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di Chiara Marabelli

Nei giorni scorsi si è molto parlato del protocollo d’intesa tra Comune di Varese e Ordine degli Psicologi della Lombardia. Ma in cosa consiste? Di seguito cerchiamo di spiegarvi meglio in cosa consiste l’iniziativa.

Varese si è mossa intorno al progetto presentato da Altrapsicologia su quel territorio.

Si tratta di un accordo diverso rispetto a quello stipulato a Milano, del quale in un certo senso costituisce un’evoluzione. Il documento, infatti, prevede l’avvio di tre progetti distinti per fare fronte alle aree che i Servizi Sociali varesini hanno individuato come “di maggiore emergenza”: le scuole dell’infanzia (e la necessità di sportelli rivolti a genitori e insegnanti) e la presa in carico psicologica di adolescenti da una parte e di giovani adulti dall’altra.

La concertazione tra OPL e Servizi ha quindi portato a un progetto confezionato sulle esigenze specifiche della città di Varese, cui potranno partecipare gli enti del terzo settore presenti in città.

L’altro aspetto di forte innovazione di questo progetto consiste nella copertura economica: si tratta di un progetto articolato, in cui c’è la disponibilità del Comune a valutare un cofinanziamento, ma dopo un anno di lavoro. E il resto? Sarà sempre lo psicologo che dovrà assumere sulle sue spalle il costo della sussidiarietà?

No, perché l’Ordine sperimenterà una nuova strada nel fund rasing in un progetto di riconosciuta utilità sociale e istituzionale, ad alto valore aggiunto. Possiamo sperimentare questa forma nuova di funzione dell’Ordine, cercare di costruire occasioni di lavoro nuove e anche osare scendere alla ricerca di risorse da parte delle fondazioni o di enti pubblici o anche, perché no, di sponsorizzazioni private. Cosa pensate di questa funzione dell’Ordine?

Come già succede a Milano, quindi, i colleghiverranno regolarmente retribuiti: in questo caso, tuttavia, le risorse proverranno da finanziatori esterni, e non dagli enti stessi, evitando quindi un ulteriore carico economico sul terzo settore.

Ci vuole ora la possibilità di entrare nella vera e proprie fase operativa. C’è quindi molto lavoro da fare, tanti colleghi da coinvolgere in un progetto entusiasmante e nuovo, dati chiari da produrre.

La strada tracciata dai progetti di psicologia sostenibile è molto chiara, e guarda fortemente al futuro: arrivare in Regione. L’obiettivoè quello di costruire progetti come quello di Varese anche in altre province della Lombardia, continuare a produrre dati che sostanzino l’importanza del proprio lavoro, certamente un valore aggiunto per l’intera società.A quel punto un progetto che già vive sulle proprie gambe potrà essere portato in Regione in termini di esigenza sociale condivisa dalle amministrazioni locali.

Il fatto che due assessorati comunali di colori politicamente così diversi, PD a Milano e PdL a Varese, abbiano convenuto sull’esigenza di psicologia a livello territoriale, è un fatto che dà forza alle nostre parole: la salute mentale non ha colore politico.

Pensiamo sia un’utopia in questi tempi grami – in cui diversi consultori stanno chiudendo -pensare di sviluppareservizi di qualità? Forse no.L’Ordine guidato da Grimoldi ha appena ricevuto risposte importanti in questa direzione: mostrando dati efficaci in Assessorato Regionalelo psicologo è appena stato incluso tra le figure ritenute obbligatorie per i centri di riabilitazione della Lombardia.

È chiaro che qualcosa si muove… ma dobbiamo credere per primi che possa accadere qualcosa quando il desiderio attraversa le istituzioni, come accaduto da quando AP si trova in OPL; perinnescare quello stesso movimentodi sviluppo della psicologia che tutti desideriamo.