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L’assenza di iniziative concrete e strutturate messe in atto dalle precedenti consiliature dell’Ordine Psicologi del Lazio nel campo della tutela legale della professione ci costringe purtroppo ad operare in un contesto di “prima assoluta”.

Unitamente a questo, dopo l’entrata in vigore della legge 4/2013 osserviamo l’avanzare di una politica sempre più aggressiva da parte di professionisti “pseudo-psi” e alla corrispondente invasione di competenze riservate per legge allo psicologo soprattutto nell’area della promozione del benessere/salute e in quella del sostegno psicologico.

Le criticità che la Commissione Tutela sarà chiamata ad affrontare sono riconducibili ad alcuni aspetti squisitamente giuridico-legali e ad altri più genericamente culturali.

Da una parte, esiste infatti una difficoltà oggettiva a far emergere i casi di abuso professionale ad un livello giuridicamente significativo a causa della natura prettamente relazionale e poco strumentale delle interazioni professionali psicologiche. La necessità di dimostrare mediante prove fattuali l’eventuale comportamento di abuso fa il paio alla scarsa rilevanza sociale riservata al reato di “esercizio abusivo di professione” all’interno del nostro ordinamento giuridico.

Sul piano etico-culturale, le difficoltà sono invece riconducibili a due aspetti. Da un lato, la nostra categoria subisce ancora un forte livello di disinformazione culturale sui precisi confini professionali e normativi della Psicologia, sui campi di intervento dello psicologo e sui relativi profili di competenza. La scarsa consapevolezza è osservabile purtroppo ai diversi livelli, non solo nell’utenza e nelle istituzioni, ma spesso anche tra i colleghi alimentando il clima di confusione tra la professione di psicologo e le cosiddette “professioni emergenti”. Infine, anche a seguito della modifica dell’Art. 21 del codice deontologico, i principali stakeholder nel campo della formazione-psi non hanno ancora del tutto modificato la loro politica formativa volta ad avallare la nascita di figure di abusivismo psicologico.

La commissione Tutela si propone di lavorare su entrambi i fronti, nella consapevolezza che un vero cambiamento nella capacità di arginare l’abusivismo e tutelare la professione passi attraverso una diversa e più moderna percezione culturale della professione di psicologo nell’opinione pubblica, nell’utenza e tra i colleghi.

Riteniamo la commissione Tutela uno strumento strategico non solo per favorire lo sviluppo della professione ma soprattutto per garantire alla cittadinanza il diritto alla salute.

 

Obiettivi

La commissione Tutela articolerà la sua azione sul piano concreto perseguendo le seguenti direttive:

Istituzione di un Ufficio Legale con alto profilo di competenza sulle tematiche dell’abuso professionale.
La “task force” legale si occuperà di gestire tutte le segnalazioni dei colleghi psicologi e dei cittadini e, laddove possibile, di finalizzare le necessarie azioni legali di lotta all’abusivismo. L’ufficio legale avrà altresì lo scopo di ridurre i tempi e massimizzare l’efficacia dell’azione dell’Ordine. Sarà inoltre il referente per tutte le azioni di tutela in relazione a bandi e concorsi pubblici che prevedano la presenza di figure professionali che si sovrappongono alle competenze riservate per legge alla professione di psicologo. Infine, sarà fornita assistenza legale gratuita alle vittime di abuso professionale da parte di persone non qualificate.

Creazione di uno Spazio Segnalazioni e FAQ sull’Abuso Professionale.
Rivolto sia all’utenza che ai colleghi, avrà l’obiettivo di favorire la partecipazione della base dei colleghi nei processi di segnalazione/monitoraggio e la consapevolezza informata da parte dei cittadini. Verranno diffuse le linee guida sulla segnalazione e sulla denuncia dei casi di abusivismo professionale. L’implementazione di tale strumento avverrà su spazi istituzionali e non (ad es., social network) e mediante la realizzazione e diffusione capillare di info-materiali agili e moderni su aspetti etico-legali della professione (in sinergia con Commissione Etica).

Istituzione di un Osservatorio permanente sui bandi e concorsi.
L’osservatorio vigilerà sulla possibilità che bandi e concorsi pubblici prevedano ruoli con profili di competenza riservati per legge a psicologi ma aperti a categorie senza requisiti o preclusi agli psicologi. Vigilerà inoltre su tutti i concorsi pubblici che non rispettano la legge 56/89 provvedendo ad attivare l’ufficio legale per tutte le azioni necessarie a ristabilire principi di legalità. Provvederà a realizzare e diffondere linee guida rivolte a tutte le istituzioni – scuole, Comuni, Enti pubblici, associazioni di categoria – su ruolo e competenze dello psicologo e su rischio abusivismo per rafforzare l’identità dello psicologo presso gli interlocutori istituzionali. Si procederà a segnalazioni presso il garante Antitrust laddove non sia possibile perseguire altre vie legali.

Realizzazione di campagne d’informazione sulle prerogative della professione di psicologo e sui rischi dell’abusivismo professionale.
La commissione avvierà iniziative per promuovere attivamente la consapevolezza critica e informata da parte dell’utenza ed eliminare confusione di ruoli tra psicologo e figure pseudo-psi. Realizzerà documenti ufficiali di informazione su tematiche di competenza dello psicologo sulle quali esiste ancora molta confusione come ad esempio quella relativa al “counseling psicologico”.

 

In collaborazione con la Commissione Etica, sarà attuata una rigorosa sorveglianza del nostro codice deontologico, in particolare del nostro nuovo art. 21 che vieta l’insegnamento finalizzato all’uso professionale di strumenti e tecniche conoscitive e di intervento riservati alla professione di psicologo a persone estranee alla professione stessa (in altre parole: si può insegnare tecniche di counseling ad un assistente sociale che continuerà poi a fare il suo mestiere con uno strumento in più, NON si può insegnare tecniche di counseling con l’obiettivi didattico e formativo di dar modo all’assistente sociale di mettersi sul mercato come counselor… ovvero non si può creare condizioni per trasformare una tecnica psicologica in una professione che stacca fattura in abuso della professione di psicologo!)

Verrà proposta l’adesione alla Carta Etica e istituito un coordinamento con le scuole di psicoterapia volto a dissuadere comportamenti che avallino attività ingannevoli o abusive della professione di psicologo, ad esempio mediante l’attribuzione di qualifiche o attestati che inducano a ritenersi autorizzati all’esercizio di attività caratteristiche dello psicologo. Obiettivo sarà quello di sensibilizzare i colleghi a scelte critiche di acquisto formativo, premiando quelle realtà che offrono formazione in rispetto della legge 56/89.