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di Federica Modena

Me lo diceva ridendo l’altra sera – bevendo il secondo spritz – una mia amica e collega: «Non so a te ma a  me, quando facevo l’Università, nessuno aveva avvisato che poi diventava tutto così complicato; credevo che fare la psicologa fosse che io incontravo i pazienti, li ascoltavo, capivo dove stava il loro problema e li aiutavo a superarlo. Sapevo che era un lavoro difficile ma pensavo che, conoscendo la materia, avendo empatia, intuizione ed esperienza ce l’avrei fatta.». «Come Mary Poppins – le dico scherzando io – con un poco di zucchero la pillola va giù» «No, aspetta,- riprende lei – i pazienti non sono il problema, quando esistono. Con loro so come comportarmi. Quello che mi fa impazzire sono tutte le altre cose cui bisogna star dietro e che non so mai se ho fatto bene…l’Iva, l’Irpef, la privacy, il pos, l’Enpap…va bene che c’è il commercialista, ma non capisco niente di quel che mi dice…d’altronde se mi sentissi portata per queste cose, avrei fatto economia e commercio, mica psicologia..:»
Al terzo spritz la mia amica è passata a quello che probabilmente è il peso maggiore che si sente addosso. «E poi alcune volte penso: quando ho guarito i pazienti che ho adesso, se nessun altro viene da me? Dove li vado a pescare i pazienti? Si è laureata in psicologia il mese scorso anche mia cugina, fra poco avrò la concorrenza anche in famiglia…»

Certo, i più scafati fra i lettori di questo articolo penseranno che la colpa del malessere della mia amica in fondo sia solo sua, della sua ingenuità e del suo scarso senso imprenditoriale. 
Le sue ansie – come si legge anche in molti commenti agli articoli sul sito di AP – sono però condivise da molti appartenenti alla nostra categoria professionale. Per quanto riguarda la ricerca di nuove opportunità di lavoro, anche coloro che – a differenza della mia amica – si impegnano nella redazione di progetti e di iniziative, spesso sono costretti a confrontarsi con una realtà che tende a ignorarli, una realtà forse oramai troppo invischiata nelle proprie paure per avere la forza di provare a combatterle.
Molti psicologi si sentono soli con i propri problemi e le proprie incertezze davanti a grandi sfide, quelle poste dal mercato e dalla società. La libertà nell’esercizio della propria professione è un bene inestimabile e nessun libero professionista vorrebbe mai rinunciarci. Oggi, però, la frammentazione della nostra categoria si sta rivelando una sorta di debolezza collettiva; le sfide del mercato difficilmente si vincono da soli. Di fronte a un disagio così diffuso e a dati imbarazzanti per l’intera categoria, come quelli sul reddito medio degli psicologi pubblicati dal Sole 24 Ore, è l’Ordine stesso a dover intervenire e svolgere, molto più che in passato, quel ruolo centrale nella nostra vita professionale che, andando oltre ai compiti previsti dalla legge in capo all’Ordine, aiuti concretamente gli iscritti ad affrontare le tante problematiche con cui si confrontano quotidianamente e, soprattutto, intraprenda quella battaglia culturale per la maggiore diffusione della psicologia nella nostra società, una campagna di sensibilizzazione che non andrebbe solo a favore degli iscritti ma recherebbe beneficio all’intero contesto sociale.

Gli Ordini devono diventare veri centri di servizi in grado di migliorare la nostra vita professionale. Si tratta peraltro della visione che AP da sempre sostiene e che, nelle regioni in cui è in maggioranza al Consiglio dell’Ordine, è riuscita a portare avanti. Per avere un’idea dettagliata delle reali ed effettive potenzialità che un Ordine potrebbe avere e dei servizi che potrebbe dare – dalla biblioteca dei test alle consulenze in materia fiscale o di marketing, dalle convenzioni per ridurre i costi professionali al sostegno nella stesura di progetti di raccolta fondi – invito tutti a leggere attentamente il programma di Ap e sopratutto a non dimenticarsi di esprimere il proprio voto per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine. Questa volta c’è davvero tanto da fare e le opportunità di migliorare le cose sono tante che non si può lasciare ad altri il potere di decidere chi ci dovrà rappresentare!