Lavoro e psicologi: nuove opportunità?

“Lavoro e psicologi”: quali potrebbero essere le nuove opportunità? Domanda molto discussa che non può avere una risposta univoca.

Oggi il lavoro non c’è“, “Oggi il lavoro te lo devi inventare” … frasi ormai all’ordine del giorno che giovani, ma anche meno giovani, hanno sentito ripetere spesso. Certo sono frasi comuni, ma qual’è la loro validità? E soprattutto, che uso ne facciamo di queste frasi?

Proviamo ad approfondire la nostra condizione occupazionale.

Enpap dati regionalizzatiIl bilancio consuntivo del nostro Ente di previdenza per l’anno 2012 identifica un guadagno complessivo netto di circa 14000 euro l’anno, ovvero circa 1200 euro al mese.

Enpap redditi età
Approfondendo ulteriormente risulta che nella fascia di età sino ai 39 anni il reddito medio netto è di circa 10000 euro, quindi quasi 900 euro al mese. Se è pur vero che il reddito aumenta progressivamente sino a duplicarsi nella fascia tra i 51 e 60 anni, per poi decrescere nuovamente, non si evince comunque la presenza di redditi altissimi. E soprattutto osservando la prima fascia d’età sino ai 39 anni, che rappresenta quasi la metà degli iscritti (47,73%) e la seconda fascia sino ai 50 anni (27,90 degli iscritti) emerge come circa il 75% dei colleghi non navighi proprio nell’oro, con un reddito che si aggira tra i 900 e 1400 euro in media.

Tuttavia la mia curiosità non è appagata, in quanto i dati risalgono all’anno 2012 e, quindi, sono un pò “antichi”, perciò non trovando informazioni utili sul sito dell’Enpap decido di andare a spulciarmi il sito di Almalaurea.

Almalaurea

Condizione occupazionale AlmalaureaLa situazione non cambia sostanzialmente … i laureati nel 2010 a 5 anni dalla laurea hanno un guadagno mensile netto di 970 euro con un tasso di occupazione del 79,1% (guadagni mensili che tra i laureati negli anni 2007 e 2010, sempre a 5 anni dalla laurea, oscillano dai 954 a 970 euro con un tasso di occupazione che dal 2007 al 2010 è passato dal 84% al 79%).

Ovviamente tutti questi dati andrebbero approfonditi meglio, tuttavia da una visione d’insieme emerge come la questione “lavoro e psicologi” non sia del tutto rosea e ci inviti, necessariamente, ad apportare dei cambiamenti e delle migliorie. Dobbiamo e possiamo farlo.

Mi chiedo … è proprio vero che oggi il lavoro lo dobbiamo inventare? Come mai i nostri redditi aumentano così lentamente? Come psicologi non siamo bravi? Non sappiamo utilizzare al meglio strumenti utili a far crescere il nostro fatturato?

Siamo “bravi professionisti”, questa è la mia personale opinione, lungi dal voler essere esaustiva (molto, molto bravi a “studiare” e “”formarci” … del resto sempre dall’analisi dei dati Almalaurea in media ci si laurea con 107 su 11o) forse però non riusciamo ad utilizzare a pieno degli strumenti utili per promuoverci e per fare impresa.

Ed ecco, uno strumento, a mio parere, prezioso che potremmo utilizzare per fare impresa ed impegnarci attivamente a far crescere il nostro fatturato: “Il progetto Microcredito“. Strumento che il nostro Ente di Previdenza – Enpap – ha messo a nostra disposizione.

Ogni anno l’Enpap stabilisce un importo da destinare al progetto Microcredito come forma di intervento assistenziale a sostegno dell’attività professionale degli psicologi e dello sviluppo del ruolo della nostra professione.

Cito l’Art. 36 – Capo VIII del “Regolamento delle Forme di Assistenza Enpap: “L’Ente supporta e valorizza la libera professione di psicologo mediante l’adozione di misure volte a favorire ed agevolare l’accesso ad iniziative di finanziamento garantito e agevolato, in breve “progetto microcredito”, come intervento a sostegno degli iscritti  nell’ambito dell’avvio o dello sviluppo e promozione dell’attività professionale.

Il Microcredito è un prestito a tasso agevolato, in cui gli iscritti all’Ente (da almeno due anni, attivi ed in regola con le comunicazioni reddituali ed i versamenti contributivi) possono richiedere sino a 100.000 euro.

Ciò che mi sembra importantissimo è che il finanziamento è basato sulla valutazione di un business plan che va allegato alla domanda di partecipazione, come specificato dall’art. 37.2 del succitato Regolamento: “Il “piano di business”, da predisporre a cura degli aspiranti e da sviluppare nel territorio nazionale, dovrà avere i seguenti contenuti minimi:

  • descrizione dell’iniziativa che si intende avviare e dei servizi che si intendono offrire;
  • indicazione dell’eventuale coinvolgimento di (ulteriori) psicologi oltre il proponente, nonché di altre figure lavorative e del titolo sul quale verrebbe a fondarsi la collaborazione con loro;
  • definizione degli obiettivi attesi in termini economici e di ricaduta sociale;
  • piano di sviluppo temporale del progetto;
  • prima analisi del fabbisogno finanziario e dei flussi di cassa attesi nei primi due anni di realizzazione progettuale;
  • quota di autofinanziamento;
  • indicazione di tipologia e quantità di beni strumentali eventualmente necessari (finanziabili, in via generale, limitatamente ai progetti di avvio professionale)”.

Tutti questi elementi servono a valutare come si intenda sviluppare e promuovere l’attività professionale in maniera efficace e soprattutto “sostenibile” nel tempo.

Vi deve essere, quindi, una progettazione specifica e strutturata. Ritengo che solo con tale tipologia di progettazione si possa entrare in un’ottica maggiormente “imprenditoriale” della nostra professione e che questo sia possibile facendo rete tra colleghi invece che rimanendo chiusi nei nostri studi aspettando che il nostro fatturato cresca, così quasi per miracolo.

Quindi…potremmo cambiare modo di pensare e lavorare e potremmo utilizzare gli strumenti a nostra disposizione come il “Progetto Microcredito” per impegnarci attivamente nella nostra professione e…perché no…magari sviluppando una rinnovata mentalità, di stampo più imprenditoriale, e puntando sull’”innovazione di valore” potremo riuscire a portare aria nuova nel nostra attività professionale e contemporaneamente una crescita del nostro fatturato.