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Le strutture del Privato Sociale in psichiatria e nel settore della tossicodipendenza del Lazio – in cui lavora un numero grandissimo di Psicologi – non vengono pagate da molti mesi, dopo anni ed anni di stillicidio e con rette da fame, ferme – in psichiatria – dal 1996. Alcune comunità hanno già cessato l’attività e molte strutture sono sull’orlo della chiusura.

La situazione creatasi, soprattutto nelle Comunità Terapeutiche e nei servizi sul territorio del Privato Sociale, a causa dei continui ritardi nei pagamenti da parte della Regione si è fatta drammatica e intollerabile.

Ora il “buco” della sanità laziale fa intravedere la perdita di ogni speranza di reale soluzione.

Nei fatti, è saltato il tavolo delle trattative avviate tra il Coordinamento degli Enti Ausiliari del Lazio (CEAL) e l’assessorato competente e gli operatori dell’area tossicodipendenze hanno proclamato una manifestazione che si terrà mercoledì 15 novembre presso la sede del Consiglio regionale del Lazio in via della Pisana a Roma alle ore 10.00.

Si sta attivando una rete spontanea di coordinamento degli operatori delle strutture del terzo settore per avviare una mobilitazione organizzata della base e cercare, così, di smuovere davvero e definitivamente la Regione Lazio e si è vicini a proclamare lo stato di agitazione e mobilitazione degli operatori di tutto il Terzo Settore.

Le richieste degli operatori convergono su due argomenti ampiamente condivisi e sostenuti da AltraPsicologia:

1)                 il ritardo nell’erogazione dei pagamenti da parte della Regione mette in difficoltà cruciali i gruppi di lavoro più piccoli e solidali, lasciando invece quasi immuni i grandi gruppi di capitale. Il protrarsi di questa situazione rischia di vedere affermate esclusivamente la scelte di cura ospedaliere e le risposte ghettizzanti al disagio psichico e sociale, mentre porta all’estinzione definitiva dei gruppi di professionisti che hanno finora creduto nella legge 180 e nel recupero comunitario dei disagi gravi;

2)                 il mancato adeguamento delle rette ha comportato e comporta, con la quasi completa assenza di tutele per gli addetti, un irrazionale turn over degli operatori che non garantisce la necessaria qualità e continuità terapeutica e svaluta professionalità specialistiche costruite con grande dispendio.

“Questi problemi non nascono oggi ma – sostengono i colleghi – lasciarli ancora insoluti anche solo per qualche settimana non può che rendere catastrofica la situazione, in particolare per le centinaia di pazienti curati e assistiti all’interno delle Comunità. Nei loro confronti operatori, strutture, istituzioni hanno il dovere di garantire il diritto a cure e assistenza efficaci, senza ghettizzazioni né abbandoni“.

Tutti gli operatori delle Comunità e del Privato Sociale del Lazio interessati dal continuo deterioramento della loro condizione lavorativa si incontreranno a Roma  lunedì 13 novembre alle ore 21,00 presso il Centro Sociale “La Maggiolina” di via Bencivenga,1 (angolo via Nomentana) per definire la fattibilità di una strategia comune di più lungo periodo che porti ad ottenere chiarezza nei rapporti economici e contrattuali con la Regione Lazio e con tutte le controparti.

Ai colleghi e a tutti gli operatori che si battono per vedere rispettata la loro professionalità e il loro lavoro va l’appoggio di AltraPsicologia e la disponibilità piena a sostenerne operativamente la mobilitazione.