Psicologi e collettività: possiamo ancora fare una rivoluzione?

La professione di Psicologo, come la maggioranza delle professioni liberali, sta soffrendo pesantemente le ricadute della crisi degli ultimi anni: i tagli ai finanziamenti per il sistema di prevenzione sociale nazionale che i diversi governi degli anni recenti hanno effettuato hanno di fatto tolto possibilità di lavoro a tantissimi Psicologi ed hanno ridotto a lumicino i servizi in tutti i settori del sociale.

Sul piano sociale la conseguenza è che oggi sono diminuiti i servizi per le persone, i diritti sociali dei cittadini e sono – paradossalmente – cresciuti i costi economici, necessari a far fronte a questioni, non più gestire da tempo, che ora esitano in vere e proprie crisi sociali. Penso, ad esempio, a quello che succede nel campo della scuola – ai fenomeni di bullismo, di evasione e dispersione scolastica, di mancata presa in carico dell’educazione ai sentimenti, alle relazioni sociali, alle tematiche dell’integrazione – ma tensioni di grande allarme si verificano ormai in tutti i campi del sociale e del sociosanitario.

Anche in conseguenza di queste scelte della politica (oltre che, chiaramente, per il numero esponenzialmente crescente di nuovi professionisti), i redditi di categoria degli Psicologi sono stagnanti e quindi sono bassi i contributi previdenziali accumulati da ogni Psicologo, creando un danno anche alle future pensioni oltre che ai redditi di oggi.

Insomma, le scelte poco lungimiranti degli ultimi anni creano un circuito vizioso a lungo termine nella società che riverbera pesantemente sulla condizione degli Psicologi, impoveriti oggi ed ancora più in difficoltà domani al momento del pensionamento.

Per questo l’ENPAP a guida AP sta studiando meccanismi attraverso i quali diventi possibile, per il nostro Ente di previdenza, attivare investimenti che non solo rendano un utile monetario da riversare sulle pensioni ma anche producano un’utilità sociale alla collettività ed in particolare alla stessa professione di Psicologo.

Crediamo che la strategia più efficace per intervenire in questa situazione sia valorizzare la nostra professione proprio per il contributo che può dare ad efficientare e ridurre le spese pubbliche fuori controllo in campo sociale e sanitario.

Gli Psicologi italiani sono in grado di predisporre progetti innovativi di intervento sociale, strutturati intorno a chiari obiettivi di impatto sociale, che siano al contempo traducibili anche in un ritorno economico per la collettività, in termini di risparmio sulle spese finora sostenute dallo Stato sociale (vedi www.investireinpsicologia.it).

Uno degli strumenti considerati con più attenzione, per operare complessivamente in questo senso, è quello dei Social Impact Bond.  I Social Impact Bond (in sigla, SIB) sono uno strumento finanziario innovativo attraverso cui enti privati forniscono il capitale iniziale per la gestione di progetti sociali di natura preventiva (come l’educazione sanitaria o il reinserimento dei carcerati recidivi nel tessuto sociale) dietro garanzia da parte di uno o più enti pubblici di elargire, come remunerazione sul capitale investito, parte dei risparmi generati per le casse pubbliche dal successo dei progetti stessi (nei casi sopra menzionati, meno malati e meno carcerati). La remunerazione, quindi, avviene solo se i programmi raggiungono obiettivi sociali prefissati.

In questo modo al circolo vizioso di cui sopra si sostituisce un circolo virtuoso in cui i risparmi generati dai programmi sociali preventivi di successo possono essere re-investiti nell’espansione di programmi similari, così liberando ulteriori risorse a beneficio della comunità.

Partendo da queste considerazioni ENPAP è impegnato sia a chiarire alla politica e alle istituzioni come i SIB siano funzionali nell’attuale congiuntura del Paese che a sostenere la sperimentazione in questo senso con la disponibilità ad investire proprie quote in progetti ad impatto sociale ed economico che abbiano al centro il lavoro degli Psicologi.

Queste sperimentazioni consentirebbero, soprattutto, di avere dati oggettivi sull’efficacia del nostro lavoro di Psicologi in campi di tensione sociale e di poter dimostrare che il nostro lavoro non è un costo per lo Stato ma un risparmio per la società. Ciò permetterebbe di spianare la strada ad interventi normativi nazionali che facciano lavorare tantissimi colleghi in questi campi e con schemi di intervento collaudati nella loro efficacia: sarebbe davvero una rivoluzione per la nostra professione, per la sua legittimazione sociale e per i redditi di categoria.

I SIB inglesi sono nati in Inghilterra qualche anno fa per un forte commitment del governo, preoccupato di non avere più risorse disponibili per affrontare questioni sociali drammatiche e con una grande  ricaduta economica. In Italia abbiamo invece una classe politica solitamente distratta da scadenze immediate (le prossime elezioni, di solito) ed abbiamo bisogno di sollecitare noi l’attenzione dei decisori pubblici verso soluzioni efficienti. ENPAP sta quindi sollecitando nelle Pubbliche Amministrazioni la consapevolezza che le difficoltà sociali possono essere affrontati con la collaborazione delle professioni e che progetti efficienti possono essere verificati nel loro funzionamento grazie alla collaborazione e al finanziamento delle Casse se le sperimentazioni sono costruite nella forma di investimento sui risparmi verificabili.

Per essere più efficaci possibili in questa opera di divulgazione ENPAP sta organizzando un Convegno (Investire in Psicologia: come gli Psicologi fanno risparmiare la Collettivitàche si terrà a Roma, il prossimo 9 novembre) per dialogare con le istituzioni e la politica su questi temi.

Al contempo, anche i singoli colleghi o loro gruppi più o meno organizzati sono chiamati ad impegnarsi presso le istituzioni con cui sono in contatto per sostenere l’utilità di sperimentazioni che aprano la strada a nuove committenze per il lavoro degli Psicologi. In questo solco si è attivata, in maniera particolarmente efficace, l’AIAMC-Sezione Abruzzo che proposto una mozione al Consiglio Regionale di quella Regione e ne ha ottenuto l’approvazione in Commissione (all’unanimità!): ne diamo atto in un altro articolo (link).

Questo passaggio formale rende possibile ora cominciare a concretizzare gli sforzi di questi anni.

Dobbiamo essere consapevoli che ora, davvero, la nostra professione ha la possibilità/dovere di dimostrare sul campo di saper dare un contributo concreto, non solo al benessere delle persone ma anche all’oggettivazione in termini economici dei vantaggi che può portare alla collettività.