Mai come di questi tempi si ravvede l’importanza di far filtrare nella cittadinanza una nuova cultura della nostra professione, cercare di rompere la cristallizzata immagine che riduce lo psicologo a “quello con lo studio col lettino”, rompere gli argini che l’assimilarci meramente a psicoterapeuta ci impone e dire ad alta voce come e dove “l’esperto della complessità” può fornire la sua competenza. In concreto , un posizionamento della nostra professione che renda evidenza ai numerosi ambiti in cui può essere declinata .
Questi gli obiettivi di due degli eventi regionali più importanti degli ultimi anni: Il Festival della Felicità in Piemonte e l’evento “Siamo fuori “ in Lazio.
In occasione dell’evento in Lazio il Disordine degli Psicologi ha realizzato un breve documentario in cui c’è anche l’intervista al Presidente dell’Ordine regionale Nicola Piccinini. Una delle domande poste è stata:
“ Siamo abituati a vedere la promozione della figura professionale dello psicologo a livello regionale […] dal punto di vista Nazionale quale potrebbe essere una strategia efficace?”.
Al di la della complessità che richiederebbe l’organizzazione di una Giornata Nazionale della Psicologia, come giustamente illustrato dal Presidente, possiamo tranquillamente affermare che il Festival della Salute organizzato ogni anno in Toscana è ciò che più si avvicina a questo ambizioso e quasi utopico progetto.
Si è conclusa da poco la VII edizione del Festival tenutasi quest’anno a Viareggio dal 25 al 28 Settembre. Addirittura il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha fatto un intervenuto in apertura durante un incontro dedicato all’Innovazione in Sanità. Quale migliore occasione per evidenziare il valore aggiunto che la nostra professione può offrire nei processi di Salute, se non un evento cui partecipano migliaia di cittadini nonché interlocutori istituzionali?
Sono stati quattro giorni intensi di discussione e confronto, con tanti altri ospiti che hanno animato incontri, dibatti, workshop. E poi ancora spettacolo, sport e attività specifiche per le scuole e i bambini.
Il Festival della Salute si pone come veicolo di partecipazione, promozione e confronto sui temi della salute, tra i decisori politici e gli operatori del settore, aziende e associazionismo.
Tutte le testate giornalistiche nazionali ne hanno portato notizia, dal TG1 alla Domenica Sportiva a Medicina 33, sottolineando quanto sia importante per la cittadinanza soffermarsi a riflettere su queste tematiche.
Fino ad un paio di anni fa l’Ordine degli Psicologi della Toscana impiegava molte energie e risorse nell’organizzare la nostra presenza all’evento (per approfondire clicca QUI ), allestendo stand, organizzando convegni, diffondendo materiale informativo, dialogando con la cittadinanza e le istituzioni, consapevoli che la migliore tutela della professione si fa proprio promuovendone una corretta conoscenza nella popolazione.
Dall’anno scorso la nuova governance ha scelto di tagliare drasticamente gli investimenti per questo evento e ridurre la partecipazione dell’Ordine al “taglio del nastro” (ovviamente pagando euro 2.500 per poterlo fare ) e ad un intervento durante il convegno “La sanità tra crisi e prospettive future” .
Probabilmente l’idea era:
due foto, qualche sorriso e fine della faccenda!
ipotesi avvalorata anche dalle affermazioni della Vicepresidente (vedi verbale consiglio 23 maggio 2015 in area riservata):
“L’adesione al Festival consentirebbe all’Ordine di essere presente nel materiale pubblicitario dell’evento e nelle attività delle agenzia stampa”.
C’è anche chi considera i colleghi che in passato si sono spesi per la promozione professionale presenziando negli stand per ore, con l’obiettivo di coinvolgere la popolazione, alla stregua di
“hostess agli stand”
(e sto citano da verbale…) .
Ad onor del vero qualcuno cerca di sottolineare, durante il dibattito in Consiglio, che “gli stand venivano poi utilizzati per mini conferenze su temi specifici” e che nonostante l’onere economico garantiscono “un impatto con la popolazione molto maggiore di quello che è possibile ottenere partecipando a un convegno frequentato solo da professionisti e politici.”
Qualcun altro sottolinea che”la congressistica è rivolta agli esperti e gli stand alla popolazione” ma per lo più questo concetto resta ignorato.
Pare, continuando a leggere sempre lo stesso verbale, che ora sia
possibile dare per acquisito l’obiettivo minimo di far conoscere alla popolazione l’esistenza degli psicologi e quindi anche lo stand con tale finalità appare superato, occorre passare ad una fase successiva
e per “fase successiva” si intende evidentemente non, come avvenuto in Lazio e Piemonte, il declinarsi dello psicologo all’interno delle varie realtà organizzative, ma “il taglio del nastro”.
Evidentemente questa competenza di “tagliatori di nastri”
la popolazione proprio non se la sarebbe aspettata dagli psicologi!
Un salto di qualità quindi, peccato che è all’indietro.
Neanche tutte le agenzie di stampa hanno ritenuto necessario sottolineare la presenza del Presidente al famigerato momento commemorativo (per esempio vedi questo articolo) e addirittura l’ufficio stampa della regione Toscana ha dimenticato di nominarlo tra i presenti (Comunicato n. 747 del 24 settembre 2015 ).
Chi lavora da anni alla promozione della figura professionale dello psicologo sa che ci vogliono milioni di iniziative, investimenti e sforzi per ottenere la visibilità mediatica che lo psicologo, d’altro canto, merita.
Il rischio è quello che, per risparmiare risorse economiche e forse anche energie fisiche, vadano vanificati gli sforzi fatti in passato.