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I fatti sono questi: la maggioranza dell’Ordine Psicologi Piemonte ha deciso di regalare a tutti gli iscritti un libro, edito da Raffaello Cortina, che si intitola “Fare lo psicologo”. Il libro prende spunto dai risultati di una ricerca del 2008 del collega Claudio Bosio, finanziata dal CNOP (Consiglio nazionale Ordine Psicologi), aggiungendo molti nuovi contenuti e creando così un’opera originale. Un lavoro interessante, nel complesso.

A ben vedere, il report della ricerca si trova facilmente in internet (provate anche voi! Andate su Google e digitate tre parole chiave: “ricerca CNOP bosio”). Fino a poco tempo fa era direttamente scaricabile anche dal sito del CNOP. Ma non è questo il punto.

Il punto è che di ottimi libri scritti da colleghi ce ne sono una quantità. Magari anche di colleghi piemontesi. Magari anche sulla nostra professione. E dunque non si capisce la ragione di scegliere di investire in un libro piuttosto che in un altro, e forse nemmeno la ragione di spedire un libro a tutti gli iscritti.

Ora… va bene la tradizione, il fascino del libro stampato, la pubblicazione che fa sempre la sua figura, i contenuti aggiuntivi che nel report non ci sono…

Ma facciamo due conti: il prezzo di copertina del libro è di sedici euro. Anche a scontarlo della metà, fanno otto euro a copia. Mettiamone uno di spedizione. Per 5500 iscritti siamo a 49.500 euro.

Naturalmente stiamo solo ipotizzando delle cifre, e probabilmente il prezzo spuntato sarà stato inferiore… insomma, non si sa. Noi confidiamo in loro.

Di certo, se i nostri calcoli a spanne sono corretti, con quei soldi ci si comprava una macchina. Una bella macchina. L’OPP-one blindata, con il lampeggiante sopra e tutto il resto. Oppure ci si poteva finanziare qualche decina buona di pubblicazioni in E-Book di ottimi inediti testi.

Invece i nostri consiglieri hanno dato prova di saper anteporre lo spirito di servizio all’auto blu di rappresentanza, e hanno voluto omaggiarci di questo pacco natalizio. A quanto pare nell’era del download gratuito, in Piemonte, si preferisce restare saldamente ancorati all’era di Gutenberg.