image_pdfimage_print

A TUTELA DELLA SALUTE DEL CITTADINO:
LA SINERGIA PER IL FUTURO!
 

Non riesco proprio a farmi prendere sul serio quando dico che non ho niente contro i counselor. Avrò le mie personali responsabilità rispetto alle mie modalità comunicative e farò sicuramente profonde autoanalisi e autocritiche ad esempio su quell’eccesso di ironia e autoironia che talvolta mi coglie. Ma io davvero non so più come dire che non voglio che i counselor spariscano e che non penso affatto che facciano gli psicologi abusivi e/o di seconda mano.

Non mi importa nemmeno più capire cosa faccia un counselor, mi basta sapere che non fa lo psicologo e io ci credo fortissimamente!

Penso,però, che abbiano un problema interno alla categoria rispetto al quale noi psicologi non possiamo restare indifferenti.

Il problema sono quei counselor che asseriscono di poter fare diagnosi o trattare problemi d’ansia, di attacchi di panico, persino di depressione e di tossicodipendenza, come mi è ahimè capitato di leggere su una locandina di uno studio proprio qualche giorno va. Un caso purtroppo non isolato…

I counselor non fanno niente di tutto questo. Lo sappiamo bene: non si occupano di questo perché occuparsene sarebbe abuso di professione.

Si occupano di altro. Non ho capito bene di cosa, ma questo è un mio limite…

E’ mia ferma convinzione, allora, che sia proprio sul tema dell’abuso della professione che counselor e psicologi debbano unirsi!

Cari counselor, il corpo didattico dei vostri corsi e dei vostri master è costituito nella larga maggioranza proprio da psicologi! Siamo in larghissima parte presenti pure nelle vostre associazioni!

Allora se c’è qualche counselor scorretto che fa terapia, che fa sostegno psicologico, è molto probabile che sia proprio uno psicologo e/o uno psicoterapeuta ad avergli insegnato alcuni degli strumenti necessari! E quando questo “counselor” scorretto va in giro e commette abuso della professione, fa del danno (oltre al cliente/paziente…) anche alla vostra categoria! A voi, che non siete professionisti né abusivi né di seconda mano! Ma chi ha erroneamente insegnato ad agire in questo modo, è colpevole tanto quanto chi ha poi effettivamente agito. Finalmente, però, si è aperta una speranza: noi psicologi, infatti, abbiamo fatto un passo avanti. Abbiamo votato a maggioranza praticamente bulgara la modifica all’Art.21 del nostro codice di condotta e d’ora in avanti chi farà credere a non psicologi (e quindi anche a chi frequenta un corso di counseling) che possono fare gli psicologi commetterà violazione deontologica grave.

Alleluja! E spero davvero che voi abbiate esultato con me quando avete saputo i risultati, perché finalmente abbiamo uno strumento che permette, a noi e a voi, di tutelare le persone e le rispettive professioni!

Propongo allora un’azione sinergica, che fa del bene proprio a tutti, counselor, psicologi, cittadini!

Insieme, che si sa che quattr’occhi sono meglio di due, vigiliamo sui counselor furbacchioni che vogliono fare gli psicologi abusivamente e sugli psicologi che vi formano in maniera scorretta, facendovi credere di fare cose che non potete fare, che magari vi costringono pure a stare nelle stesse aule degli specializzandi in psicoterapia a fare lezione, che a voi della psicoterapia, si sa, non frega proprio niente!

 

Autore: Ada Moscarella

Sin da subito, già durante il mio percorso universitario, ho fatto di tutto per fare esperienza diretta in diversi contesti. Questo mi ha aiutato a scegliere con più consapevolezza il mio percorso, che si è concentrato sulla clinica, sulla psicodiagnosi e sulla formazione. 
Negli anni da studente fuorisede all’Aquila ho imparato quanto la condivisione e il lavoro di gruppo siano le principali fonti di speranza e creatività per il professionista. Ho portato questa ferma convinzione anche nella mia vita professionale: sono Tesoriere dell’Associazione Psicologi Campani e Socio Fondatore e VicePresidente dell’Associazione LeGaMi. Gestisco inoltre un blog molto seguito dove racconto la vita dello psicologo libero professionista (#senzacamice). Amo i sistemi, le connessioni: sono costantemente e tenacemente alla ricerca di possibilità. Dalla mia adolescenza un po’ nerd, ho conservato la passione per la matematica, la tecnologia e soprattutto la narrazione. Credo nell’autenticità come base di ogni relazione e nelle relazioni come generatrici di speranza.