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A seguito della sentenza del TAR del Lazio gli Ordini possono mettere in atto delle azioni volte a valorizzare e tutelare ulteriormente la professione.

Nel Consiglio dell’Ordine della Lombardia del 26 novembre apprendiamo che il nostro Presidente è “felice” per la sentenza del TAR del Lazio che riconduce il counseling agli psicologi. Questo sentimento ci accomuna ma non vogliamo limitarci alle sensazioni e vorremmo qualcosa di concreto.

Infatti, quando apprendiamo sempre dal nostro Presidente che “a livello regionale non ci sono attività programmate”, restiamo perplessi.

Siamo tutti consapevoli che, come afferma il Presidente, “nulla cambia dal punto di vista giurisprudenziale”, ma l’attività dell’Ordine non può essere limitata alle comunicazioni di carattere legale. Come è possibile che i Consiglieri che presiedono la commissione tutela non abbiano sviluppato un ragionamento più ampio delle mere implicazioni legali?

I colleghi e le colleghe ci raccontano e ci segnalano spesso situazioni in cui riscontrano la presenza di counselor non psicologi al posto degli psicologi. Per questo ci sembra importante che ribadire quanto affermato nelle motivazioni della sentenza del TAR sia necessario.

Noi di AltraPsicologia consideriamo la tutela della professione uno dei nostri pilatri e un’occasione così importante per la professione non si può assolutamente perdere! È necessario riaffermare la centralità dello psicologo come attore principale e deputato per le attività di sostegno e ascolto in ambito psicologico.

Cosa può fare l’Ordine della Lombardia?

Pensiamo che quanto affermato dalla sentenza del TAR del Lazio debba essere comunicato e diffuso il più possibile, facendo riferimento ai settori più sensibili alla questione, cioè scuola e della sanità pubblica e convenzionata.

Sarebbe opportuno che l’Ordine inviasse delle comunicazioni per informare le dirigenze scolastiche e sanitarie, chiedendo espressamente di NON affidare incarichi o consulenze di ambito psicologico/relazionale a cosiddetti “counsellor” non psicologi (o ad altre figure non riconosciute, come “sociologi clinici”, “coach motivazionali”, “pedagogisti clinici”, “reflectors”, etc.), sottolineando la competenza esclusiva di legge degli psicologi rispetto a tali funzioni professionali. A conclusione dell’informativa si dovrebbe consigliare di verificare se gli operatori all’interno del proprio istituto scolastico o ASL siano iscritti all’Ordine degli Psicologi.

Prediamo in parola la disponibilità del nostro Presidente che ha affermato che “se vogliamo ne possiamo discutere in un punto dedicato nei prossimi consigli”, di conseguenza chiederemo al primo consiglio utile che venga messa in atto questa azione volta a riaffermare la figura dello psicologo e a valorizzare la professione oltre alla gestione della patologia.

Qualsiasi altra idea realizzabile sarà la benvenuta e mi impegno a riportarla al Consiglio dell’Ordine della Lombardia.