno ed uno solo, unico e privilegiato. L’interferenza dell’ambiente sul regolare processo di sviluppo del minore è ampiamente dimostrata dalla letteratura scientifica, al punto da influenzarne la salute.

[LEGGI QUI TUTTO IL PARERE DEL CNOP]

Inoltre, contiene una serie di indicazioni che sconfinano in ambito giuridico, un territorio che non è di competenza del CNOP.

LE REAZIONI NEGATIVE IMMEDIATE

Il parere genera un doppio fall-out.

Sul piano internazionale risponde Linda Nielsen. Studiosa di fama internazionale in materia di minori e famiglia, impegnata da oltre 30 anni anche sul tema degli affidi, invia una diffida al CNOP per essere stata citata nel parere in modo distorto. Chiede formalmente le scuse per la mistificazione del suo pensiero.

La diffida di Linda Nielsen al CNOP viene inviata anche al Senatore Pillon per conoscenza. Il testo è lapidario:

La professoressa Nielsen “diffida il CNOP all’uso improprio dei suoi studi, che portano invece a conclusioni opposte a quelle riportate, e richiede scuse per la mistificazione del suo pensiero che, come noto a tutti gli studiosi internazionali, è a favore dell’affido materialmente condiviso anche nella forma paritetica (…)”.

LEGGI LA DIFFIDA DI LINDA NIELSEN AL CNOP

Quando una studiosa di psicologia di fama internazionale arriva a smentire il CNOP italiano davanti al Senato della Repubblica, abbiamo perso qualunque credibilità come categoria.

È un colossale danno per l’immagine degli psicologi italiani. Ma non è un danno casuale. Nasce, come ogni grande incidente, da una catena di errori che avvengono grazie ad un ambiente favorevole.

COME SI ARRIVA A TUTTO QUESTO?

Semplice: l’attuale CNOP è un ambiente fertile per gli errori, perché la catena decisionale corretta è saltata. Ad esempio, del parere del CNOP portato in Senato i tre presidenti di Lazio, Marche e Piemonte non sapevano nemmeno l’esistenza.

Molte decisioni vengono prese senza discussione né votazione in consiglio. E non da oggi. Altrapsicologia da anni segnala una situazione inaccettabile. Ai tre presidenti di Lazio, Piemonte e Marche non arrivano le informazioni perché sono colpevoli di essere ‘La minoranza’. Il presidente Fulvio Giardina prende le decisioni con una pattuglia di 17 presidenti che restano dietro le quinte.

Ma incolpare Fulvio Giardina di questa epocale figuraccia sarebbe sbagliato. I 17 presidenti che accettano questo gioco al ribasso non sono figuranti di cartone. Sono presidenti di regioni, hanno una responsabilità di ruolo. Li conosciamo per nome, cognome e regione: a Natale firmarono la famosa Letterina

LA LETTERINA DI NATALE

A Dicembre 2018 il CNOP ha inviato a tutti gli psicologi italiani una lettera imbarazzante. Firmata da 17 Presidenti. Mancavano fra i firmatari solo i presidenti di Lazio, Marche e Piemonte: i reietti di minoranza.

La letterina (LEGGILA QUI) è un’accozzaglia di velati rimproveri pedagogico-moralisti, i cui destinatari sottintesi sono i tre Pierini della classe, i tre presidenti che mancano fra le firme. Lazio, Piemonte e Marche.

Questa maleducata operazione ci racconta qualcosa del pensiero dei firmatari. Sembra sottesa l’idea di una certa superiorità morale, da cui autorizzarsi ad ammonire il prossimo a comportarsi bene. Qualcosa a mezzo fra il prete, il sagrestano e il maestro elementare. Pazienza. ciascuno pensi di sé quel che vuole.

Ma se un pensiero disparitario di questo genere contagia il governo di un’istituzione, è un problema serio. L’effetto è di sottovalutare il confronto collegiale, anima della democrazia e delle buone decisioni. Per cui si saltano le votazioni, non si comunica in consiglio, si agisce senza delega. Infine si arriva ad escludere totalmente chi non ci piace, anche se rappresenta i colleghi.

Gli esiti di questa patologia del buon governo sono oggi clamorosamente evidenti. Sarebbe bastato porre in discussione quel parere sul Ddl Pillon, facendolo votare prima di portarlo in Senato. La discussione collegiale lo avrebbe migliorato. Evitandoci questo immane danno d’immagine alla Professione.

CONCLUSIONI

Ieri, sconfortato, ho scritto ad alcuni presidenti di maggioranza con cui ho rapporti di cordialità. Ho trovato reazioni imbarazzate in alcuni. Inaccettabili negazioni da parte di altri. Uno mi ha risposto che ‘tutti commettono degli errori’… beh, sicuro. Però fateli a casa vostra, non coinvolgete gli psicologi italiani.

Di certo quando il CNOP sbaglia diventa colpa di Fulvio Giardina. Il destino dei re: essere decapitato dai propri sudditi. Mi dispiace.

Io non ci sto a questa operazione medievale: non è tutta colpa di Fulvio Giardina.

Qui è colpa di un sistema che ha fatto comodo a tutti. Un sistema decisionale approssimativo, deviato dai corretti percorsi collegiali, in una parola: fallimentare.