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Pare che per Gabriel G. Marquez anche Dio vada in vacanza in agosto.
Quindi figuriamoci se non ci vanno i social media manager del CNOP!

Questo ho pensato di primo acchito quando ho letto le recenti uscite social del Consiglio Nazionale.

Ricapitoliamo i fatti per chi era sotto l’ombrellone in pieno relax.

Pochi giorni fa sulla pagina ufficiale del maggiore organo di rappresentanza delle psicologhe e psicologi italiani viene pubblicata un’immagine con la scritta a caratteri cubitali “l’abuso narcisistico”, corredato di articolo e soprattutto di copy che recita “l’abuso narcisistico è una forma di violenza psicologica tra le più diffuse nel nostro Paese. … Nella vittima … possono portare ad una forma grave di disturbo post traumatico definita Sindrome da abuso narcisistico”.

Sotto al post si scatena un putiferio, molti professionisti reagiscono indignati per i contenuti del testo, che riporta affermazioni non riconosciute dalla comunità scientifica, tracciando il quadro di due soggetti in una relazione, dove uno è carnefice maligno e consapevole e l’altro candido per partito preso.
In effetti c’è scritto proprio lapidario “dell’elettricista ti fidi perché così si fa” e io lì comprendo di essere immune alla sindrome, dato che in genere chiedo almeno due preventivi diversi!

Si dice che l’autrice dell’articolo, piccata dai commenti, abbia anche diffuso una lista di nomi di colleghe e colleghi da cui si è sentita offesa, scatenando verso di loro ingiurie varie. Se questo è vero temo si possa arrivare a querele reciproche per diffamazione e sarebbe veramente increscioso se tra colleghi si arrivasse a tanto a causa di un errore che ha un solo responsabile: il CNOP.

CNOP che ha scritto il post come se stesse descrivendo una sindrome riconosciuta.
CNOP che lascia colleghi in balia di insulti sulla propria pagina senza alcuna moderazione.
CNOP che sul tema caldo emerso in piena campagna elettorale di cosa sia “devianza” non ha avuto nulla da dire e ha condiviso un confuso post dell’Ordine Lombardia, in cui si dice, da quanto ho capito, che sì, la devianza giovanile esiste ed è qualsiasi cosa si discosti dalla normalità statistica.
In sostanza per l’Ordine Lombardia e il CNOP è verissimo che un obeso, un’anoressica, una tabagista non sono normali, si sta solo parlando di statistica!
Neanche chi fa politica professionale è normale, si sa.
Ineccepibile ragionamento.

Mi aspetterei magari una riflessione sull’uso delle parole e il pericolo di sdoganare termini nati in alcuni contesti e di facile strumentalizzazione in altri.
Insomma, mi aspetterei un pensiero dal CNOP, ma capisco che è agosto, Dio è in vacanza.

A tutti questi scivoloni il presidente Lazzari poteva porre rimedio con un semplice “mi dispiace, ero in ferie e qualcosa è scappato, ora riprendo le redini” e l’Italia vacanziera sarebbe stata tutta dalla sua parte.

Invece questa storia si conclude miseramente, per noi, per lui, per la psicologia.

Al rumore mediatico della faccenda, approdata addirittura sulle pagine di Repubblica, David Lazzari replica così:
“rilanciamo articoli per alimentare il dibattito… il Cnop non è una società scientifica”, confermando in sostanza che tra la pagina del Cnop e un qualunque sito acchiappa like c’è poca differenza.

In pratica se in un articolo compare la parola “psicologia”, che si parli di alienazione parentale o di sindrome di Stendhal, questo viene pubblicato, così tanto per alimentare il dibattito, senza alcun filtro.
Chissà se i cittadini sanno che ciò che leggono sulla pagina del Cnop non è detto che sia scientifico e quindi non va preso per buono.

E non è la prima volta che questi scivoloni mediatici costano cari in termini di reputation!

Insomma, per il presidente Lazzari questi canali social, benché ufficiali, sono pari alle riviste da bar.

Consiglio dunque, nell’attesa di cambiare la dirigenza del Cnop con le prossime elezioni, di aggiungere un disclaimer alla pagina: “Siamo il Consiglio Nazionale, ma niente di serio!”