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E’ di qualche giorno fa l’articolo di ItaliaOggi sulle Casse previdenziali nel quale viene posta come esempio di eccellenza la trasparenza della attuale gestione ENPAP di AltraPsicologia.
Nello stesso articolo viene ancora citato il famoso scandalo immobiliare che ha caratterizzato la fine della precedente gestione AUPI.

Ancora sto riflettendo sul significato da dare a questo riferimento al passato.

Significa, in una lettura più pessimistica, che la vicenda di Via della Stamperia (che alcuni colleghi non conoscono e altri colleghi vorrebbero dimenticare e soprattutto far dimenticare magari per ripresentarsi candidamente alle prossime elezioni) ancora macchia la reputazione della nostra Cassa e della nostra professione e che ci vorrà tempo per superare completamente i danni di immagine che ha causato?

O evidenzia invece, da una prospettiva più ottimistica, la capacità della gestione AltraPsicologia che partendo da una immagine sociale negativa ha completamente trasformato il modello gestionale dell’ENPAP rendendo la Cassa una eccellenza riconosciuta a livello nazionale?

Non ho una risposta certa. Sicuramente come componente di AltraPsicologia e come consigliere CIG (e tanto più come referente del Gruppo di Lavoro Trasparenza) un articolo di questo tipo, come già lo scorso anno quelli del Sole24Ore sullo stesso tono, mi fa veramente piacere.

Ma il mio impegno a servizio della categoria professionale non si sviluppa solo all’ENPAP.

L’opaca trasparenza nell’Ordine dell’Emilia Romagna.
Nel corso delle ultime elezioni dell’Ordine Emilia Romagna sono stato eletto consigliere assieme ad altri quattro colleghi di AltraPsicologia, oggi quindi siamo presenti come gruppo di minoranza. Della composizione della attuale maggioranza abbiamo scritto qui.

Inevitabile quindi, per me, fare qualche paragone.

In ENPAP abbiamo lavorato per dare corpo e applicazione pratica al valore della Trasparenza. Il risultato è che oggi sono accessibili a tutti i colleghi i verbali, le delibere, gli incarichi attribuiti, i bilanci, il Codice Etico, la Carta dei Servizi, i regolamenti… insomma tutto quanto può essere utile a conoscere concretamente le attività che trasparenzavengono realizzate ed i processi attraverso i quali si giunge alle diverse decisioni. Ogni iscritto può verificare, ad esempio, se quanto affermato dal collega consigliere nella campagna elettorale o in altre occasioni trova riscontro nelle azioni concrete e nei voti espressi in sede di Consiglio di Indirizzo Generale (CIG) o di Consiglio di Amministrazione (CDA). Trovate tutto quanto QUI

All’Ordine Emilia Romagna abbiamo provato, come consiglieri di minoranza, ad introdurre lo stesso atteggiamento di apertura e trasparenza. Il risultato non è stato lo stesso.

Già a settembre 2014, in uno dei primissimi incontri del Consiglio, abbiamo proposto la pubblicazione dei verbali e delle delibere del consiglio direttamente nel sito internet dell’Ordine.
La risposta è stata negativa.
Le ragioni addotte sono state diverse (ne abbiamo parlato anche qui).
Quello che siamo riusciti ad ottenere è la creazione di una sintetica pagina con una breve sintesi delle discussioni emerse in Consiglio: la trovate QUI.

Soluzione che ritengo inadeguata ad una reale trasparenza.

Personalmente quella che maggiormente contesto (ovviamente si tratta di una contestazione puramente politica, non certo di tipo giuridico) è legata alla scelta di non attivare meccanismi di trasparenza in assenza di un obbligo normativo in tal senso. Più volte la risposta negativa alle nostre richieste è stata collegata dalla maggioranza alla assenza di leggi che impongano trasparenza. L’area amministrazione trasparente, presente sul sito, va nella direzione di rispettare le norme vigenti (D.lgs 33/2013). Nulla di più. Si fa trasparenza non come scelta ma come obbligo al quale non si può sfuggire.

trasparenza enpap

Ecco, qui sta a mio avviso una grande differenza di visione e di valori. Con AltraPsicologia in ENPAP abbiamo introdotto un modello di lavoro basato sulla trasparenza ed abbiamo scelto di applicarlo ben oltre le imposizioni normative. Crediamo nella trasparenza e mettiamo in pratica i valori in cui crediamo.

La scelta di non dare trasparenza ai processi decisionali ed alle delibere del Consiglio nei confronti dei colleghi iscritti, la scelta della Presidente (avallata dalla sua maggioranza) di non condividere con il Consiglio le posizioni e le strategie da portare avanti quando siede al CNOP (di fatto versiamo come Emilia Romagna quasi 200.000 euro dei versamenti degli iscritti emiliano-romagnoli al CNOP senza che il Consiglio, organo di rappresentanza di tutti i colleghi della regione, sia posto nella condizione di esprimere alcuna riflessione su strategie, priorità e azioni da portare avanti a livello nazionale) sono giuridicamente legittime (stando a quanto ci ha detto l’avvocato dell’Ordine) ma io le trovo politicamente ingiustificabili.

Sostenere che il riferire in Consiglio le ragioni di scelte politiche di interesse nazionale (e quindi con ricadute anche regionale) sia un “atto di generosità” della Presidente invece che un corretto atteggiamento di collaborazione e di rispetto del Consiglio stesso, non rispecchia la mia idea su come dovrebbe essere svolto quel ruolo.

Non è in questo modo che vorrei venisse gestito il nostro Ordine

La trasparenza che vorrei è quella di un Consiglio e di un Presidente capace di dare visibilità ai propri processi decisionali e alle proprie decisioni, capace di confrontarsi sui prioritari bisogni e obiettivi per la professione e di costruire insieme le strategie per conseguirli, capace di incontrare gli iscritti sul territorio regionale ascoltandone i bisogni e prendendosi la responsabilità di precise scelte politiche (governare significa anche definire delle priorità sapendo che, purtroppo, non tutte le richieste potranno essere soddisfatte), la trasparenza che vorrei (contrariamente a quanto affermato dalla Presidente) E’ partecipazione, E’ costruzione condivisa di una comunità professionale, E’ anche critica costruttiva e superamento delle posizioni iniziali in un nuovo equilibrio.

Oggi non è questo ciò che accade in Emilia Romagna. Confido che prossimamente le cose possano cambiare.