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Cari Colleghi, l’Ordine Psicologi Lazio è l’unico Ordine in italia che PROIBISCE attività di consulenza psicologica on line, pratica per altro ormai consolidata in diversi paesi e con vasta letteratura a riguardo.

Con la modifica dell’Art.21, a seguito del recente Referendum, viene di fatto riconosciuta allo Psicologo la possibilità di effettuare prestazioni a distanza, tramite Internet.

La collega Laura Caminiti ha prodotto e già inviato all’OPLazio una lettera in cui chiede di rimuovere questo anacronistico vincolo, che va a discapito degli psicologi laziali. Abbiamo raccolto la sua segnalazione e la rilanciamo con piacere!

SOTTOSCRIVI E DIFFONDI LA PETIZIONE!

Che si rimuova il vincolo alla pratica della consulenza on line!
Che si smetta di danneggiare i colleghi psicologi Laziali!
Che i divieti vengano prodotti sulla base di evidenze scientifiche e non su opinioni di parte o – peggio – ignoranza sull’argomento!

Leggi la lettera e sottoscrivila inserendo nel modulo i tuoi dati!

 

Spettabili Consiglieri e Consigliere dell’Ordine degli Psicologi del Lazio,

da poco siamo stati informati sull’esito del Referendum relativo alle modifiche del nostro Codice Deontologico che vede l’integrazione dell’art.1, con riferimento esplicito all’applicazione delle norme deontologiche “anche nei casi in cui le prestazioni, o parti di esse, vengano effettuate a distanza, via Internet o con qualunque altro mezzo elettronico e/o telematico.     

Alla luce di questo e in qualità di iscritto all’Albo dell’Ordine Psicologi sento la necessità di esprimere il mio pensiero rispetto ai limiti imposti ai professionisti laziali dal Codice di Condotta in oggetto, unico caso in Italia.

In particolare, mi riferisco ai commi 3 e 4 dell’art.1 del suddetto codice che precludono ogni possibilità di effettuare consulenze psicologiche online, intercettando con l’uso delle tecnologie i bisogni dell’utenza e ricevendo un adeguato compenso per il lavoro regolarmente svolto.

Mi sembra in tutta sincerità un atteggiamento anacronistico e miope quello di arroccarsi su posizioni così “prudenti” nel momento in cui il mondo va in tutt’altra direzione. Già da diversi anni si è focalizzata l’attenzione della comunità scientifica sull’uso delle tecnologie e sull’erogazione di terapie e servizi psicologici a distanza. Possiamo contare su una vasta letteratura a riguardo, tanto che la consulenza psicologica a distanza è ormai una pratica consolidata e diffusa in molti Paesi europei e oltreoceano. Per non parlare dell’incongruenza di voler imporre limiti “locali” a un mezzo che per sua natura e definizione è “globale”.

Risulta peraltro che il Consiglio Nazionale abbia elaborato specifiche linee guida, al momento in fase di revisione, per le prestazioni psicologiche via Internet e a distanza e che nessun altro Ordine Regionale faccia espresso divieto di questo tipo di attività professionale, pur raccomandando particolare attenzione al rispetto delle norme deontologiche, in particolare per quanto riguarda la sicurezza dei dati e la tutela della privacy degli utenti.

Mi domando pertanto se non sia da rivalutare la possibilità che un singolo Ordine Regionale abbia licenza di porre dei limiti professionali che vanno a influire sugli spazi di lavoro dei suoi iscritti (quasi 20.000!!!), mettendoli di fatto in una condizione di svantaggio rispetto a tutti gli altri psicologi d’Italia e in un momento particolarmente difficile dal punto di vista del mercato del lavoro nel nostro Paese.

Ricordo a tutti/e Voi che lo Stato ci ha abilitati all’esercizio della professione di Psicologo sull’intero territorio nazionale, indipendentemente dall’Albo di appartenenza. Di certo non sarebbe una buona pubblicità vedere tanti colleghi e colleghe trasferirsi in altri ordini che consentono attività psicologiche on line validate in tutto il mondo.

La mia richiesta è pertanto quella di prendere in considerazione la possibilità di aggiornare il Regolamento dell’Ordine, accogliendo le nuove esigenze degli utenti e dei professionisti, in un’ottica di tutela e promozione della nostra professione; e allinearlo alle regole condivise a livello nazionale affinché venga appianata quella che si configura come una vera e propria discriminazione.

Nella speranza che saprete accogliere e valutare adeguatamente la mia proposta, sapendo di poter contare sulla possibilità di un sereno confronto e sull’apertura di uno spazio di riflessione condiviso, rimango in attesa di un Vs cortese riscontro.

 

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