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Crediamo sia una scelta giusta per la promozione e valorizzazione della psicologia e della nostra professione (infatti lo avevamo inserito nel nostro programma elettorale) e abbiamo votato favorevolmente in Consiglio alla attivazione della pagina istituzionale dell’Ordine. 

Ma attivare una pagina Facebook è solo la parte facile. Poi va gestita. Deve essere riempita di contenuti, devono essere gestite le dinamiche che vi si creano, devono essere gestite le interazioni che vi hanno luogo…

E il modo in cui gestisci le cose dice qualcosa di te.

Secondo la attuale maggioranza AUPI/Cultura e Professione l’interazione sulla pagina Facebook ufficiale dell’Ordine deve essere evitata e la pagina stessa va intesa come una vetrina statica caratterizzata da un moto unidirezionale dal Consiglio alla cittadinanza. Si pubblicano post e articoli inibendo qualunque interazione che non sia un “like” o la condivisione degli stessi post. La speranza (o piuttosto l’illusione?) è che i cittadini ed i colleghi, condividendo frasi di pensatori famosi o informazioni sulle iniziative (es. convegni) organizzati dall’Ordine, valorizzino la psicologia e di conseguenza la professione di psicologo.
Lo stile, per chi la conosce, è quello della pagina Facebook del CNOP.
Si pubblica qualcosa e basta. Non c’è interazione. Non c’è discussione. Non c’è partecipazione.punto interrogativo

Quale sarebbe allora il valore aggiunto che offre la nostra professionalità attraverso una pagina che riprende frasi celebri, articoli e notizie facilmente reperibili nel web senza alcun commento o approfondimento? E’ una domanda ancora senza risposta.

E se qualcuno, collega o cittadino, decidesse liberamente di esprimere il proprio parere, le proprie riflessioni, le proprie critiche o i propri suggerimenti rispetto ai materiali pubblicati o alle posizioni espresse o altro, che si fa?

Le modalità di gestione dei post proposte finora dalla maggioranza vanno sostanzialmente dall’ignorare al cancellare il post.

Cancellare o ignorare eventuali post di critica, di confronto o di richiesta (stile pagina CNOP) a nostro parere non è lo strumento adatto a gestire la comunicazione di un Ordine degli psicologi. Non ci facciamo una bella figura come psicologi visto che, come tali, siamo anche esperti di comunicazione, di gestione del conflitto e delle relazioni. Dovremmo dare dimostrazione invece di capacità nel gestire in modo costruttivo le comunicazioni tanto più in un contesto che noi stessi abbiamo creato.

Dal nostro punto di vista impostare una pagina Facebook in questo modo è indice di una visione del ruolo dell’Ordine rispetto ai colleghi ed alla società non al passo coi tempi e lontana dai bisogni degli iscritti. Vuol dire snaturare e limitare le potenzialità di uno strumento come Facebook caratterizzato dalla continua interazione, dalla partecipazione alle discussioni e dal confronto di posizioni in modo dialettico. In questo contesto dinamico la presenza dell’Ordine e dei diversi professionisti psicologi (ognuno responsabilmente tenuto a fondare i propri interventi su basi scientifiche e ad agire in modo da rispettare il decoro della professione e il Codice Deontologico ovviamente!) poteva davvero rappresentare un punto di contatto tra professionisti e cittadinanza.

Se fossimo noi a decidere, al posto della maggioranza attuale, la pagina si svilupperebbe su modelli e parametri completamente differenti. La partecipazione ed il confronto sarebbero elementi cardine della gestione. Promuoveremmo la possibilità per i colleghi di esprimere le proprie riflessioni, ed apportare il proprio contributo come professionisti, valorizzeremmo la capacità della comunità professionale di esprimere posizioni e idee e di confrontarsi su esse nel rispetto dell’interlocutore e senza temere che questo possa minare l’immagine della professione. Al contrario, riteniamo sia nella gestione della complessità e nella capacità di trovare connessioni tra i diversi contributi un valore centrale della nostra professione. Tutto questo non emergerà.

Si tratta di una visione diametralmente opposta rispetto alla fiducia da accordare ai colleghi. Se la attuale maggioranza pone come centrale il rischio di offrire alla cittadinanza una visione distorta e inadeguata della professione presentando al pubblico una comunità litigiosa e frammentata (un rischio che non sottovalutiamo ma che, se mai dovesse essere reso reale da singoli comportamenti inadeguati, a nostro parere saremmo in grado di gestire), noi evidenziamo invece l’importanza di offrire spazi di visibilità anche istituzionali ai colleghi ritenendo la comunità professionale capace di presentarsi al meglio alla cittadinanza in una concreta applicazione dei fondamenti imprescindibili per AltraPsicologia: partecipazione, informazione, confronto, trasparenza.

Noi di AltraPsicologia abbiamo fiducia nel fatto che nessun collega abbia interesse a creare polemiche e discussioni sterili sulla pagina pubblica dell’Ordine Emilia Romagna. E nessuno di noi vuole presentare ai cittadini una immagine negativa della professione. Ci mancherebbe altro!

Come vedete sono visioni nettamente diverse del rapporto tra Consiglio e iscritti, una basata sul controllo e sulla distanza, una basata sulla partecipazione e la responsabilità. Noi preferiamo la seconda. E voi?

di Maria Antonietta Bongiorni e Gabriele Raimondi

Nota di Gabriele Raimondi: In questa come in ogni altra occasione all’Ordine credo sia responsabilità di ogni consigliere impegnarsi al massimo perchè le iniziative realizzate ottengano i migliori risultati possibili. Ho quindi inizialmente dato la mia disponibilità a far parte di un gruppo di lavoro per la migliore gestione della pagina Facebook. Già nel primo incontro ho però potuto notare le differenze di atteggiamento e di visione che abbiamo evidenziato. Ho subito rassegnato le mie dimissioni dal gruppo di lavoro stesso. Credo nella partecipazione e nel dialogo, non posso sostenere un modello di comunicazione che tende invece ad inibirli. Continuo comunque a lavorare e portare le mie idee e riflessioni in Consiglio anche su questo tema.