image_pdfimage_print

La crisi del mondo delle professioni, collegata alla più generale crisi economica che attanaglia i paesi occidentali da almeno un quinquennio, colpisce pesantemente anche gli Psicologi. I dati del bilancio 2013, recentemente approvato dal CIG, mostrano un’ulteriore flessione dei redditi dei colleghi, dopo quelle già registrate negli anni passati: all’effetto della crisi, che toglie spazi di lavoro soprattutto a quei colleghi che lavorano nel sociale, si assommano le conseguenze di un grave deficit di immagine cui le vicende recenti collegate alle scelte del nostro Ente hanno dato un contributo.

La proposta su cui il nuovo Enpap – rinnovato dopo gli scandali – sta lavorando, è di attivare le risorse della professione per contribuire al rilancio della Psicologia professionale e al rilancio della sua rilevanza sociale puntando sull’investimento di una quota del portafoglio dell’Ente in progetti sociali che coinvolgano in maniera significativa professionisti Psicologi.

UN NUOVO MODO DI FARE PSICOLOGIA E WELFARE.

Nell’attuale condizione economica del sistema di welfare pubblico esiste il rischio di dilapidare molti successi nell’innovazione sociale, conseguiti con l’offerta di servizi in ambito sociale e sanitario, dimostratisi efficaci ma che, con la crisi economica, sono messi a rischio dai tagli al welfare. La carenza di fondi pubblici preclude non solo la possibilità ai progetti sociali di maggiore successo di consolidarsi ed espandere il novero dei beneficiati ma mette anche a repentaglio la prosecuzione di progetti già avviati: i programmi di prevenzione (finalizzati ad evitare situazioni sociali sfavorevoli come malattia e criminalità) sono infatti le prime vittime dei tagli alla spesa sociale.

Si instaura così un circolo vizioso in cui minori finanziamenti per programmi sociali di natura preventiva comportano sempre maggiori costi per interventi di emergenza e di cura, costringendo così a ridurre ulteriormente i finanziamenti per la prevenzione.

Di fronte a questa situazione da pochi anni si stanno sperimentando strumenti di finanziamento nuovi, che consentano di attivare programmi di prevenzione massimizzando l’effetto di risparmio per le casse pubbliche che questo tipo di programmi comporta.

L’idea è quella dell’impact investing, quel particolare investimento di capitale che, per quanto indirizzato alla ricerca di un ritorno finanziario, lo collega alla creazione di impatti sociali positivi. L’impact investing ha preso diverse forme. Una delle soluzioni proposte consiste nel sollevare l’ente pubblico dal rischio di dover pagare i progetti di natura preventiva che non funzionano: il pagamento dei contatti si baserebbe solo sui risultati conseguiti piuttosto che sulle risorse utilizzate.

Nei paesi anglosassoni sono stati messi a punto nuovi strumenti di finanza sociale, allo scopo di superare questi problemi. In Italia esistono pochissime e parziali sperimentazioni di questi strumenti ma è attivo un ampio movimento per la loro sperimentazione promozione. Lo strumento di questo tipo che pare avere maggiore utilità ed in linea con le aspirazioni che l’Enpap potrebbe attribuirsi è dato dai Social Impact Bond.

SOCIAL IMPACT BOND (SIB): COSA SONO?

Sono uno strumento finanziario innovativo attraverso cui investitori privati forniscono il capitale iniziale per la gestione di progetti sociali di natura preventiva dietro la garanzia, di uno o più enti pubblici, di elargire come remunerazione del capitale investito parte dei risparmi generati per le casse pubbliche dal successo dei progetti stessi. La remunerazione del capitale investito avviene solo se i programmi raggiungono gli obiettivi sociali concordati a monte.

I Social Impact Bond comportano il trasferimento del rischio di fallimento di un progetto sociale preventivo dal settore pubblico a quello privato, con il risultato che si attiva un circolo virtuoso in cui i risparmi generati dai programmi sociali di successo possono essere reinvestiti in altri programmi, liberando ulteriori risorse a beneficio della comunità.

IL PRIMO SOCIAL IMPACT: GLI EX-DETENUTI DI PETERBOROUGH

Il primo SIB è stato attivato in Inghilterra nel 2010. Il progetto si rivolge a prigionieri condannati a una detenzione di non più di 12 mesi nella prigione di Peterborough. Solitamente questi prigionieri per reati lievi ricevono supporto limitato dallo Stato e nel 60% dei casi commettono nuovi reati entro un anno dal rilascio, con conseguenti costi per la collettività. Il Programma del SIB: organizzazioni no profit, selezionate per le loro credenziali, offriranno supporto intenso ai prigionieri e alle loro famiglie, sia in prigione che dopo il rilascio, per aiutarli a reinserirsi nella comunità. Se i reati commessi dai prigionieri rilasciati, entro un anno dal rilascio, diminuiscono di almeno il 7,5% gli investitori ricevono una remunerazione; la remunerazione è proporzionale al risultato ottenuto, con un massimo del 13% all’anno. La restituzione del capitale e il pagamento degli interessi sono finanziati dal Ministero della Giustizia inglese.

Tutte le parti interessate da un Social Impact Bond hanno un vantaggio dal raggiungimento di risultati sociali positivi dei progetti finanziati: gli enti pubblici favoriscono l’innovazione sociale senza rischiare di sperperare soldi dei contribuenti in programmi inefficaci; gli investitori diversificano il loro portafoglio corrispondendo alla loro responsabilità sociale; le organizzazioni e i professionisti impegnati nei progetti sociali ricevono finanziamenti più stabili e consistenti; i cittadini vedono aumentare l’offerta di servizi e la loro qualità di vita sociale.

IL RUOLO DI ENPAP

L’ipotesi è che l’Enpap possa rendersi parte promotrice dell’emissione di Social Impact Bond da parte degli enti pubblici italiani con lo scopo di:

  • diversificare il portafoglio
  • corrispondere al suo mandato di responsabilità sociale,
  • produrre ricadute positive sull’impiego professionale dei suoi iscritti,
  • rilanciare l’immagine sociale della psicologia professionale sottolineandone l’apporto, oltre che in termini di benessere sociale e qualità di vita dei cittadini, in termini di vantaggi economici per la società.

Un’impostazione di questo tipo potrà permettere all’Enpap di mobilitare le risorse della professione per individuare progetti di certo impatto sociale ed economico e la sua realizzazione costituirebbe una grande occasione di rilancio della rilevanza della Psicologia professionale oltre che l’iniezione sul mercato della professione di risorse che incrementerebbero il lavoro degli stessi iscritti (con una positiva ricaduta anche in termini di contribuzioni previdenziali).

Di certo la professione, se attivata e mobilitata in questo senso, è in grado di individuare una molteplicità di progetti realizzabili dagli Psicologi, in quanto singoli professionisti o in quanto partecipanti ad imprese sociali multi professionali, che abbiano obiettivi di prevenzione con un certo e misurabile impatto economico in termini di risparmio. Penso, per esempio, all’area dell’affido dei minori in difficoltà, dei trattamenti psicoterapeutici in psichiatria, della psicologia della salute.