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“Qual è il senso della quota di iscrizione all’Ordine degli Psicologi?”

Con l’invito ad una riflessione su questo tema, la Presidente Bozzaotra, durante il Consiglio di Novembre, chiude la discussione sul bilancio di previsione.

Il bilancio di previsione è quel documento che un Ente redige prima di mettere in cantiere le attività, e in cui si stabiliscono quanti soldi nel 2015 saranno destinati alle voci X, Y, o Z.

Ad esempio, ci sarà scritto quanti soldi si prevede di spendere nei prossimi 12 mesi in merito all’organizzazione degli eventi, quanti invece per i gruppi di lavoro, quanti altri per i consulenti, ecc ecc.

Si capisce perciò che è un documento importante per due ragioni: una economica e una politica.

Quella economica riguarda la corretta gestione dei soldi dell’Ente. E per fare questo ci sono dei consulenti che coadiuvano il lavoro del Consiglio.

Quella politica riguarda le intenzioni programmatiche per l’anno a venire, a favore della categoria.

o nulla o niente...L’attuale esecutivo decide di muoversi senza particolari cambiamenti rispetto a quanto fatto finora.

Certamente speravo in qualcosa di diverso, ma non posso nemmeno dirmi stupita  che un esecutivo, che ha fatto della parola “continuità” la sua bandiera, annunci di voler proseguire in assoluto allineamento con quanto fatto finora. Pertanto poco o nulla in aiuto ai giovani colleghi per muoversi in maniera molto più incisiva nel mercato del lavoro.

A lasciarmi perplessa sono anche gli altri consiglieri: quelli di minoranza, quelli che dovrebbero essere l’alternativa, quelli che dovrebbero portare un punto di vista diverso.

Discutere il bilancio di previsione non significa certo stare lì a fare le pulci alla ricerca di fantomatiche irregolarità di bilancio, che per quelle ci sono i revisori e la legge; discutere il bilancio di previsione significa innanzitutto portare avanti proposte per la professione!

E per avere delle proposte bisogna studiare.

Studiare innanzitutto il contesto regolamentare dentro cui ci si muove.

Studiare poi il contesto socio-economico in cui versa la psicologia italiana e campana per cercare di far emergere i bisogni dei colleghi, soprattutto quelli più in difficoltà che hanno bisogno di sostegno in questo momento di particolarissima e gravissima crisi.

Nell’assordante silenzio dei rappresentanti della lista F.A.R.E , che non si sa se interpretare come assenza di proposte o disinteresse (il Consigliere Del Forno è pure andato via dal Consiglio prima di discutere questi punti così importanti…), rimbombano ancora più forti le parole dei rappresentanti di Professione Psicologo.

thewolfofwallstreet4Il Consigliere Rega ha infatti appena scoperto dal Sole24ore (l’articolo è questo) che gli psicologi hanno un reddito medio che li mette a rischio di sostanziale povertà (ma davvero?), e ha quindi avuto un’idea geniale: insieme ai suoi colleghi di lista, propone l’abbassamento della quota di iscrizione all’Ordine di ben… 10 euro.

Mi sembra giusto: alle migliaia di giovani psicologi in difficoltà regaliamo un buono pizza. Rigorosamente margherita però, che altrimenti sforiamo il budget.

A parte l’ignoranza delle regole, che stabiliscono che le quote di iscrizione all’Ordine regionale siano stabilite secondo vincoli definiti dall’Ordine Nazionale (e secondo questi paletti l’Ordine della Campania si situa in prossimità del limite minimo); a sorprendere è la demagogia, la mancanza di visione di insieme e la mancanza di una visione strategica.

La demagogia è quella che permette di dire «Vogliamo abbassare le tasse!».

La mancanza di visione di insieme è quella che trasforma i 10 euro moltiplicati per seimila iscritti in 60mila euro di meno nelle casse dell’Ordine.

La mancanza di visione strategica è quella che non fa ragionare su quante cose si possono fare, a sostegno degli iscritti, per davvero, con 60mila euro.

Così, un paio di proposte, pure vagamente retoriche:

Preferireste pagare 10 euro in meno, o avere un servizio di formazione a distanza tramite Webinar come quello appena attivato con un successo straordinario dall’Ordine del Piemonte (a maggioranza AP, tra parentesi), che ci consentirebbe di seguire i seminari da casa nostra, senza dover necessariamente fare le trasferte fino a Napoli (che già solo quella ogni volta vi costa ben più di 10 euro) ?

Preferireste pagare 10 euro in meno, o avere un progetto dedicato all’avvio professionale, che si occupi di strategia di marketing e promozione professionale, dei principali aspetti fiscali dei professionisti, delle competenze trasversali indispensabili per la sopravvivenza dello psicologo professionista (anche questo appena attivato dall’Ordine del Piemonte)?

Ecco, cose così; ben più utili e con un ritorno economico ben maggiore per il singolo professionista della “generosa mancia dei 10 euro”.

Così si torna alla domanda posta all’inizio: qual è il senso della quota di iscrizione all’Ordine?

Se la quota è “solo” una tassa, una vessazione, allora viva l’abbassamento delle tasse!

Ma pensare alla quota come ad una tassa a fondo perduto significa avere in mente un Ordine freddo, burocratico, passacarte, passivo.

FRONTE-COLORE-300x213AltraPsicologia non ha mai avuto questa considerazione dell’istituzione Ordine degli Psicologi.

Abbiamo sempre immaginato, e soprattutto costruito davvero nella pratica (in Piemonte, in Lombardia, in Lazio, nelle Marche…) un Ordine capace di andare molto oltre i compiti minimi descritti dalla norma istitutiva, un Ordine attivo e propositivo, che fosse per gli iscritti punto di riferimento professionale e fornitore di servizi utili per lavorare.

Quando si immagina un Ordine così, la quota non è più “una tassa”, ma un investimento che permette di avere servizi e agevolazioni.

E allora non contano i 10 euro in più o i 10 euro in meno: conta cosa si fa con quei soldi, a vantaggio concreto di tutti.

Ci avranno pensato, a questo, i nostri Consiglieri?