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Tutti ne parlano, ma qualcuno tace…

Correva l’anno 2012 quando i tre Consiglieri di AltraPsicologia di minoranza in Ordine Psicologi Veneto presentavano una mozione, affinché l’Ordine si esprimesse chiaramente in materia di omosessualità e terapie riparative. Nel dicembre del 2013  la mozione cadeva incomprensibilmente nell’oblio di un Ordine arrivato al capolinea del suo mandato. Siamo ora a Gennaio 2015, e tutto tace; il nuovo Consiglio non ha ancora ritenuto di doversi esprimere in merito.

Non tacciono invece i Consigli Comunali di Assisi e Verona, che nel 2014 votano ordini del giorno e mozioni dove si esortano variamente il Governo, le ASL e i Coordinamenti Territoriali per l’Educazione al rispetto di indicazioni e suggerimenti da loro proposti.

omofobia omosessualità
In questi documenti  vengono fatti chiari riferimenti alla “famiglia naturale” e all’eterosessualità come unico modello che sarebbe opportuno “validare” nell’insegnamento nelle scuole pubbliche. Inoltre, suggeriscono alle famiglie di esercitare addirittura un controllo stringente su insegnanti e professionisti che parlino di omosessualità in chiave non negativa, nell’esercizio del loro ruolo ed all’interno di programmi di educazione all’affettività sviluppati secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Denunciano cose decisamente singolari: che, a dire di certi consiglieri di Assisi, sarebbero in atto nelle scuole pubbliche una serie di azioni informative da parte delle ASL col presunto obbiettivo di fare “propaganda omosessualistica” (sic!), o che – a dire di certi consiglieri di Verona – gli opuscoli dell’Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni Razziali (che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e scritti con lo scopo di combattere il grave fenomeno del bullismo omofobico e il pregiudizio sociale), avrebbero in realtà come obiettivo quello di aggredire la famiglia naturale (doppio sic!!).

Questi documenti, a nostro parere preoccupanti, si pongono in contrapposizione ad una cultura dell’informazione corretta e scientificamente fondata, che sia in grado di sgretolare il pregiudizio sociale e aprire la strada ad un benessere della comunità della quale gli psicologi devono farsi carico; Comunità alla quale tutti indistintamente, apparteniamo.

Niente di tutto questo è inoltre più lontano e contrario al Codice Deontologico degli Psicologi!

Art.3 “Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità. In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri…”

Art. 4 “Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia …ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo [o di altri] sistema di valori, non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, status socio economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità…”

Chiamare strumentalmente in causa strutture pubbliche come le Aziende Sanitarie Locali o i Coordinamenti per l’Educazione, che sono Enti al servizio di tutti i cittadini, con l’intenzione di ottenere appoggio e complicità al sostegno di ideologie di parte che promuovono il pregiudizio e l’omofobia, non può rimanere sotto silenzio.

Quando in Piemonte due insegnanti hanno fatto affermazioni scientificamente prive di fondamento sull’omosessualità, l’Ordine Psicologi Piemonte ha saputo intervenire immediatamente con un documento che invita tutti ad una corretta informazione in merito, al fine di garantire e promuovere il benessere della comunità.

Anche l’Ordine Psicologi Lombardia è intervenuto nel 2010, quando vi aveva la maggioranza AltraPsicologia, prendendo netta posizione sull’infondatezza delle terapie riparative.

Ora, nel 2015 anche l’Ordine degli Psicologi del Veneto ha l’occasione e il dovere di esprimersi chiaramente su questa materia . Senza tatticismi politici o formule ambivalenti.

late3-300x199.jpgNon è più possibile rimandare oltre: è necessario che l’Ordine Psicologi Veneto chiarisca che non sono ammesse ingerenze politiche di parte nella pratica quotidiana degli psicologi e dei formatori, e che ogni forma di strumentalizzazione politica contraria alle evidenze scientifiche in materia di omosessualità (o qualsiasi altra forma di discriminazione), non può che essere nettamente respinta dalla comunità degli Psicologi e da tutte le sue Istituzioni rappresentative.