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Il Tar ha respinto il ricorso dell’Ordine Psicologi Lazio contro la delibera della commissione nazionale per la formazione continua, che estendeva gli ECM a tutti gli psicologi iscritti ad albo, indistintamente.

L’Ordine Lazio aveva presentato questo ricorso sulla base di una motivazione molto semplice: una commissione tecnica non ha potere legislativo, quindi non può imporre un obbligo ulteriore rispetto a quello stabilito dalla legge.
Nel ricorso, il CNOP è intervenuto contro la posizione dell’Ordine Psicologi Lazio.

LA SENTENZA DEL TAR
Nella sua sentenza, il Tar non entra minimamente nel merito dell’obbligo ECM.
Questo tema non viene affrontato, non lo tratta proprio.

Il TAR si ferma prima e dice: un Ordine regionale non ha titolo ad occuparsi di una questione nazionale, ce l’ha solo il CNOP.
Sul piano generale c’è poco da gioire, una sentenza del genere apre problemi su altri fronti.
Ad esempio, nessun Ordine regionale potrebbe mai intervenire a tutela degli psicologi o della categoria in ricorsi che riguardino Concorsi pubblici (che sono sempre aperti a livello nazionale), cosa invece pacificamente accettata da sentenze di Cassazione.

Ma restiamo in topic su alcune considerazioni politiche relative alla sentenza del Tar.

IL CNOP VUOLE ECM PER TUTTI
La sentenza contiene un passaggio che finalmente toglie il velo sulle reali intenzioni del Consiglio Nazionale:

“Il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, nel costituirsi in giudizio, ha sostenuto che i liberi professionisti di professioni sanitarie sono testualmente inclusi tra i soggetti destinatari dell’ECM, assumendo quindi una posizione nettamente contraria alla tesi sostenuta da parte ricorrente (Ordine Lazio)”.

Finalmente il CNOP ha chiarito le sue reali intenzioni: ECM per tutti.

Finora si era sempre tergiversato, incolpato il Ministero della Salute, la cattiva sorte, la provvidenza… e invece no: il CNOP vuole l’obbligo ECM per tutti gli iscritti all’albo.

Stavolta non lo diciamo noi. Stavolta lo dice il giudice.

Altrapsicologia ha sempre sostenuto la necessità di chiarire le regole per tutti quegli psicologi che non ricadono nella platea degli obbligati ECM stabilita dall’articolo 16 quater del D.Lgs. 502/1992:

“(…) svolgere attività professionale in qualità di dipendente o libero professionista, per conto delle aziende ospedaliere, delle università, delle unità sanitarie locali e delle strutture sanitarie private.”

Invece il CNOP ha sempre tergiversato, forse timoroso di assumersi pienamente la responsabilità di voler traghettare tutti gli psicologi – anche quelli non obbligati dalla legge – nel sistema ECM.

Un sistema che comporta costi aggiuntivi a carico dei professionisti, gravoso in termini di tempo di gestione burocratica, assolutamente barocco nella possibilità di farsi riconoscere come formazione alcune attività (come la supervisione), orientato alla sanità e quindi non in target con i settori non clinici della psicologia, e con importanti criticità nel funzionamento concreto del database dei crediti acquisiti.

Ora il re è nudo. E vuole che tutti gli iscritti all’albo siano obbligati agli ECM.

Una magra consolazione, ma almeno da ora in poi si giocherà a carte scoperte di fronte a tutti gli psicologi.

E CHI NON ESERCITA?
Il CNOP è ora chiamato a rispondere e occuparsi di alcuni problemi generati dalle posizioni assunte.

Uno su tutti: gli iscritti all’albo che non esercitano, chiamati all’obbligo ECM.

Un popolo di 60.000 persone che non svolge la professione: insegnanti, bariste/i, commesse/i, impiegate/i della cui formazione ECM il CNOP dovrà occuparsi, promuovendo anche controlli e sanzioni.

– Buongiorno, lei è un iscritto all’albo, favorisca il certificato ECM o la faremo chiudere.
– Chiudere? Ma questa è una salumeria!

Scene come questa sono solo apparentemente assurde, ma in realtà dovrebbero essere la conseguenza naturale delle posizioni sostenute dal CNOP.

PROSPETTIVE FUTURE
Al momento nessuna novità sul fronte ECM, quindi: nessun giudice si è ancora pronunciato nel merito all’applicabilità dell’obbligo a tutti gli iscritti all’albo in modo indiscriminato.

Altrapsicologia continuerà a lavorare sulla questione ECM fino a che non sarà definitivamente chiarita, e continuerà ad impegnarsi per un sistema di formazione continua degli Psicologi che tenga conto delle peculiarità del lavoro di tutti, riconosca le specificità di ogni ambito della professione e consenta di vedere riconosciuti quei percorsi di supervisione, formazione personale e autoformazione che caratterizzano il percorso professionale di tanti Colleghi.

Al CNOP spetta l’onere di rispondere con chiarezza a tutti i colleghi che – giustamente – rivendicano chiarezza sui propri obblighi formativi.

Che sia il CNOP a prendersi realmente la responsabilità del proprio orientamento. Facile costituirsi in giudizio contro l’Ordine Lazio. Forse è meno facile vigilare seriamente e rispondere a 120.000 colleghe e colleghi.