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Credevo di non avere sentito bene, ma il discorso dell’insediamento del nuovo presidente è pubblicato sul sito opl e dice proprio così:

 

“Faremo di tutto affinché il Consiglio da oggi coltivi l’idea che l’Etica, come avviene in uno stato moderno, democratico e liberale, appartenga alla sfera privata di ognuno. Non è a mio avviso compito dell’Ordine definire a priori ciò che è “etico” e ciò che non lo è, ma secondo le regole ben scritte, è nostro dovere attestarci su un rigoroso e mai rigido rispetto della deontologia così come indicata nel nostro codice “

Non ha mica detto “morale”, il nuovo presidente: ha detto proprio Etica, quella di cui si è occupata tutta la storia della filosofia e certamente la filosofia politica, di cui ci è stato offerto un così disinvolto compendio. Mettiamo pure che su questo tema il dott. Bettiga non sia troppo ferrato, ma io l’ho visto con i miei occhi, all’Università Cattolica prima delle elezioni sdottorare in un Seminario che si intitola “Etica Deontologica”. Non risulta che abbia fatto obiezioni sul titolo.

E che faremo della commissione istituzionale “Etica e Deontologia”, di cui l’attuale vicepresidente ha persino fatto parte per quattro anni, e senza esservi stato costretto con la forza? Il neopresidente saprà pure che esistono i comitati etici e la bioetica: come gli viene in mente che chi se ne occupa decida “a priori” ciò che è etico e ciò che non lo è, come farebbe un vecchio ontologo?  Curioso: si riferisce agli stati moderni, democratici e liberali, ma la sua nozione di etica è quella della metafisica di Aristotele. Via, c’è progresso anche nella teoresi; i moderni Stati liberali, per esistere, han dovuto venire concepiti da appositi incliti pensatori.

E soprattutto: come potrebbe mai esistere una deontologia, cioè un assetto normativo,  senza un pensiero etico?  Il nostro Codice Deontologico è chiaramente ispirato a un’etica scientifica: se ce la teniamo per noi il passo alla magia è breve.

Probabilmente  anche in questo campo il nuovo presidente ha fatto letture diverse dalle mie. Perché sulla mia scrivania campeggia un prezioso volumetto dal titolo Psicologia, etica e deontologia, autori De Leo, Pierlorenzi e Scribano e basterebbe scorrerne l’indice per farsi venire qualche dubbio.

Vero è che la Costituzione della Repubblica Italiana – ahimè, nella sezione dedicata appunto ai rapporti etico-sociali (già, non siamo in uno “Stato moderno e liberale”) – garantisce la libertà di insegnamento: forse il discorso dell’insediamento delle cariche  era una lectio magistralis?  Aspettiamo il secondo modulo e, per favore, un po’ di bibliografia.