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Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Sicilia del 12 maggio: finalmente ci troviamo ad affrontare il tema caldissimo delle dimissioni della Vice-presidente e di altre 3 consigliere.
Come noto le Consigliere hanno lasciato il loro incarico in aperto e clamoroso disaccordo con il presidente Giardina, in particolare per quanto l’organizzazione di un convegno tenutosi il 9 Aprile a Siracusa, per il quale è stato concesso il patrocinio oneroso (ovvero un contributo in denaro,  in questo caso è stato di 300 euro) e sono state sostenute delle spese alberghiere da parte dell’Ordine, senza delibera del Consiglio.
Le colleghe dimissionarie hanno presentato in merito una lunga e dettagliata nota in cui sottolineano come il Presidente abbia agito violando le procedute e tenendo il Consiglio all’oscuro di tutto.

newsCome sempre, abbiamo informato i colleghi e inoltrato delle interrogazioni ufficiali, richiedendo la possibilità di visionare le spese della carta di credito che il Presidente utilizza per le spese di rappresentanza dell’Ordine e riservandoci di approfondire la questione in Consiglio.

L’attesa e la curiosità da parte dei colleghi su questa seduta di Consiglio erano altissime.

La carta di credito per le spese di rappresentanza.
Il Presidente ci ha fatto accedere all’estratto conto, da cui però è possibile capire ben poco. Ci sono comunque due spese, una a cura del Presidente e l’altra del Tesoriere, sulle quali stiamo chiedendo chiarimenti. Abbiamo chiesto di potere visionare le delibere e relativi impegni di spesa, le fatture e il registro protocollo contabile. Questo è l’unico modo per poter avere un quadro chiaro della situazione. Stiamo parlando dei soldi di tutti i colleghi: esigiamo la massima trasparenza e correttezza.  Anche per questo abbiamo chiesto di potere visionare tali documenti alla presenza della Segretaria o della Tesoriera dell’Ordine, così come previsto all’art. 4 del regolamento del Consiglio regionale.

Il convegno di Siracusa e altri fatti.
Focalizziamoci ora su ciò che riguarda il convegno e le spese sostenute dall’Ordine, a partire dalle ragioni addotte dal presidente in una nota inviata a tutti i Consiglieri qualche settimana fa e da quanto discusso in Consiglio.

Il PRIMO fatto. La richiesta di patrocinio arriva per un convegno a conclusione di un progetto portato avanti da alcune colleghe volontarie presso un’ASP. Il progetto appare sostenuto dall’Ordine, in quanto nel materiale che lo descrive ne appare il logo. La richiesta è inoltrata da una collega strutturata dell’ASP, tutor del progetto e componente del gruppo di lavoro dell’Ordine che si occupa dell’area tematica alla quale afferisce lo stesso, e che come indirizzo nella richiesta di patrocinio inserisce quello dell’ASP della quale ella è dirigente. 

Il presidente ammette che ci sono stati degli errori procedurali nella concessione del patrocinio sostenendo che il logo dell’Ordine è stato usato in maniera inappropriata e che quelli dell’Associazione l’hanno utilizzato arbitrariamente!

Secondo noi ci sono 2 gravi errori, prontamente evidenziati:

  1. Del progetto non si è mai parlato in Consiglio, che quindi non ne è mai stato a conoscenza. E’ perciò inspiegabile come nel materiale relativo al progetto sia presente il logo dell’Ordine.
    Invitiamo il Presidente a fare luce sulla questione, inoltrando richiesta ufficiale di chiarimenti alla collega e al Presidente dell’Associazione in merito all’utilizzo improprio del logo dell’Ordine, perché così sembra che l’Ordine abbia promosso/sponsorizzato tale progetto.
  2. Inserendo l’indirizzo dell’Asp presso la quale è dirigente, la collega richiede di fatto il patrocinio oneroso per conto dell’Asp. 

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ATTENZIONE!!
Noi Consiglieri di AltraPsicologia siamo venuti a conoscenza di tutte queste informazioni solo grazie alle lettere di dimissioni delle colleghe e alle verifiche da noi effettuate.
Tutti i consiglieri sono sempre stati all’oscuro di qualsiasi dettaglio!

Ora grazie alle informazioni finalmente ottenute possiamo affermare che il patrocinio non andava concesso perché, in base all’articolo 6 del “Regolamento per la concessione del patrocinio” l’Ordine non può concedere patrocinio oneroso per iniziative promosse da Enti Pubblici!

Il SECONDO fatto. Il presidente sostiene che la giornata di studio è stata condivisa all’interno del gruppo di lavoro dell’Ordine che si occupa dell’area tematica alla quale afferisce il progetto.

Dai riscontri ufficiali, però, non si trova traccia del progetto in alcun verbale o ordine del giorno in alcun gruppo di lavoro!  

Il TERZO fattoCon la carta di credito in possesso del Presidente, da utilizzare per le spese di rappresentanza dell’Ordine, sono state pagate delle camere d’albergo per i relatori della giornata di studio e, come appurato successivamente, anche ad altri due professionisti che non facevano parte né del progetto e né del gruppo di lavoro dell’Ordine.

Il presidente dice che è previsto dal regolamento dei Gruppi di Lavoro che l’Ordine si faccia carico delle spese sostenute dai loro componenti per partecipare alle riunioni e che la spesa sostenuta per pagare le camere dei due altri professionisti è giustificabile come spesa di rappresentanza.
A suo dire infatti, non esistendo un regolamento sulle spese di rappresentanza, pagare le camere d’albergo e le spese extra per tutti rientra nelle spese di rappresentanza.

Secondo noi il “Regolamento per il funzionamento dei gruppi di lavoro (approvato da questa Consiliatura in data 30/09/2014) è chiaro. Esso dice infatti che

è previsto il rimborso per le spese sostenute per partecipare alla riunione [del gruppo di lavoro], che andranno debitamente documentate utilizzando la modulistica fornita a tal fine dagli uffici di segreteria dell’Ordine. 

Ma essendo un convegno in alcun modo equiparabile alla riunione di un gruppo di lavoro, la spesa affrontata per le camere e per il professionisti “extra” andava prima opportunamente deliberata in sede di Consiglio e, per di più, soltanto qualora il convegno fosse stato organizzato dall’Ordine.
Aggiungiamo che, a nostro parere, pagare le camere di albergo a dei relatori non rientra nelle spese di rappresentanza. Queste ultime dovrebbero riguardare piuttosto atti di cortesia dal valore simbolico che servono al Presidente come mezzo per portare avanti gli obiettivi politici dell’Ordine e della categoria, quali pranzi di lavoro ed incontri ufficiali con le autorità.
Proponiamo a tal proposito di iniziare quanto prima il lavoro di stesura di un regolamento per le spese di rappresentanza, a tutela della trasparenza e dei soldi degli iscritti, con un tetto massimo di spesa e un riscontro oggettivo e documentabile di tali spese. 
Concludiamo sottolineando che il nostro parere sulla questione non riguarda il merito della giornata di studio e dei relatori intervenuti (tutti di indubbio valore), ma le modalità con le quali la stessa è stata organizzata, violando a vario titolo i regolamenti dell’Ordine.

dimissioni

Per noi questo costituisce un atto grave, motivo per il quale abbiamo chiesto le dimissioni del Presidente e, conseguentemente alla discussione svolta, anche delle altre cariche di Segretario e Tesoriere.

Per completare il quadro poniamo l’attenzione su un ultimo aspetto importante.

Queste vicende hanno posto l’attenzione anche sul funzionamento dei gruppi di lavoro e per questo motivo abbiamo verificato le documentazioni prodotte da ognuno di essi. Stiamo stilando un report, che quanto prima sottoporremo all’attenzione del Consiglio, per testimoniare come i gruppi di lavoro (che rappresentano un importantissimo braccio operativo dell’Ordine e per il cui coordinamento viene nominato e pagato un Consigliere coordinatore) siano in uno stato di grande confusione, con assenze ingiustificate e con la mancanza, nella quasi totalità dei casi, dei verbali e le convocazioni previsti dal regolamento.

Ancora con questo regolamento???

Sì, sottolineiamo il regolamento perché c’è e va rispettato.

Qualche Consigliere, quando abbiamo evidenziato le violazioni del regolamento, ci ha accusato di essere troppo fiscali e che per certe cose non possiamo rispettare sempre il regolamento perché altrimenti…
altrimenti ci “ingessiamo”.

Noi crediamo che i regolamenti vadano rispettati perché ciò che amministriamo è la casa degli psicologi e soprattutto i soldi degli iscritti all’Ordine della Sicilia.

Quindi anziché gridare contro chi è troppo “fiscale”sarebbe meglio cercare di capire dove si è sbagliato.
Sbagliato rispetto al proprio mandato.
Sbagliato rispetto alla fiducia e alle attese dati dal Consiglio e dai Consiglieri.
Sbagliato davanti agli iscritti.

Noi, che sgomitiamo per andare avanti nel mondo del lavoro, crediamo nella meritocrazia e nel fatto che chi sbaglia riconosce gli errori e si fa da parte. In questa occasione, invece, non abbiamo riscontrato nulla di tutto ciò ma, al contrario, l’atteggiamento di chi mette le mani avanti per non cadere…