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Voglio portare alla vostra attenzione la nuova programmazione del progetto webinar di OPL.
La maggioranza che governa l’Ordine ha proposto per questo autunno la rassegna “Conosciamoci: i grandi psicoterapeuti presentano un caso clinico”, una serie di appuntamenti trasmessi on line (ad alcuni è possibile partecipare anche dal vivo presso una delle sedi dell’Ordine), dove noti psicoterapeuti analizzano un caso clinico conjk finalità didattiche. Si tratta di Giorgio Nardone, Sandra Sassaroli, Romina Coin, Umberta Telfener, Isabel Fernandez, Riccardo Marco Scognamiglio, Valeria Ugazio e Simonetta Bonfiglio Senise. Indubbiamente tutti psicoterapeuti di chiara fama e di grande competenza. 

A fine agosto noi Consiglieri venivamo informati via email sulla programmazione dei prossimi webinar – nulla di cui si era mai parlato in commissione di garanzia (composta da membri della maggioranza e della minoranza) – e ci veniva anche chiesto se ci fossero suggerimenti per accrescere il valore del progetto.

La risposta del gruppo di AP è che non ci siamo proprio!

Diverse e consistenti sono le criticità di questa iniziativa che vengono messe in luce da un’email di risposta dal consigliere di AP Roberta Cacioppo:

  • Colpisce innanzitutto la quasi totale sovrapposizione con un progetto formativo originale promosso da un’associazione privata di colleghi, giunto alla sua seconda edizione, dove alcuni psicoanalisti di chiara fama discutono alcuni casi clinici con i partecipanti alla formazione;
  • OPL riunisce in un unico ciclo di incontri psicoterapeuti di approcci teorici anche molto distanti, senza un filo conduttore comune, e poi come se nomi e orientamenti scelti rappresentassero in toto il panorama della psicologia clinica contemporanea;
  • A livello procedurale, con questa programmazione viene di fatto promossa, sfruttando il progetto webinar (approvato in passato in consiglio), una nuova e delicata iniziativa che non è invece mai stata discussa in consiglio.

Mi immagino poi altre perplessità provenire dai colleghi o dai lettori di questo articolo:

  • perché una serie di webinar dedicati solo agli psicoterapeuti? L’Ordine non è innanzitutto l’Ordine degli Psicologi?
  • perché questi relatori e non altri? Con quali criteri l’Ordine li ha scelti? Chi scrive, per esempio, è uno psicoterapeuta di approccio umanistico rogersiano, perché questo orientamento non è stato considerato? E quello comportamentista? E la psicoterapia della Gestalt?  Lo stesso si chiederanno i colleghi di altri orientamenti non rappresentati dalla rassegna.
  • perché sono stati scelti relatori che vengono identificati con scuole di specializzazione private di psicoterapia? Non era più saggio prendere in considerazione anche ricercatori e docenti universitari di psicologia clinica, magari meno “noti” di coloro che insegnano anche nel privato, ma che avrebbero molto da comunicare sulla gestione dei casi clinici (anche indipendentemente dall’orientamento teorico)?

La risposta della maggioranza dell’Ordine all’email di Cacioppo è che le questioni sarebbero state dibattute in commissione di garanzia, ma di fatto il giorno della commissione viene comunicato che se ne sarebbe discusso direttamente nella riunione di consiglio (fissata dopo 3 giorni). Peccato che il giorno successivo la commissione di garanzia tutti i colleghi ricevono la newsletter dell’Ordine con l’elenco dei webinar “Conosciamoci”… la proposta di discussione con i membri dell’opposizione è quindi una FARSA!! I giochi sono già stati fatti.

Quello che colpisce di più di questa vicenda, a parte l’ennesima mancanza di considerazione di una maggioranza di 8 consiglieri nei confronti dei 7 della minoranza, è che ci si trova di fronte a una situazione in cui un Ordine professionale si sovrappone all’attività di una qualsiasi associazione, cooperativa sociale o società di formazione gestita da psicologi.
La presentazione e discussione di casi clinici è una componente fondamentale della formazione continua degli psicologi clinici e degli psicoterapeuti, per questo è già parte integrante di corsi di formazione o altri eventi formativi proposti dai colleghi che si occupano di formazione.

Tutto questo ci porta a riflettere sulle funzioni che un Ordine professionale dovrebbe avere.

L’Ordine è un’istituzione e non dovrebbe proporre attività assimilabili a quelle di associazioni private. Non dovrebbe mai sottovalutare il rischio di diventare un concorrente degli psicologi che dovrebbe in realtà tutelare!

Per tutelare i colleghi che lavorano nel campo della formazione e che già faticano a far decollare i loro progetti, sarebbe importante che l’Ordine si occupasse degli ambiti suoi propri: tutela, deontologia, promozione della figura dello psicologo alla cittadinanza e sviluppo di competenze trasversali per gli psicologi (competenze informatiche, tecniche di webmarketing, corsi di inglese scientifico, ecc).

Considerando queste macro-aree già ci sarebbero tantissimi temi d’interesse per gli psicologi clinici ma non solo, anche per i tanti psicologi dello sviluppo e scolastici, psicologi del lavoro, psicologi giuridici, ecc. Peccato che la maggioranza che governa oggi OPL la pensi diversamente!

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