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Agosto 2013. La brezza è leggera, il sole splende sul golfo, nell’aria il caratteristico profumo delle pizze. In fretta si diffonde una notizia: dalla regione hanno emanato il decreto. E’ ufficialmente nato “Lo psicologo del territorio”!

Le 22mila firme raccolte e i tantissimi psicologi impegnati su tutto il territorio hanno finalmente avuto la risposta che aspettavano. Entusiasmo e speranze nelle discussioni tra colleghi, accompagnate però da altrettanti dubbi, suscitati per lo più dalla non facile dimestichezza con i tecnicismi legislativi e burocratici.

Da qui l’esigenza di un articolo che cerca di rispondere alle domande più frequenti di queste settimane. Iniziamo dalla più immediata:

CHI E’ LO PSICOLOGO DEL TERRITORIO?

Analogamente alla legge 328/00 per gli assistenti sociali, anche nella legge dello psicologo del territorio è indicato che i Comuni, o gli ambiti territoriali, prevedano la presenza di uno psicologo ogni 10.000 abitanti, e che la realizzazione dei servizi sia successiva all’adozione del rispettivo Piano sociale di zona approvato dalla Giunta regionale, e comunque non oltre tre anni a decorrere dalla data di entrata in vigore della suddetta legge.

Le attività di competenza dello “psicologo del territorio” riguardano le aree contemplate dalla già citata legge 328/00 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali).

CHI PAGA LO PSICOLOGO DEL TERRITORIO?

I servizi previsti dalla nuova legge sono ‘finanziati nell’ambito delle risorse disponibili per la realizzazione dei Piani sociali di zona senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale’.

Lo psicologo del territorio si colloca all’interno dei piani sociali, quindi nell’ambito della progettazione e della realizzazione dei piani di zona all’interno degli ambiti territoriali.

COSA SONO I PIANI DI ZONA E GLI AMBITI TERRITORIALI?

La legge 328/00, nasce dall’esigenza di ‘disciplinare la programmazione e la realizzazione di un sistema integrato e organico di interventi e servizi sociali che si attua con il concorso delle istituzioni pubbliche e delle formazioni sociali’, con il fine di rendere il cittadino un soggetto attivo nella tutela della sua dignità e della sua persona.

La legge, per la realizzazione di tali interventi, prevede la cooperazione tra Regione, Province, Comuni, ognuno con i suoi compiti:

  • La Regione ha il compito di assicurare in ogni ambito territoriale la presenza di servizi quali Centri di accoglienza, interventi a sostegno dei minori, assistenza domiciliare, strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociale, la presenza di un assistente sociale ogni 10.000 residenti. La Regione inoltre determina gli ambiti territoriali.
  • Le Province concorrono alla definizione del Piano sociale regionale e ai piani di zona d’ambito
  • I Comuni sono titolari della Programmazione, Valutazione e realizzazione, a livello locale, degli interventi sociali e , di concerto con le ASL, degli interventi socio-sanitari istituendo il Fondo Unico di Ambito.
  • Gli ambiti territoriali, invece, sono unità territoriali di base che in linea con la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, costituiscono il livello di governo locale delle politiche sociali.

Gli obiettivi vengono fissati ogni tre anni dall’ufficio di piano che redige il Piano sociale di zona seguendo le linee direttive del piano sociale regionale. Gli ambiti agiscono in sinergia con i distretti sanitari dislocati sul territorio di appartenenza.

COME SONO FINANZIATI I PIANI DI ZONA?

La legge 328/00 specifica che la Regione ha l’obiettivo di ripartire tra i Comuni i finanziamenti assegnati dal Fondo nazionale per le politiche sociali.

A partire da questo quadro normativo che emergono alcuni dubbi:

  • se la Regione Campania, con deliberazione della Giunta Regionale n. 134 del 27 maggio 2013 ha approvato il Piano sociale regionale 2013-2015 mostrando un taglio dei fondi per le politiche sociali da destinare alla realizzazione degli interventi legati alle politiche socio-sanitarie
  • se sul sito della Regione Campania viene indicata la data 16.09.13 come termine ultimo per la presentazione online dei Piani di zona,
  • se per l’inserimento delle figure dello psicologo del territorio NON sono stati stanziati fondi in più rispetto a quelli già in uso in questi anni per la realizzazione degli interventi di cui sopra (ossia la coperta è la stessa, ma ora c’è da coprire un servizio in più),
  • se i Comuni, già in deficit , utilizzano i pochi fondi disponibili per garantire ai cittadini la continuità almeno dei servizi di assistenza e cura basilari,

dove troverà i mezzi per sopravvivere il neonato psicologo del territorio?

La battaglia si preannuncia dura e faticosa, AltraPsicologia sarà in prima linea per raccontarla!