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Galileo

 

 

Partecipare è importante. Partecipare alle sedute dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte per un iscritto non solo è importante ma diventa ben presto una vera e propria esperienza di scoperta. Scopre come, condivisione e discussione, siano semplicemente l’agire, per una stanca e silenziosa alzata di mano, un consenso pallido, senza sfaccettature, domande o confronti.

Scopre come le informazioni non siano messe a disposizione ma che, democrazia, può significare semplicemente “fidatevi di me, scelgo per il vostro bene e vi faccio risparmiare tempo”.

Scopre anche che le elezioni dell’Ordine Psicologi Piemonte vengono organizzate, calendario in una mano e carbone nell’altra. Per chi non sappia già la notizia, si inizia a votare il 6 gennaio, che sia liberata la creatività sulle battute in merito (il 6 è l’epifania, il giorno della befana per capirci). Ma la cosa che mi ha lasciata più perplessa, lo ammetto, è stata scoprire che l’Ordine per tutti noi è solo un padre autorevole e gelido che dall’alto del suo Olimpo di marmo guarda verso il basso senza, peraltro, vedere granché.

Parliamo di Promozione della Professione. Promuovere significa portare avanti, dare maggiore visibilità e dignità. Proprio quello di cui la professione ha bisogno di questi tempi. Proprio quello che eventi come la settimana, il mese, l’anno del Benessere, di cui l’Ordine discuteva ieri, dovrebbero avere come obiettivo. Ma per l’attuale maggioranza, gruppo “Insieme per la psicologia”, la promozione della professione è un tema di cui l’Ordine non deve occuparsi. Perché? Perché, questo il pensiero manifestato – detto a chiare lettere durante il consiglio – l’Ordine deve essere autorevole, seguire i suoi compiti istituzionali e  star lontano da contaminazioni, partnership o qualunque cosa vissuta come una sorta di pericoloso contagio. Questo è corretto e profondamente fuorviante allo stesso tempo.  

Perché è corretto? Perché la Legge del 18 febbraio 1989, la nostra n.56 sulla Professione dello psicologo, all’articolo 12 spiega i compiti istituzionali di un Ordine e, come deve essere, sono tutti normativi. L’Ordine amministra, cura il patrimonio, fa bilanci e preventivi, fa attenzione all’osservanza delle leggi e delle disposizioni concernenti la professione, cura l’albo professionale, vigila e tutela contro l’abuso della professione stessa, provvede al rispetto per l’articolo 27.

Allora cosa c’è di fuorviante in quanto sostenuto dal presente Ordine? Pensiamoci. Davvero riteniamo che un Ordine Professionale possa dare visibilità ai suoi iscritti solo attraverso il suo ruolo normativo? Solo perché c’è? Il fatto che non sia tra i compiti normativi esclude a priori ogni possibile investimento nella promozione o è una scelta facile che permette di guardare ma non vedere i reali bisogno della categoria?

Eppure, lo stesso Ordine psicologi del Piemonte, parla di Aree Funzionali, spazi che dovrebbero servire da strumento per concretizzare le “politiche strategiche ordinistiche” ( traggo dal sito). In queste Aree leggiamo ci si occupa di comunicazione esterna ( area di cui è responsabile la nostra Presidente), nata per superare gli stereotipi professionali per la promozione di una immagine “più aderente alla realtà attuale e futura”. Se poi non bastasse, abbiamo l’Area dello Sviluppo della Professione che si oppone “alla riduzione dello psicologo a mero attore clinico, sia privato che istituzionale” a favore della creazione di nuovi sbocchi professionali così come l’Area Cultura si prefigge di andare oltre il semplice presidio della pratica professionale, per “promuovere cultura” e “organizzare momenti di aggregazione e scambio di esperienze in tutte le forme possibili”. Se questi sono gli interessi manifesti dell’Ordine come è possibile, poi, dire che non si deve far promozione, che tutte le forme possibili sono nessuna forma?

Ecco che mi sento profondamente fuorviata da una maggioranza che prende le distanze, che non riesce a sentire i bisogni degli iscritti che sta tutelando, una distanza che perpetuata lascerà ben poco da tutelare. Perché se è vero che la differenza  la fa l’entusiasmo, la creatività, l’energia e le risorse del singolo non è altrettanto vero che questi dovrebbe sentire il suo entusiasmo e la sua creatività come compresi in una comunità professionale?  O siamo sempre e solo psicologo psicologi lupus?

A conti fatti, l’Ordine attuale ha fatto i compitini ma senza l’approfondimento dovuto di chi ama la materia che tratta. Tra i compiti istituzionali non c’è la promozione. Lo accetto. MA il vero scandalo, quello che deve far tremare le gambe degli iscritti e farli armare di un voto diverso la prossima Epifania è che non lo si ritenga, a ragion veduta, un tema inerente l’Ordine stesso. Anzi.

Quasi sembrerebbe, a sentir le dichiarazioni  fatte durante quest’ultimo incontro dell’Ordine (16/09/2013), lesivo dell’autorevolezza dell’Ordine, come se, sporcarsi le mani di sabbia, fosse un tabù per il bambino che pure dice di voler tirar su il castello più bello della spiaggia.

E allora se ne sta fermo, autorevole, mentre intorno a lui, tutti gli altri costruiscono, costruiscono, costruiscono……finché  a lui non rimane che restarsene, autorevolmente, all’ombra.