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Il precedente Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) aveva una maggioranza AUPI (http://www.aupi.it), ovvero del Sindacato degli Psicologi di Area Sanitaria. Dopo le elezioni dello scorso Gennaio 2006 il nuovo CNOP ha nuovamente una maggioranza AUPI.
Tutto è cambiato, nulla è cambiato?

Le elezioni di Gennaio 2006 ci lasciano con una media di voto nazionale che si aggira a stento attorno al 25%. Quindi tre quarti degli psicologi non ha votato. Circa 37.500 sui circa 50.000

Come saprete, AltraPsicologia ha promosso un’indagine per capire il perché di questo preoccupante dato. Abbiamo contattato TUTTI gli Ordini regionali per invitarli ad aderire all’iniziativa, con la convinzione che una simile indagine possa fornire preziose informazioni e spunti per ricucire questo enorme strappo tra la base e l’Ordine, per restituire cittadinanza istituzionale a tutti gli psicologi.

Ad oggi SOLO l’Ordine Puglia e l’Ordine Marche [che ringraziamo sentitamente!] hanno accolto l’invito, dandone diffusione sulle proprie pagine web. La quasi totalità degli Ordini non ha neppure risposto, seppur dopo solleciti.

Mi chiedo quindi cosa per questi Ordini è importante!
Mi chiedo se le preoccupazioni sulla bassa partecipazione, esternate nel dopo voto, erano di facciata o meno!
Mi chiedo se qualcuno sta producendo qualcosa per porre rimedio a questo sfrangiamento ed alienazione!
Ma veramente all’Ordine non interessa il fatto che la grande maggioranza degli psicologi non ha ritenuto importante l’elezione dei suoi rappresentanti?

Vi riporto – a titolo di esempio – ciò che è accaduto nell’Ordine Lazio, principale realtà italiana con oltre 12.000 iscritti. Vi prego di leggere perché tutto diviene lampante!

In data 18.01.2006, all’indomani delle elezioni, il Presidente uscente invia una newsletter a tutti gli iscritti in cui si rallegra del fatto che “Il voto ha riconfermato in maniera chiara la maggioranza uscente… un consenso che una buona parte dei colleghi che hanno votato ha voluto dare al lavoro svolto nei sei anni precenti”, per poi concludere con “Una riflessione andrà fatta sulla partecipazione al voto che ha raggiunto il 28,63%… evidenziando la disaffezione al voto di un gran numero di colleghi”.

Si potrebbe anche discutere sul fatto che ci si rallegri per essere stati eletti con circa 1.800 voti (tanti ne ha presi la maggioranza)  a rappresentanza di oltre 12.000 colleghi, ma lasciamo passare. La cosa importante è (nelle parole) l’impegno a riflettere sul perché gli psicologi non sono andati e non vanno a votare!

Benissimo! Quale migliore opportunità l’indagine sul non-voto di AltraPsicologia?
Contattiamo quindi l’Ordine Lazio per invitarlo a diffondere l’iniziativa presso i colleghi. Lo sollecitiamo più e più volte, ma ad oggi nulla di nuovo sotto il sole.
Ed intendiamoci, mica pensiamo che la nostra indagine sia la migliore! Saremmo ben felici se avessero prodotto anche qualcosa di alternativo, ma comunque utile ad indagare che sta accadendo…

Ed invece nulla! Il disinteresse appare completo ed anzi, nella newsletter successiva dell’Ordine Lazio, quella del 28.02.2006, si rimane ulteriormente basiti. Nel comunicare l’insediamento del nuovo Consiglio, troviamo infatti alcuni passaggi assai indicativi:

ci attendiamo molte sfide impegnative ma siamo pronti ad affrontarle, soprattutto perché sappiamo di poter contare sulla vostra collaborazione e sulla condivisione dei problemi

Ma come? Ci eravamo lasciati un mese prima sottolineando la grave disaffezione ed ora siamo sicuri di poter contare su collaborazione e condivisione dei colleghi? Quegli stessi colleghi che, nella percentuale del 71,37% hanno disertato le urne nel Lazio?
E da dove nasce tale convinzione? Non certo da dati oggettivi, visto che l’unica iniziativa (quella propostagli da AltraPsicologia) non è stata ritenuta degna di nota… meglio negare la realtà che correre il rischio di dover dibattere su dati oggettivi, soprattutto quando questa stessa maggioranza ha governato nei 6 precedenti anni.
Proseguendo nella lettura della newsletter, troviamo:

Dunque la nuova legislatura è iniziata e vi invitiamo subito a partecipare ad un’importante iniziativa organizzata dal nostro Ordine: un incontro-dibattito con l’Assessore della Sanità…

Quindi è questo ciò che intendono far passare per “partecipazione”? L’organizzazione di eventi? Eventi in cui, fra l’altro, si specifica che “nel corso dell’incontro sono previsti alcuni interventi pre-ordinati“. In altre parole filtrati, sterilizzati…
Nulla da eccepire sull’importanza dell’evento, ma le aspettative erano certamente altre!
Bisognerebbe poi verificare se la promozione di questo evento (inviato anche per posta cartacea, quindi costato qualche migliaio di euro alla comunità degli psicologi del Lazio) è stata discussa collegialmente in Consiglio, oppure è stata “decisa” dalla maggioranza a maggioranza. Alcune voci di corridoio invitano infatti a richiedere verbali di Consiglio per verificare la cosa. Chi volesse contribuire a tal riguardo, può scriverci a redazione@altrapsicologia.it

Forse può essere di stimolo un ulteriore passaggio della newsletter in cui viene affermato che “nell’intento di rappresentare l’esito delle recenti elezioni, la maggioranza del Consiglio ha ritenuto importante in questa fase di assumersi la completa responsabilità politica dell’Ente

Beh… quando la partecipazione allargata comincia da dentro ed in modo così limpido, non possiamo che essere fiduciosi per il futuro, non credete?

Ancor più che da queste forme di governo, rimango dispiaciuto dal comportamento di tutti noi psicologi. Perché rimaniamo così distanti dalla principale istituzione che ci dovrebbe rappresentare? Perché ci facciamo prendere in giro senza essere capaci di organizzarci in difesa dei nostri diritti?

Forse dovremmo cominciare a ragionare su questo, assieme! Aprire un sano ed onesto confronto per capirne le ragioni. In fondo svolgiamo una professione anche adatta per questo tipo di domande… credo… spero.
Forse sarebbe bene che a questa Istituzione, che a tutti noi appartiene (non foss’altro che per i 150euro annui), cominciassimo a partecipare più attivamente, così da renderla più vicina ai nostri bisogni ed alle nostre necessità. Un po’ più di pepe sulla coda ai nostri governanti eviterebbe, forse, alcune derive e situazioni incresciose.