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Pedone-contro-tutti-scacchiGli psicologi impegnati nella riabilitazione in Campania sono come i pedoni degli scacchi: sono i pezzi buoni se c’è da fare un sacrificio.

La questione si era posta nel Consiglio di Novembre (qui la cronaca) e in un precedente articolo avevo approfondito gli aspetti tecnici e legislativi che hanno trasformato gli psicologi campani nei pedoni della sanità campana, nell’indifferenza di AUPI e Ordine.

Di fronte al riproporsi della situazione, a Novembre, il Consiglio aveva annunciato un giro di incontri per ascoltare le idee dei colleghi.

Oggi, 21 Febbraio, il primo appuntamento, cui ne seguiranno altri due, a Benevento e Salerno.

A noi di AP piace tanto essere concreti, pure quando si tratta di portare una semplice idea, così già da Novembre ci siamo messi a studiare la vicenda.

Immediatamente, già in sede di Consiglio, mi era tornato in mente uno degli ultimi risultati ottenuti dall’allora maggioranza AP in Lombardia: lo psicologo obbligatorio nella riabilitazione.

Così ci siamo messi a telefono con Mauro Grimoldi, Presidente di quella maggioranza, per farci raccontare la storia di quel risultato.

Ci siamo subito concentrati sugli step operativi: cosa era stato fatto concretamente per arrivare a un simile riconoscimento?


LOGO-OPLCome ci spiega Mauro, il presupposto fu l’avere una fotografia reale dello stato dell’arte dei servizi psicologici nell’intera regione. E non semplicemente degli strutturati, ma anche dei tirocinanti e volontari che spesso, di fatto, sono indispensabili per la sopravvivenza dei servizi.

Una ricerca svolta insieme all’Università San Raffaele di Milano che ha consentito di avere una mappa della psicologia in Lombardia.

Questa mappa è stata poi presentata al Consiglio di Sanità della Regione Lombardia.

Certo, essere ascoltati in regione può richiedere un impegno politico e relazionale costante…ma noi campani siamo avvantaggiati: in regione abbiamo addirittura un consigliere appositamente distaccato! Quale colpo di fortuna!

Con questa fotografia tra le mani, si potevano scegliere due strade:

a) Chiedere la luna, ossia la sistematizzazione di tutti gli psicologi, e correre il rischio di sentirsi dire – uhm, bello, ma non ce lo possiamo permettere –

b) Sparare a un bersaglio preciso. Si sono così individuati due ambiti in cui lo psicologo era considerato essenziale: la riabilitazione e oncologia pediatrica.

A questo punto la Regione emana una delibera che rende obbligatoria la presenza dello psicologo nella riabilitazione e la sua presenza in pianta stabile diventa requisito indispensabile per avere l’accreditamento di un centro.

Ora: concretamente questo non ha creato una svolta dal punto di vista dei nuovi posti di lavoro, ma ha creato una tutela invalicabile soprattutto per i colleghi che nella riabilitazione ci sono già e svolgono un lavoro tanto prezioso quanto irrinunciabile.

Una tutela, che è esattamente ciò che manca ai nostri colleghi campani, pedoni sacrificabili a ogni taglio di fondi e a ogni cambiamento normativo.

Oggi condividiamo con i colleghi la nostra idea e la portiamo in piazza, grazie alla presenza di Armando Cozzuto nell’incontro odierno nella sede dell’Ordine a Napoli.

Non una idea particolarmente originale, dunque, ma che si ispira ad un’esperienza di successo. Non vogliamo inventarci nulla e soprattutto non vogliamo fare proclami che non si possono mantenere.

La situazione è complessa ed è difficile immaginare una soluzione immediata, capace pure di accontentare tutti.

Questo non significa però rinunciare ad affrontare concretamente una questione che riguarda noi, come categoria professionale, dei colleghi, come professionisti, e i cittadini, come utenti che hanno diritto ad avere un servizio di riabilitazione adeguato e di qualità.

Durante il Consiglio di Novembre fu chiaro che nessuno aveva né legislativamente né quantitativamente il polso della situazione. Non ce l’aveva, per sua stessa ammissione, il consigliere che aveva chiesto l’inserimento della questione nell’Ordine del Giorno, né tutti gli altri presenti quel giorno.

Quanto accaduto in Lombardia è un’esperienza cui può valer la pena di ispirarsi, almeno nei suoi primi passi operativi e d’altra parte ci sembra indispensabile avere innanzitutto un quadro della situazione prima di pensare a qualsiasi strategia, senza correre il rischio di restare fermi al palo, con armi spuntate di fronte all’esame di realtà.

Continuate perciò a seguirci: nelle prossime ore seguirà il report di Armando sull’incontro di oggi! 😉