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Mirabile sequenza riassuntiva delle azioni dell’Ordine degli Psicologi e del presidente Bettiga nei primi 50 giorni dall’insediamento

Non è cattiva volontà. Forse è un presidente troppo giovane, forse è sfortuna. Fatto sta che raramente si è vista in 50 giorni una sequenza di azioni così “significative”. Da rimpiangere Aupi o Sipap. Rimarrà un ricordo la psicologia sostenibile, quella carta etica che tutelava gli iscritti alle scuole di psicoterapia e quei contatti istituzionali che ci hanno permesso la norma sulla riabilitazione? Chi può dirlo. Intanto, ecco cosa di interessante è successo nei primi 50 giorni del “Consiglio Bettiga”.

 

L’etica è un fatto individuale. La prima dichiarazione pubblica del presidente a un minuto dall’insediamento è di quelle che fanno scalpore. Deontologia a parte, la frase di Bettiga suona come un “liberi tutti” negando la funzione stessa di tutela, indirizzo e di promozione delle buone prassi tipica di ogni istituzione.

 

Il primo consiglio, meglio senza minoranza. Il primo consiglio è uno schiaffone sonoro alla democrazia. Approfittando di una convocazione ministeriale obbligatoria, straordinariamente concomitante con un impegno pregresso dei consiglieri di minoranza, Bettiga decide in quella situazione di far votare quasi tutte le commissioni. Complimenti, beau geste. Si poteva evitare, non costava niente.

 

L’umiliazione della deontologia e delle competenze tecniche. La presenza di alcuni riconosciuti esperti in ambito deontologico in consiglio non smuove Riccardo Bettiga, che nomina un referente di commissione senza pregressa esperienza. Per la tutela, stessa sorte.

 

Il ritorno dei gettoni di presenza. Meraviglioso strumento per pagare le cariche che equipara chi lavora un’ora e chi ne lavora 24, trasformando il più alacre lavoratore in un indolente nel giro di pochi minuti. È l’inizio della fine.

 

Il presidente nazionale? Meglio se sospettato di avere truccato le proprie elezioni. Il presidente nazionale viene eletto dai 22 presidenti regionali, incluse le province di Trento e Bolzano. La scelta di Bettiga cade su Fulvio Giardina, Aupi, l’unico coinvolto in uno scandalo giudiziario, quello delle elezioni truccate in Sicilia, su cui tutti abbiamo sentito la registrazione. La giustizia impiegherà anni, ma non si poteva scegliere una persona sicuramente legittimata a sedere sulla sedia di presidente e senza sospetti di cui rispondere? Ce n’erano altri 21 tra cui scegliere!

 

La “formatrice di counselor” in commissione tutela. Il gruppo di Bettiga nomina in commissione tutela il consigliere Chiara Ratto, collaboratrice di una nota scuola di counseling che tiene la porta aperta anche a non psicologi.

 

Il recupero dei trombati. Sarà un caso, ma la prima persona a diventare consulente dell’ordine è il primo dei non eletti della lista professione psicologo… si poteva aspettare almeno qualche settimana, tanto per salvare la faccia.

 

Risultato: il primo consiglio di deontologia salta… chissà come mai!

 

In conclusione. Non è facile governare, si sa. Ma i primi 50 giorni di questa governance dimostrano un procedere rapidissimo che ricorda molto da vicino il movimento del precipitare in un baratro. Basterebbe poco. E per i primi 100 giorni, che ci attendiamo? C’è ancora da aspettare. E, forse, da temere.

Mauro Grimoldi