La mia prima volta da psicologo

Quando mi sono iscritto all’Ordine, nel 2002, perché obbligato per poter conseguire la specializzazione in psicoterapia, mentre lasciavo le carte in mano alla segreteria, chiesi: “posso sapere che servizi sono disponibili?”. La segretaria risposte freddamente: “l’Ordine non deve dare servizi” e se andò a ordinare la burocrazia. Consapevole che stavo facendo l’iscrizione perché obbligato e sollevato perché avevo avuto la conferma di tutti i miei pregiudizi, me ne andai potendo tranquillamente arrabbiarmi, pensando “mai soldi spesi peggio”.

All’Ordine ci sono poi tornato altre due sole volte: nel gennaio del 2006 per votare AltraPsicologia (che però non governò) e il 13 gennaio del 2010, eletto consigliere per AltraPsicologia, finalmente in maggioranza.

Oggi sono convinto che una risposta come quella che ricevetti al momento dell’iscrizione nessuno la possa più subire. In questi 4 anni non saremo stati perfetti, però un cambiamento lo abbiamo messo in atto: tante serate, eventi, la biblioteca dei test, la possibilità di utilizzare il locale dell’Ordine e mille altri servizi sono ora visibili a tutti e testimoniano il nostro sforzo per dare un senso ad un’istituzione che già nel 1989 nasceva vecchia.

A gennaio ci sarà un’altra tornata elettorale, e questa volta più che mai sarà importante votare. I motivi?

Per prima cosa se non si raggiungesse il quorum del numero dei votanti (circa 2500 voti) si creerebbe uno stallo:

l’Ordine e tutti i servizi che abbiamo attivato si bloccherebbero, nel migliore dei casi fino all’estate, e la segreteria sarebbe obbligata a dirvi che l’Ordine non fornisce servizi, ma dovete pagare la quota, che ritornerebbe ad essere come una tassa.

L’altro rischio reale è che a votare ci andranno solo coloro a cui abbiamo limitato il proprio business di svendita della psicologia, votando gli altri gruppi che rappresentano un vecchio modo di gestire l’Ordine.

In questo caso possiamo immaginare un Ordine che promuove  il counseling psicologico aperto a chiunque (cioè che fa gli interessi di alcune scuole di specializzazione e non degli psicologi), che passerebbe messaggi ambigui (ad esempio, “non voglio fare discriminazioni, ma gli omosessuali possono curarsi”), oppure un Ordine che affonda nella burocrazia, con persone pagate profumatamente per stare sedute intorno ad un tavolo a disquisire del futuro e il senso della professione, senza concludere mai nulla. Magari un Ordine che apre un’altra sanatoria, così da far diventare psicologi anche i filosofi e pedagogisti (per la serie: “siamo tutti un po’ psicologi”).

Ecco perché è importante votare, per evitare una deriva che affonderebbe del tutto la nostra professione che, sono convinto e ripeto sempre, è la professione più importante di tutte, perché migliora e promuove il benessere e la qualità vita delle persone e dei gruppi.