image_pdfimage_print

lego-lunch-atop-a-skyscraperLa psicologia in azienda

E’ nostra convinzione che un programma di sviluppo nell’area della psicologia del lavoro, è di importanza strategica alla promozione e al riconoscimento sociale della nostra professione.

Seppur clinica e lavoro rappresentino aree di intervento diverse, una promozione della psicologia del lavoro non può prescindere tuttavia da una strategia di comunicazione e di rafforzamento dell’ immagine della psicologia tutta. E’ difatti risaputo come sia ancora vivo nella nostra società il presupposto che lega la psicologia e lo psicologo a concetti come:

Disagio, Disturbo, Patologia, Sofferenza

Questo marchio si è consolidato nel tempo nel registro interpretativo della nostra professione. Tuttavia questa esclusiva interpretazione del nostro fare continua a mantenere lontano dai nostri studi una moltitudine di persone che pur necessitando di un aiuto non vogliono avvicinarvisi al nostro “fare” per non essere stigmatizzate ai loro stessi occhi come “sofferenti” o ancor peggio “malate”. Ultimo personale esempio di ciò, l’ha vissuto un nostro collega che di recente incontrando una mamma preoccupata per il figlio ventenne a cui suggeriva di chiedere supporto ad un professionista, lo stesso figlio le rispondeva  con un vecchio adagio che oramai tutti conosciamo:  “io non sono malato”, “non ho bisogno di uno psicologo”. A questo generale condizionamento interpretativo spesso non sfugge neanche la psicologia del lavoro. Seppur sia presente una bibliografia che ha spostato nel corso del tempo la traiettoria della nostra scienza verso un orientamento di sviluppo, di empowerment e di buon funzionamento del nostro Essere, non ne è tuttavia conseguita ancora una relativa interpretazione di questo cambio nell’immaginario collettivo.

Serve dunque un rinnovamento della “Figura dello Psicologo”, serve un cambio della costruzione interpretativa della nostra professione, che anziché essere legata ai termini sopra esposti, si associno alla professione dello psicologo concetti più positivi, utili e al passo con i tempi come:

Sviluppo, Crescita,  Miglioramento,  Benessere

Seppur questo stia accadendo, è nostra convinzione che ancora molto vi è da fare. Accanto ad un programma operativo di sviluppo della psicologia del lavoro, ne serve quindi uno a sostegno di tutta la categoria che funga da “Meta-Programma”, entro cui le iniziative che si vorranno sviluppare in ogni singola area, possa dare maggior frutto possibile.

È noto oramai che “l’Era della comunicazione” ha reso importante ancor più del passato il concetto di “rete”. Quest’ultimo  è diventato un elemento fortemente operativo che, per chi l’ha compreso ha disegnato nuove costellazioni di relazioni e create delle nuove. Chi è stato al passo del cambiamento – aziende profit, aziende no profit, associazioni, Enti e istituzioni –  sta evolvendo, chi non lo ha fatto sta forse morendo. Su questa premessa suggeriamo quindi alcuni punti di un programma che vuole essere per la psicologia del lavoro soprattutto di promozione e riconoscimento professionale, sia internamente che esternamente alla nostra categoria attraverso:

1) Marketing massivo: Promuovere e divulgare attraverso diversi canali, informazioni che facciano comprendere meglio alla società il nostro mestiere, rinforzando associazioni emotive nuove nei confronti della nostra professione, grazie all’ausilio di professionisti del marketing.

2) Incontri pubblici Pluridisciplinari: realizzare incontri tematici su temi riguardanti il mondo del Lavoro, invitando una platea di interlocutori utili con cui costruire una partnership solidale: sindacati, associazioni, consulenti del lavoro, referenti aziendali, Dirigenti pubblici e privati; 

3) Incontri pubblici tematici: realizzare incontri su temi inerenti l’area della psicologia del lavoro che risultano di maggior interesse e su cui la bibliografia recente ha venduto di più;  

4) Iniziative conviviali tra colleghi: creare spazi di scambio e condivisione periodico su argomenti nuovi invitando anche colleghi Senior qualificati.

5) Realizzare un evento annuale di promozione della Psicologia del Lavoro:  invitare figure di spicco (psicologi del lavoro e non) che argomentino un tema di pubblico interesse aperto ai soli addetti ai lavori;

6) Sportello per i neo psicologi del lavoro: per offrire un supporto orientativo nei primi passi verso la consulenza e le attività rivolte al mondo aziendale.