E’ trascorsa una settimana esatta dall’evento “Diventare Psicologo – Napoli” del 10 maggio scorso. Un’occasione importante, per gli psicologi campani, per provare ad abbattere un muro… quel muro invisibile che si è venuto a creare nel tempo tra noi colleghi.
Diventare Psicologo dicevamo.
Diventare è un termine che deriva dal latino “Deventum” che a sua volta fa riferimento ad un altro termine, “Divenire” che oggi vuol dire “venire ad essere, farsi diverso da quel che si era” mentre un tempo “De-venire” significava “venir giù, arrivare ad un luogo.”
ECCO COLLEGHI QUI IN CAMPANIA C’È UN DISPERATO BISOGNO
CHE TUTTI VOI “VENIATE GIÙ”.
Non tanto un invito a “scendere in campo” (che solo a dirlo vien la pelle d’oca…), quanto un invito ad interessarvi maggiormente alla realtà politica della nostra professione.
Niente destra, sinistra o centro.
Niente estremisti o moderati.
Solo la nostra professione, la stessa che martedì scorso ha portato oltre 50 colleghi all’evento DIVENTARE PSICOLOGO.
Certo, detta così non sembra una proposta allettante, e se invece lo fosse? E se stessimo saltando qualche passaggio?
Se dopo FORMAZIONE e MARKETING (finalmente) ognuno di noi aggiungesse al proprio bagaglio di conoscenze qualcosa riguardo alla POLITICA PROFESSIONALE?
Non so voi, ma dopo 50 e più esami universitari il fatto che il mio futuro debba essere scelto da chi mi chiama “PI-SICOLOGO” oppure da chi aggiunge il termine “EPISTEMOLOGIA” qua e la con nessi logici quanto meno discutibili beh, a me proprio non va giù.
Per questo motivo mi rivolgo a tutti quelli che, chiusi in una stanza, sui libri ci hanno messo l’anima cercando di dare sempre il massimo con impegno e passione.
POLITICA PROFESSIONALE dunque non è un parolaccia, cari colleghi, perché è lei a dar voce alle nostre esigenze in modo tangibile e concreto.
DSA, Riabilitazione, Psicologia Giuridica, Ospedali, Medici di base… tutto passa attraverso di lei, che ci piaccia o meno.
Per questo motivo un giorno ho deciso di assistere ad un consiglio del nostro Ordine Campania.
“Ma chi te lo fa fare?” mi fu detto. Un po’ come chiederti perché ti svegli al mattino.
Immaginate solo che prima di AltraPsicologia in Campania non era possibile assistere ad un consiglio, come se il futuro professionale di migliaia di persone fosse un affare privato di pochi colleghi.
Oggi sono tutti gentili, ci offrono anche i pasticcini.
Per spiegarvi meglio di cosa sto parlando vi racconto un piccolo aneddoto sull’ultimo consiglio al quale ho assistito, quello del 17 marzo scorso. Forse potrà aiutarvi a capire cosa succede quando si riuniscono coloro che hanno il mandato di decidere del nostro futuro e della nostra professione.
Sto parlando della fantomatica QUESTIONE DEI TIMBRI.
Ebbene si perché il nostro Ordine ha deciso di dare a tutti gli iscritti la possibilità di avere un timbro, riconosciuto dall’Ordine stesso e realizzato da una società convenzionata.
Bene! Mi sono detto senza nemmeno pensare al costo – circa 20 € – quando in rete è possibile pagarlo meno della metà….
Bene! Mi sono detto senza nemmeno pensare che in altre Regioni viene fornito gratis, e non solo ai neo-iscritti!
Bene! Mi sono detto senza nemmeno pensare, appunto.
Fatto sta che da tempo noi psicologi ci chiediamo se ed in quali contesti il nostro timbro abbia o meno un valore giuridico, se come i medici anche noi un giorno potremo utilizzare il timbro per certificare “legalmente” relazioni o quant’altro.
EBBENE? EBBENE NULLA. Nessuno del nostro Ordine sapeva nulla.
“Tu l’hai mai utilizzato? E tu?” – borbottava un consigliere.
“A me pare che valga solo nelle strutture pubbliche”- rispondeva timidamente un altro.
“OK OK, LO FACCIAMO DI PLASTICA O DI LEGNO?” – .
Altro che training autogeno o mindfulness, non c’è storia. Il sistema neurovegetativo parte a razzo.
Poi, ho pensato, immagina se un giorno buona parte dei circa 6000 psicologi campani…
“VIENE GIÙ”.
Immagina se tutti decidessero di assistere ad un consiglio, immaginali occupare via Toledo e ben oltre.
Tutti presenti ad assistere alle scelte fondamentali per il nostro futuro: “lo facciamo di plastica o di legno?”.
Immagina una psicologia “in divenire” dove sono le competenze e lo studio a definire cosa e come farlo.
Un po’ come sta accadendo nel Lazio, una rivoluzione, laddove nessuno lo riteneva possibile.
Immagina insomma se in Campania decidessimo davvero tutti di DIVENTARE PSICOLOGO.
Ho presenziato per la prima volta insieme a te al consiglio dell’Ordine, non sapendo esattamente cosa aspettarmi.
Ci siamo seduti in disparte aspettando che qualcosa succedesse, che i consiglieri prendessero vita e dibattessero sull’avvenire della professione, magari anche animatamente, perché no…
Ebbene, non so se sia stato l’effetto del postprandiale o se quella a cui ho assistito è la normale prassi con la quale i consigli si tengono, ma di fatto nulla di tutto ciò è successo.
L’impressione generale è stata che in realtà tutto sia deciso senza un dibattito, una proposta, un sussulto, niente!. I nostri consiglieri sono la risposta Campana alla famiglia del mulino bianco, una famiglia affiatata e sorridente, coesa e compatta nel prendere decisioni.
Decisioni che riguardano come spendere i soldi che noi tutti versiamo annualmente.
Bollono nel calderone progetti quali una testoteca alla quale possono accedere tutti gli iscritti, una sorta di bibliografia aggiornata per argomenti “come fa obiettivo psicologia”, eventi che prevedono accreditamento in fad, una piattaforma per i webinar con ben 100 posti…
Si ” è discusso” dei contratti di chi si occupa dei social e della promozione delle varie iniziative. Ma sì, rinnoviamoli, perché rischiare di trovare qualcuno che abbia nuove idee, che magari condivida le iniziative vincenti degli altri Ordini, che faccia corretta informazione circa gli ECM e dia nuovi spunti di riflessione alla categoria e ai cittadini?! D’altronde le locandine (costo 5000 euro solo a Napoli), che ancora campeggiano nelle metro, relative all’evento del 7 marzo erano così accattivanti, così chiare… Hanno riscosso un tale successo…” Hanno partecipato interlocutori importanti con un ruolo politico regionale e assessori che hanno contribuito al dibattito sui servizi che fanno comunità”.
E per “dimostrare il valore economico della professione alla società” si è discusso della convenzione che stanno cercando di stipulare con le forze armate, la Dia, che però vorrebbe che l’intera categoria lavorasse Gratis… Ma il nostro presidente si sta battendo affinché questo non accada, dice NO Alle prestazioni che svalutano la professione, dice NO allo psicologo caritatevole, NO alle iniziative che derogano prestazioni senza compenso…
Il nostro presidente ha a cuore l’integrazione della categoria con altre professionalità, ed è per questo che ha sollecitato i colleghi ad attivarsi nelle farmacie dell’avellinese, del beneventano e del salernitano, mentre propone ai colleghi napoletani di aprire le porte di casa alla politica, in occasione delle prossime elezioni, affinché gli “psicologi non rappresentino solo se stessi”… D’altronde si sa, che di questi tempi essere pagati con la visibilità è un regalo molto gradito.
Ecco la prova che pur cambiando “visuale” lo scenario rimane sempre lo stesso, una storia che si ripete insieme con i mille protocolli gratuiti.
“CALMA PIATTA” insomma, purtroppo.