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Trasparenza, termine molto in voga negli ultimi tempi: cavallo di battaglia per alcuni e tallone d’Achille per altri.

Nell’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo era una sorta di fantasma fino a poco tempo fa, misterioso e irraggiungibile nonostante le energie che abbiamo speso attraverso mail pec, richieste protocollate e fatte in consiglio….… ma ora il vento è cambiato, si inizia a respirare aria nuova nell’attuale consiglio.

Poco tempo fa il Presidente Di Iullo aveva infatti inviato a tutti gli iscritti una comunicazione proprio sulla trasparenza: dal sito leggiamo “Proseguendo l’opera del precedente Consiglio, abbiamo affrontato e superato le tante difficoltà incontrate nella gestione di concetti e linguaggi di natura giuridica, forti della consapevolezza che la trasparenza non può essere riconducibile solo all’applicazione di una norma, ma deve essere prima di tutto un Valore che ciascuno di noi deve possedere a prescindere e da cui deve originare il rapporto fiduciario tra le persone e tra gli eletti al Consiglio, in primis le cariche esecutive, e i colleghi.”

Splendida notizia! Non si tratta solo di un adempimento di legge, ma di un vero e proprio valore in cui il Presidente sembra credere:  è meraviglioso poter FINALMENTE condividere gli stessi ideali, e quello della trasparenza è uno dei cardini fondamentali di AltraPsicologia, nonché uno dei punti della nostra campagna elettorale!

Entusiasti di ciò, nella riunione del 29 novembre 2014, chiediamo al Presidente e ai consiglieri di discutere della possibilità di far partecipare i colleghi alle sedute di consiglio.

All’improvviso il cielo si è oscurato, nubi nere hanno sovrastato la sede dell’Ordine e inquietanti tuoni riecheggiavano nella stanza… la voce dei consiglieri di maggioranza è stata unanime: I COLLEGHI NON POSSONO PARTECIPARE!

Ma come? Dov’é finita la volontà di creare un rapporto fiduciario con i colleghi???

Ve lo diciamo noi! È stata sostituita da una percezione paranoica di venir controllati e giudicati, dall’impossibilità di sentirsi spontanei nelle discussioni tanto da minacciare di abbandonare il ruolo di consigliere se tale proposta venisse accolta!

Non vi nascondiamo un certo sgomento nel vedere l’intera compagine della maggioranza che si agita e mostra la propria disapprovazione….

Ancora più sconvolgenti sono le motivazioni  che hanno portato avanti:

“non voglio essere controllato”

“se le persone mi hanno votato è perché si fidano di me e quindi non hanno bisogno di verificare quello che faccio”

“se qualcuno vuole sapere cosa succede in consiglio chiama il consigliere che ha votato”

Quindi, se volete avere ulteriori notizie, dovete telefonare a qualcuno. Non avete votato nessuno dei presenti? Peccato, per voi non ci sono alternative, dovete aspettare le prossime elezioni!

Abbiamo cercato di far capire agli altri consiglieri che la nostra proposta non aveva nulla a che fare con il controllo ossessivo del lavoro di ognuno di noi, ma che era semplicemente un modo in più per essere vicini ai colleghi, per essere trasparenti, per far percepire l’Ordine come un qualcosa che appartiene all’intera comunità professionale, nonché una richiesta che alcuni di voi ci avevano già fatto! In fondo è quello che accade quotidianamente nei consigli comunali, anche se non sono enti equiparabili al nostro, o in altri Consigli dell’Ordine regionali: perché tanto timore?

Alla fine della discussione i consiglieri non hanno voluto votare la proposta in questione e il Presidente si è assunto la responsabilità di bocciarla. Qui emerge un altro interrogativo: come mai i consiglieri non si sono assunti la responsabilità di votare? Qualche loro elettore avrebbe avuto qualcosa da ridire? Chissà…

Di una cosa siamo certi: noi non abbiamo timore di far vedere cosa accade in consiglio, siamo stati eletti perché voi ci avete dato fiducia e se facciamo qualcosa che non corrisponde all’idea che vi eravate fatti vorremmo che voi ce lo diceste. Questo è il rapporto che intendiamo portare avanti con chi ci ha sostenuto e state certi che lo faremo!