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Nel consiglio di indirizzo generale di sabato 25 giugno abbiamo votato la delibera che individua, fra le forme di assistenza attualmente disponibili, quelle da mantenere attive per il 2023.

Le forme di assistenza oggi disponibili coprono con indennizzi economici la malattia, le spese sanitarie, il caso morte, la genitorialità, gli interessi del mutuo per la casa, le gravi crisi di vita come la malattia grave di un figlio, la disabilità degli iscritti Enpap e dei loro parenti di primo grado.

Ma ci sono anche forme di assistenza che sostengono iscritte e iscritti nei loro investimenti professionali: mutuo studio, borse di studio e di lavoro, microcredito.

Abbiamo scelto di mantenerle attive tutte, sia perché le risorse finanziarie ce lo permettono, sia perché riteniamo che non sia utile in questa fase spegnere alcune forme di assistenza, dato che tutte vengono utilizzate in misura maggiore o minore, per coprire i diversi bisogni e interessi della comunità professionale.

Abbiamo anche intenzione di ampliare la rosa delle forme di assistenza, per fornire maggiore assistenza ai pensionati in stato di povertà a causa delle carenze del sistema previdenziale. Fortunatamente gran parte dei nostri pensionati non vive in povertà, perché dai dati INPS risultano anche altre pensioni. Ma cercheremo di andare incontro a chi è effettivamente in stato di difficoltà.

Come nota a margine, non abbiamo compreso la posizione contraria a mantenere attive tutte le forme di assistenza da parte del gruppo di consiglieri del gruppo che si qualifica come ‘Agire per ENPAP’.

Non capiamo come possano agire PER Enpap, dal momento che si dichiarano contrari a tenere attive tutte le forme di assistenza pur essendoci tutte le condizioni per farlo.

Secondo il loro punto di vista non sarebbero stati forniti al CIG dati a sufficienza per prendere una decisione. Non comprendiamo allora il voto contrario: se non hai elementi per decidere ci si può astenere.
Votare contrario significa votare contro al contenuto della proposta, e quindi per quanto ci riguarda hanno votato contro gli interessi degli iscritti.

Parliamoci chiaro: legittima curiosità voler approfondire nel dettaglio con report socio demografici, ma il quesito all’ordine del giorno della seduta era un altro: vogliamo o meno confermare le forme già in atto? A quanto pare per alcuni no, anzi…“assolutamente no”.

Peraltro, i dati esistono e sono perfino pubblici. Sono contenuti nei bilanci che il CIG stesso vota. E dicono che (1) tutte le forme di assistenza vengono utilizzate, in misura maggiore o minore, e quindi incontrano dei bisogni (2) ci sono le risorse per tenerle tutte attive.

E soprattutto, il lavoro del Gruppo di lavoro Assistenza è stato esattamente quello di arricchire i dati del bilancio con ulteriori approfondimenti estratti dagli uffici dell’Ente, per cui il CIG ha avuto a disposizione molte informazioni ulteriori rispetto a quelle che sarebbero state sufficienti per decidere.

Certamente quindi si potrà immaginare, in un prossimo futuro, di pubblicare report e dati ulteriori in bilancio, per capire come le forme di assistenza vengono impiegate, da quali categorie di iscritti in particolare.

Ma il compito del CIG era semplicemente quello di dire quali forme di assistenza lasciare accese e quali spegnere.

Altrapsicologia ha proposto, dopo un approfondimento del Gruppo di Lavoro Assistenza, di lasciarle tutte accese. Il gruppo Agire per ENPAP, che per fortuna non ha la maggioranza, ha votato contro questa proposta.

Non abbiamo peraltro capito la motivazione nel merito. Secondo questo gruppo avremmo dovuto rinunciare a qualche forma di assistenza? E a quali?

Crediamo che l’atteggiamento tenuto abbia più a che fare con un deteriore modo di fare politica che passa solo attraverso la polemica sterile. Una cosa del tutto inutile e molto lontana dal buon funzionamento di ENPAP e dagli interessi delle colleghe e dei colleghi.

Fortunatamente per tutti, abbiamo una solida maggioranza che ci permette di governare ENPAP nonostante questi tentativi goffi fra la polemica e il sabotaggio.